Io Mazzucato
Brand dalla forte personalità per questa (relativamente) nuova azienda di Breganze.
Marchio che esprime il temperamento del proprietario Andrea Mazzucato, che, come dice lui stesso “in questo modo ci metto la faccia ”.
Andrea e la moglie Laura hanno presentato alcuni dei loro vini alla stampa milanese martedì 12 marzo, presso La Porta del Vino, in Piazza Cinque Giornate.
La Porta del Vino, inaugurata nel novembre 2018 in quello che era uno dei caselli daziari della città di Milano, è ora la sede del Movimento Turismo del Vino Lombardo e vuol essere la casa del vino della città, dove viene dato spazio a tutti i protagonisti del vino italiano.
L’azienda Io Mazzucato dispone di 25 ettari a vigneto nella zona di Breganze, dove, oltre alla Vespaiola, vitigno autoctono del luogo, si coltivano Pinot bianco e grigio, Chardonnay, Carmenere, Merlot, Cabernet sauvignon e Syrah.
Da queste uve si ricavano una decina di vini, per un totale di circa 80 mila bottiglie/anno.
Sei di questi vini, tra i quali tre spumanti abbiamo potuti degustarli, per poi accompagnarli alle preparazioni di baccalà di Antonio Chemello, chef della Trattoria da Palmerino di Sandrigo e membro della Confraternita del Bacalà.
Ecco le nostre impressioni:
– La Cuvée Brut “Io e il Bacalà”
Blend di Vespaiola, Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Grigio in percentuali diverse, la fa comunque da padrone (perlomeno nella bottiglia da noi assaggiata) la Vespaiola, qui presente per il 60%.
Rifermentazione in autoclave (Metodo Charmat lungo) per almeno 5 mesi. 18 mila le bottiglie prodotte.
Il vino è dedicato al Baccalà, come si deduce dal nome e qui Andrea ha voluto fare di più, rinunciando in etichetta al nome aziendale “Io Mazzucato”, sostituito per l’appunto con “Io e il Bacalà”.
Belle sia la cremosità della spuma che l’effervescenza nel bicchiere, il colore è paglierino scarico, luminoso.
Fresco al naso, minerale, verticale, si colgono sentori di frutta a polpa bianca, pesca e mela.
Fresco, sapido, pulito e verticale anche al palato, spiccata la vena acida (e qui entra in gioco la vespaiola), fruttato, molto lunga la persistenza.
Si tratta di un vino che ci ha molto colpito e che si confonderebbe tranquillamente con un Metodo Classico.
A proposito di metodo Classico, sono stati proposti due vini: Spumante Bianco Metodo Classico e Spumante Rosé Metodo Classico, entrambi non sono dosati e s’avvalgono d’una sosta sui lieviti di almeno 36 mesi.
Curiose ed univoche le etichette che ripropongono il numero della bottiglia (vedi foto), entrambi sono frutto di un blend in parti uguali tra Vespaiola e Pinot nero, quest’ultimo, nel caso dello spumante bianco viene vinificato in bianco.
Tra i due abbiamo preferito lo spumante bianco che si presenta con una bellissima effervescenza e con una tonalità paglierina-dorata. Fresco, intenso ed elegante al naso dove si colgono note fruttate e d’erbe officinali. Sapido, fresco e verticale alla bocca, succoso, con spiccata vena acida e lunga persistenza.
Un vino elegante e decisamente interessante.
Lo spumante rosato, anche lui dotato di bella effervescenza, ha un color rosa salmone, intenso al naso dove s’esprime con sentori di piccoli frutti di bosco e di lieviti. Fresco, sapido, asciutto, verticale, dotato di buona struttura e bella vena acida presenta accenni tostati ed un fini di bocca leggermente amarognolo.
Passando ai vini fermi ci è stato proposto per primo il Vespaiolo Superiore Breganze Doc “Land”, frutto di uve Vespaiola in purezza che subiscono un brevissimo (pochi giorni) appassimento in cassetta prima della fermentazione. Quest’ultima avviene per il 605 in barriques e per la parte rimanente in acciaio, negli stessi contenitori il vino s’affina, prima d’essere imbottigliato, contenitore quest’ultimo dove il vino sosta per almeno un anno prima della commercializzazione.
Il colore è paglierino-dorato luminoso; intenso ed ampio al naso dove si colgono sentori di frutta gialla matura, d’arachidi e di nocciole tostate uniti a leggere note di miele. Mediamente strutturato, sapido e verticale, s’esprime anche alla bocca con note di miele, media la sua persistenza.
A seguire due vini rossi, entrambi da uve Merlot.
Il primo è il Merlot Breganze Doc 2015, un vino che s’avvale d’un affinamento in barriques per sei mesi, ai quali ne seguono dodici in acciaio ed ancora sei in bottiglia.
Il colore è granato, profondo e luminoso; Intenso al naso dove si colgono sentori di frutto rosso e peperone. Fresco al palato, con sentori vegetali ed un tannino un poco verde, bella la vena acida e buona la persistenza.
Il secondo vino è il “Land” Rosso Igt Veneto, qui l’affinamento in barriques e tonneaux dura ben 36 mesi, ai quali ne seguono dodici di sosta in bottiglia.
Il colore è simile al precedente, il naso è più ampio e complesso, si colgono note surmature, accenni balsamici e sfumature affumicate. Strutturato, asciutto, con buona trama tannica e bella vena acida, vi ritroviamo i sentori affumicati uniti a note di legno, buona la sua persistenza.
Lorenzo Colombo