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Candia dei Colli Apuani

Nonostante il vino Candia dei Colli Apuani si fregi della denominazione d’origine sin dal gennaio 1981, esso rimane pur sempre abbastanza sconosciuto alla stragrande maggioranza dei consumatori e resta un prodotto dal consumo pressoché locale.

Modificato più volte nel corso degli anni (all’origine della denominazione era prevista la sola tipologia “Bianco” (70%-80% vermentino, 10%-20% albarola) il disciplinare di produzione comprende ora diverse tipologie di prodotti: bianco, rosso, rosato, Vin Santo e con la possibilità di monovitigno, riservata quest’ultima a vermentino (che occupa il 70%-80% dei vigneti), vermentino nero e massaretta (o barsaglina).

La zona di produzione si sviluppa su parte del territorio del Colli Apuani e precisamente nei comuni di Massa, Carrara e Montignoso.
Trascurando il vermentino, vitigno conosciuto ai più, gli altri due vitigni sono delle rarità che occupano una manciata di ettari vitati.

Del Vermentino nero, che pare essere una mutazione del vermentino (bianco), se ne contavano 210 ettari nel 2010 (dati ISTAT), poco meno della metà di quanti risultavano nel censimento del 1970.
Di questi più della metà (119 ettari) risultavano situati in Toscana, una quarantina in Sardegna (sarà vero?), ventitré in Umbria(anche qui è da vedersi) e pochi altri ettari in diverse regioni, tra cui Sicilia, Liguria e Puglia.
In realtà, il presidente del Consorzio di Tutela Vino Candia dei Colli Apuani, Fabrizio Bondielli, parla di un’estensione compresa tra i cinque ed i sei ettari per questo vitigno, all’interno della denominazione. Comunque il vitigno, secondo le informazioni fornite dal Mifaapt, può essere utilizzato nella sola Doc Candia dei Colli Apuani ed in cinque vini ad Igt della Toscana.

Per quanto riguarda l’altro vitigno, la Massaretta, il cui nome ufficiale è Barsaglina, la situazione è ancora peggiore, infatti dei 330 ettari vitati risultanti dal censimento ISTAT del 1970, ne sono rimasti, sempre secondo i dati ISTAT solamente diciassette nel 2010, di cui poco più della metà in Toscana.
Bondielli, il presidente del Consorzio parla di sei-sette ettari (sempre all’interno del territorio delle denominazione).

Nel mese d’agosto, in occasione dell’evento Mare DiVino, tenutosi a Marina di Massa, presso Villa Cuturi, nei giorni 10 ed 11, abbiamo avuto l’opportunità di visitare, in compagnia del presidente del Consorzio di Tutela del Candia dei Colli Apuani, Fabrizio Bondielli, l’aspro territorio sul quale si coltivano le uve e di potere assaggiare  -a bottiglie coperte- poco meno d’una quarantina di vini prodotti nel territorio, presentati da una decina d’aziende.

Parlavamo di “aspro territorio” ed in effetti raramente, pur avendo visitato un’infinità di vigneti avevamo visto situazioni simili, sono infatti poco meno di 500 gli ettari vitati di cui meno di 300 iscritti alla Doc Candia dei Colli Apuani, suddivisi in una miriade di micro-appezzamenti situati ad altitudini non molto elevate (si spingono sino ai 250 metri slm), che sovrastano la città di Massa, spesso in vista del mare e con pendenze che arrivano a volte al 40%; la resa, date le caratteristiche orografiche non va oltre i 50 – 70 q.li/ettaro.
Difficoltose sono quindi tutte le lavorazioni, anche perché spesso l’accessibilità a questi vigneti è assai problematica (ci si arriva unicamente a piedi) e perché la manutenzione del territorio è spesso affidata alla buona volontà dei viticoltori.

Andrea Tarabella

L’invito a questo tour-degustazione ci è arrivato da Andrea Tarabella, delle Cantine Ramarro che ci ha accolti venerdì sera sulla sua barca, ormeggiata nel porto di  Marina di Carrara per una simpatica cena in compagnia della moglie e ci ha condotti il giorno dopo a visitare le cave di marmo di Carrara.

Per quanto riguarda i vini, ne abbiamo degustati alcuni frizzanti e Spumanti prodotti col metodo Charmat (tipologia non compresa nella denominazione) ed una trentina di vini a Doc,  bianchi, rossi e Vermentino, purtroppo però non erano presenti vini prodotti né col Vermentino nero né con la Massaretta.

Ecco comunque quanto maggiormente abbiamo apprezzato, suddiviso per tipologie:

Villa Cuturi

Spumanti e frizzanti (sette vini in totale):

Vino Bianco Frizzante “Iris” – Soc. Agr. Beatrice
Paglierino, color paglia. Intenso, agrumi, pesca gialla. Fresco, agrumato, arancio maturo, sapido, buona la persistenza.

Vino spumante amabile “Scassalpoggio” 2018 – Tenuta Lodolina
Paglierino verdolino. Accenni ossidativi, agrumato, fresco. Agrume maturo, fresco, buona persistenza.

Vermentino (diciotto i vini in degustazione):

Candia Vermentino Doc “L’Oro dei Valenti” 2018 – Soc. Agr. Beatrice
Paglierino-verdolino. Buona intensità, caramella agli agrumi, accenni d’erbe officinali. Fresco, minerale, verticale, sapido, succoso, accenni di fieno, buona la persistenza.

Candia Vermentino Doc “Traverso” 2018 – Az. Agr. Vigne Conti
Paglierino, color paglia. Discreta intensità, note di fieno, frutta gialla. Fresco, discreta struttura, sapido, frutto giallo, buona la persistenza.

Candia Vermentino Doc “Silene” 2018 – In Candia Bio
Paglierino di media intensità. Intenso al naso, leggera pungenza, accenni di sedano. Fresco, minerali, accenni vegetali, sapido, buona la persistenza.

Candia Vermentino Doc “Reale” 2018 – Tenuta Lodolina
Paglierino-verdolino luminoso. Intenso al naso, caramella agli agrumi, accenni di fieno. Buona struttura, pesca gialla, accenni tropicali, sapido, buona la persistenza.

Candia Vermentino Doc “Riflesso” 2018 – L’Aurora di Francesco
Giallo paglierino dorato. Intenso al naso, frutto giallo maturo, fieno. Buona struttura, sapido, frutto giallo, media persistenza.

Candia Vermentino Doc “La Costa” 2018 – Calevro
Verdolino-paglierino. Buona intensità olfattiva, accenni d’agrumi, fieno. Buona struttura, sapido, fresco, acidità spiccata, buona la persistenza.

Candia Bianco (minimo 70% vermentino) – Solamente quattro i vini presentati

Candia Bianco Doc “Candia” 2018 – Az. Agr. Le Canne
Verdolino-paglierino luminoso. Fresco, intenso, agrumato, leggeri accenni d’erbe officinali. Fresco, verticale, sapido, agrumato, discreta la persistenza.

Candia Bianco Doc “Pozzo Alto” 2018 – L’Aurora di Francesco
Giallo paglierino con riflessi dorati. Discreta intensità olfattiva, pesca gialla matura. Buona struttura, fresco, acidità un poco citrina, pompelmo, discreta la persistenza.

Candia Rosso (i principali vitigni utilizzati sono il sangiovese ed il merlot, in combinazione tra loro) – sette i vini in degustazione

Candia Rosso Doc “Rafia” 2018 – Calevro
Rubino luminoso di buona trasparenza. Buona intensità, ciliegia selvatica, frutti di bosco maturi, accenni speziati. Fresco, bel frutto, ciliegia, succoso, leggera speziatura, bella vena acida, buona la persistenza.

Candia Rosso Doc “Gran Moro” 2018 – Az. Agr. Il Moretto
Rubino purpureo di buona intensità. Buona intensità olfattiva, ciliegia matura, accenni balsamici. Discreta struttura, note piccanti (pepe), leggera pungenza, buona la persistenza.

Candia Rosso Doc “Scorciato” 2018 – Cantine Ramarro
Rubino scarico, luminoso. Buona intensità, ciliegia selvatica, accenni affumicati. Fresco, acidità spiccata, ciliegia un poco acerba, buona la persistenza.
Lorenzo Colombo