I vini dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige
L’Istituto Agrario di San Michele all’Adige fa parte del complesso della Fondazione Edmund Mach ed è stato fondato nel gennaio 1874.
L’Azienda agricola, parte integrante del comprensorio, dispone di 120 ettari a coltura, di cui sessanta- a vigneto distribuiti su una decina di corpi aziendali collocati nelle più vocate zone vitivinicole del trentino.
Ne fanno parte inoltre un’ottantina di ettari a bosco.
Oltre ad occuparsi di produrre frutta ed uva, e della trasformazione di quest’ultima in vino e distillati, l’Azienda agricola dell’istituto svolge anche un’importante funzione come supporto alla ricerca ed alla sperimentazione svolti da altre branchie della Fondazione, ed è anche oggetto dell’attività didattica e formativa del Centro Scolastico.
Dalla cantina dell’Istituto, situata all’interno del monastero agostiniano, risalente al XII secolo, ampliata più volte nel corso dei secoli e dotata delle più moderne tecnologie, escono ogni anno circa 240 mila bottiglie di vino e circa 13 mila di spumanti Metodo Classico.
Le etichette prodotte sono una trentina, suddivise in diverse linee produttive; la linea Fondazione Edmund Mach, comprende diciotto etichette tra vini bianchi e rossi, tutti monovarietali.
La linea Castel San Michele è riservata a due soli vini, un classico taglio bordolese ed uno da une Incrocio Manzoni 6.0.13.
La linea Monastero, nata nel 2000, è riservata ai Cru aziendali e comprende otto vini tra bianchi e rossi.
Ci sono poi due vini, uno Chardonnay e nuovamente un taglio bordolese, chiamati Navicello; si tratta di vini biologici le cui uve provengono dall’appezzamento Navicello, vicino a Rovereto.
L’ultima linea definita “Speciali” comprende due Trento Doc e due vini passiti.
Si producono inoltre circa 7mila bottiglie tra grappe e distillati.
Noi abbiamo avuto l’opportunità di assaggiare alcuni vini appartenenti alla linea Fondazione Edmund Mach, due bianchi e due rossi. Ecco le nostre impressioni:
– Trentino Doc Pinot Bianco 2017
Le uve provengono da due diversi appezzamenti, il primo è dato dal vigneto Pozza, situato nei pressi di Faedo, collocato a 225 metri d’altitudine su suoli a prevalenza calcarea, messo a dimora nel 2009 ed allevato a pergola trentina con densità di 4.500 ceppi/ettaro; il vigneto Vigalzano si trova invece nel comune di Pergine Valsugana, a 500 metri d’altitudine, su affioramenti scistosi; l’impianto, sempre a pergola trentina, risale al 2011 e la densità è di 4.200 ceppi/ettaro.
La fermentazione si svolge parte in acciaio e parte in piccole botti di rovere, con lunga permanenza sulle fecce. Se ne producono 10.000 bottiglie.
Color giallo paglierino luminoso, di buona intensità.
Intenso al naso dove s’esprime con note d’erbe aromatiche, camomilla, timo, frutta a polpa bianca, accenni d’agrumi.
Fresco e succoso, sapido, intenso nei suoi sentori di pesca bianca, accenni speziati che rimandano al pepe bianco e note di pompelmo, buona la vena acida e lunga la persistenza.
– Trentino Doc Nosiola 2017
Le uve provengono dal già citato appezzamento di Vigalzano (vedi Pinot bianco), simile anche la densità d’impianto ed il sistema d’allevamento, con resa di 80-90 q.li/ettaro.
La vinificazione avviene in acciaio con lunga permanenza sulle fecce fini.
La produzione è di 11.000 bottiglie/anno.
Il colore è paglierino luminoso con riflessi dorati.
Intenso e pulito al naso dove si colgono sentori d’erbe officinali, fieno, camomilla, frutta gialla ed agrumi.
Fresco ed intenso al palato, sapido, tornano i sentori di fieno, camomilla, frutto giallo ed agrumi, note di salvia sulla lunga persistenza.
– Trentino Doc Marzemino 2016
Le uve provengono dall’appezzamento Navicello, situato nel comune di Rovereto, lungo il corso dell’Adige, su suoli di natura alluvionale; messo a dimora nel 1989 e nel 2008, con densità di 4.200 ceppi/ettaro, è allevato a pergola trentina.
Vinificato in acciaio, con macerazione di pochi giorni, matura, sempre in acciaio, per sei mesi.
La produzione è di 9.000 bottiglie/anno.
Purpureo e profondo il colore, luminoso.
Intenso al naso dove presenta sentori di frutta scura, more, ribes nero, frutta secca (prugna), note speziate che rimandano al pepe, accenni di cacao e d’erbe officinali essiccate, fresco.
Di buona struttura, sapido, fresco, con bella vena acida, con tannino importante ma mai in eccesso, tornano le dolci note fruttate di more, piacevolmente amaricante la lunghissima persistenza.
– Teroldego Rotaliano Doc 2017
Le uve provengono dalla zona di produzione Piccoli, si tratta di appezzamenti situati a 200 m s.l.m. nella Piana Rotaliana sul largo conoide del torrente Noce, su suolo alluvionale, di natura calcarea, profondo e ben drenato, a tessitura franco-sabbiosa.
L’impianto dei vigneti è stato effettuato negli anni 1978, 1982 e 1990, con densità di impianto di 3.500 ceppi/ettaro, allevati a pergola doppia.
La vinificazione si svolge in acciaio, mentre l’affinamento in botti di rovere per un periodo di sei mesi.
Se ne producono 14.000 bottiglie/anno.
Molto intenso il colore, violaceo impenetrabile.
Intenso al naso, fresco, si colgono sentori di frutta rossa in confettura, prugna secca, marasca matura, vaniglia e cannella.
Mediamente strutturato, asciutto, con tannini decisi ma vellutati, buona la vena acida, sapido, con accenni mentolati, lunga la persistenza su sentori di liquirizia, fin di bocca leggermente amaricante.
Lorenzo Colombo