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Garantito IGP: André Simon e il Venegazzù di Loredan Gasparini

Montello-Colli Asolani Venegazzù “Della Casa” 2016 di Loredan Gasparini

Venegazzù è una frazione del comune di Volpago del Montello dal quale dista poco meno di un paio di chilometri.
È inoltre una sottozona e una tipologia di vino della Doc Montello-Colli Asolani (che a breve sarà ridenominata Montello Asolo – Asolo Montello) che, rispetto alla suddetta denominazione s’avvale di un disciplinare nel disciplinare.

Cerchiamo di spiegarci meglio:

Il disciplinare di produzione del Montello – Colli Asolani permette la produzione di 17 tipologie di vino, bianchi e rossi, anche monovitigno ed anche Spumanti sia da Pinot bianco che da Chardonnay.
Nel caso del Venegazzù, che può avvalersi anche della menzione Superiore, il vino può essere unicamente rosso ed il vitigno principale è il Cabernet sauvignon che dev’essere presente per almeno il 50%, con un massimo del 70%.
Gli altri vitigni utilizzati sono: Cabernet franc, Carmenère e Merlot per un minimo del 30% ed un massimo del 50%, questo sia singolarmente che congiuntamente, è inoltre permesso utilizzare sino al 15% di altri vitigni a bacca rossa.
In pratica siamo di fronte ad un tipico “taglio bordolese”.
Inoltre c’è una maggior rigidità rispetto al disciplinare del Montello-Colli Asolani, questo vale sia per quanto riguarda il numero minimo di ceppi per ettaro, come pure per la resa massima per ettaro e per la gradazione alcolica minima, inoltre, per la chiusura delle bottiglie è permesso unicamente il tappo in sughero.

Nel 1967 André Louis Simon, alla tenera età di novant’anni,  pubblicò Wines of the World.
Simon, definito da Hugh Johnsonil leader carismatico del commercio del vino inglese per quasi tutta la prima metà del 20° secolo”, aveva passato in pratica tutta la sua vita nel mondo del vino, sin da quando nel 1902 era diventato agente della casa di champagne Pommery in Inghilterra.
Pochi anni dopo, nel 1906, si scoprì pure scrittore di vino, pubblicando a puntate “La storia dello Champagne commerciale in Inghilterra”, da allora non s’è più fermato e, nel corso della sua lunga vita ha pubblicato qualcosa come 104 libri.
Nel 1908 fondò con alcuni amici il Club del vino, organizzando degustazioni e lezioni, da cui nacque, 45 anni dopo l’Istituto di Master of Wine, nel 1934 fondò a New York una filiale di quella che sarebbe diventata l’International Wine & Food Society.
André Simon amava dire che “un uomo muore troppo giovane se lascia del vino nella sua cantina“, infatti alla sua morte nella sua cantina personale erano rimaste unicamente due Magnum, una delle quali Chateau Latour 1945 era stata lasciata per festeggiare il suo 100° compleanno, che non ebbe occasione di festeggiare essendo morto a 93 anni.

Wines of the World ebbe altre due edizioni, rivedute ed aggiornate nel 1972 e nel 1981, quest’ultima è stata tradotta in italiano e pubblicata nell’aprile 1985 dalla Vallardi.
Vi si trova una corposa parte dedicata ai vini italiani -curata da Philip Dallas– ed alle sue denominazioni, che allora erano poco più di 200, dedicando loro oltre 70 pagine s’un totale di 576.
Cosa ben rara a quei tempi, soprattutto in libri scritti da stranieri.

Ma veniamo all’argomento dell’articolo.

Nella parte dedicata ai vini veneti, nello specifico a quelli della provincia di Treviso, oltre ai Prosecco vengono menzionati solamente due altri vini, ecco quanto si trova scritto in merito ad uno di loro “In questa zona è stato prodotto per decenni uno dei più fini vini d’Italia, il Venegazzù, del Conte Piero Loredan, fatto con Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Merlot, Malbec e Petit verdot che viene invecchiato per tre anni in fusti”.

Un’altra citazione dei vini di Venegazzù la troviamo nella Guida ai Vini d’Italia, edita nel 1980 da Mondadori a cura di Lamberto Paronetto, il vino si trova nella categoria Vini da tavola con Indicazione Geografica così descritto: Venegazzù Rosso – Cabernet sauvignon, Cabernet franc, Malbeck e Merlot.

L’azienda e il vino

L’azienda Loredan Gasparini  dal 1973 è di proprietà di Giancarlo Palla.

Il vino più famoso che vi si produce è il “Capo di Stato” Doc Montello-Colli Asolani Venegazzù Superiore.
Il singolare nome parrebbe derivare dal fatto che il vino sia stato molto apprezzato da De Gaulle –che pensava si trattasse di un vino di Bordeaux- che lo aveva assaggiato all’Hotel Gritti, a Venezia.
L’allora produttore, Piero Loredan, fece quindi appositamente realizzare due etichette dal pittore Tono Zancarano riportanti le frasi “des roses pour madame” e “…et pour Monsieur la Bombe” ed inviò le due bottiglie a De Gaulle e signora.
Così nacque il Capo di Stato.

Ora però stiamo parlando di un altro vino, meno famoso del Capo di Stato, ma non per questo meno interessante, si tratta del “Della Casa”.

Solitamente s’intende per Vino della casa quel vino che viene generalmente proposto sfuso in alcune trattorie, dalla qualità a volte improbabile  e del quale ben poco si sa.
Non è certo il caso di questo Montello-Colli Asolani Venegazzù “Della Casa” 2016, vino storico dell’azienda Loredan Gasparini, prodotto sin dagli anni cinquanta da una selezione delle migliori uve di Cabernet sauvignon, Merlot, Cabernet franc e Malbec dei vigneti aziendali, rappresenta in pieno il terroir di Venegazzù.

La sua attuale composizione prevede 70% Cabernet Sauvignon, 15% Merlot, 10% Cabernet Franc e 5% Malbec, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio e l’affinamento in botti di grandi dimensioni per 36 mesi ai quali ne seguono ulteriori 10 di sosta in bottiglia.

Il colore è granato compatto, di buona intensità.
Intenso al naso, balsamico ed elegante, dove un bel frutto rosso che rimanda alla ciliegia ed ai mirtilli è venato da note vegetali di sedano e peperone.
Molto fresco alla bocca, succoso, con spiccata vena acida, il frutto rosso è nuovamente pervaso da piacevoli note vegetali, con trama tannica che ricorda a tratti la pellicina di castagne, lungo ed elegante il suo fin di bocca.
Un vino che esprime appieno l’assoluta particolarità e specificità dei cosiddetti “bordolesi veneti”, sempre caratterizzati da quella leggera vena vegetale che se ben gestita li rende complessi ed eleganti.
Lorenzo Colombo