Villa Corniole
Ci eravamo già stati alcuni anni fa (vedi) e quindi eravamo preparati al colpo d’occhio che offre la barricaia scavata nella roccia, ma vi possiamo assicurare che la visione della parete di porfido, la cui bellezza è accentuata dalla sapiente illuminazione, lascia sempre incantati.
Parliamo di Villa Corniole, azienda situata nella frazione Verla, del comune di Giovo, in Val di Cembra, che Onorio Pellegrini gestisce con l’aiuto della moglie Maddalena e delle tre figlie.
Una decina d’ettari vitati, tra quelli in proprietà e quelli gestiti da piccoli conferitori, situati in parte in Val di Cembra ed in parte nella Piana Rotaliana.
Se ne ricavano circa 70 mila bottiglie/anno, distribuite su 14 etichette ripartite su tre diverse linee produttive: Pietramontis, Selezioni e Trento Doc.
Ci siamo stati nuovamente a metà luglio ed ovviamente abbiamo assaggiato qualche vino.
Iniziamo quindi la nostra degustazione dai due Trento Doc prodotti, entrambi Blanc de Blancs Millesimati, da uve Chardonnay provenienti da vigneti allevati a pergola trentina, posti a 500 metri d’altitudine alle pendici del Monte Corona, nel comune di Giovo.
Il nome dei due vini “Salìsa” è composto dalle iniziali delle tre figlie (Sara, Linda e Sabina) alle quali sono dedicati.
– Trento Doc “Salísa” Dosaggio Zero Millesimato 2014
Fermentazione in acciaio, con una piccola percentuale (meno del 15%) che la svolge in barriques.
Sosta sui lieviti, dopo la presa di spuma, per almeno 40 mesi.
Color paglierino.
Bel naso, intenso ed elegante, con accenni di miele.
Fresco e sapido, minerale, con spiccata vena acida e lunga persistenza; al palato tornano i sentori di miele.
– Trento Doc “Salísa” Brut Millesimato 2015
Fermentazione in acciaio e sosta sui lieviti in bottiglia per almeno tre anni.
Color paglierino scarico luminoso.
Naso maturo, frutto giallo, pesca.
Di buona struttura, verticale, ritroviamo alla bocca i sentori di frutto giallo maturo (pesca)lunga la persistenza.
Pietramontis
Sono sette i vini che compongono questa linea, cinque bianchi e due rossi, noi ne abbiamo assaggiati tre:
– Trentino Doc Superiore Müller Thurgau
Le uve provengono da diversi vigneti situati in Valle di Cembra ad altitudini variabili tra i 600 e gli 800 metri slm, i suoli sono di natura porfirica parzialmente calcarei; il sistema d’allevamento è in parte a pergola trentina ed in parte a Guyot.
Vinificazione ed affinamento si svolgono in vasche d’acciaio.
Due le annate che abbiamo degustato:
– 2018 – Color paglierino di buona intensità.
Intenso al naso con netti sentori vegetali ed accenni aromatici.
Di buona struttura e complessità, sapido, note aromatiche e fin di bocca su sentori di salvia.
– 2017 – Color verdolino luminoso, sembra più giovane del precedente.
Al naso presenta leggere note idrocarburiche che si ritrovano alla bocca, dotata di buon complessità e lunga persistenza.
– Vigneti delle Dolomiti Igt Pinot Grigio Ramato 2017
Dalla Valle di Cembra si scende nella Piana Rotaliana, qui, nel comune di Mezzolombardo, su suoli alluvionali con grande capacità di drenaggio, si trovano i vigneti, allevati in parte a pergola trentina ed in parte a Guyot, per la produzione di questo vino.
Dopo la diraspatura le uve rimangono per alcune ore in pressa, per ottenere il tipico color ramato; la fermentazione si svolge in parte in acciaio e parte in barriques dove il vino matura per circa un anno prima dell’imbottigliamento.
Il colore vira dal rosa antico al ramato.
Al naso si colgono sentori di fieno, note tropicali e di frutto giallo maturo e leggeri accenni tostati.
Il frutto giallo maturo torna al palato, dove si percepiscono accenni tannici, lunga la sua persistenza.
– Teroldego Rotaliano Doc 2016
Ovviamente siamo ancora nella Piana Rotaliana, di cui il Teroldego è il vitigno principe; il sistema d’allevamento è in parte a pergola trentina ed in parte a Guyot.
La fermentazione avviene in acciaio, dove la maggior parte del vino sosta in affinamento, mentre una piccola porzione matura in barriques. Dopo l’assemblaggio il vino riposa per alcuni mesi in bottiglia.
Il colore è granato, di buona profondità.
Intenso al naso, speziato (pepe) e fruttato.
Alla bocca si colgono note aromatiche e pepate, lunga la sua persistenza.
Uno solo il vino assaggiato appartenente alla linea Selezioni, composta da cinque vini, -la colpa è nostra, a causa dell’arrivo in ritardo in cantina e quindi del poco tempo a disposizione-, si tratta dell’Igt Vigneti delle Dolomiti “Kròz” Bianco dell’annata 2016.
Frutto di un blend tra Chardonnay (80%) e Müller Thurgau (20%), le uve provengono da vigneti allevati a pergola trentina, situati in Val di Cembra su terrazzamenti posti ai piedi del Monte Corona; quelli dello Chardonnay sono posti a 500 metri d’altitudine, mentre quelli del Müller ad oltre 800 metri slm, su suoli di natura calcarea.
Il Müller Thurgau e metà dello Chardonnay fermentano e s’affinano in vasche d’acciaio, l’altra metà dello Chardonnay in barriques.
Il colore è paglierino-verdolino.
Elegante e complesso al naso, sulfureo-roccioso, con accenni aromatici.
Strutturato, presenta una nota boisèe e sentori dati dal legno ancora un poco da digerire.
Lorenzo Colombo