La Slina: Dolcetto di Ovada Doc “UO’” 1999

Aprire una bottiglia di vino con vent’anni anni sulle spalle è sempre un’operazione da terno al lotto, tanto più se si tratta di un Dolcetto.
Le probabilità che questo vino finisca direttamente nel lavabo della cucina sono assai elevate, ma d’altra parte, chi ha un nutrito numero di vecchie bottiglie in cantina, primo o poi le dovrà pure aprire, correndo questo rischio.
Questa volta però la sorpresa è stata positiva.

Non crediamo che questo vino sia ancora prodotto, non l’abbiamo trovato nel catalogo dell’azienda, avevamo acquistato la bottiglia molti anni fa in occasione di una manifestazione dedicata ai Dolcetto che si teneva a Castelletto d’Orba, e come tante altre bottiglie era rimasta sugli scaffali, in cantina, senz’essere mai consumata.

Nel bicchiere si presenta con un color granato con unghia mattonata, nonostante la carica antocianica dei dolcetto, che li rende violacei in gioventù, gli anni trascorsi si vedono tutti.
Al naso il vino è poco intenso, necessita di tempo per aprirsi, le note che quindi lentamente si sprigionano sono di tipo terziario, evolutivo, si percepiscono così sentori balsamici, di sottobosco, funghi, cuoio, erbe secche, leggera confettura e si colgono anche i primi sentori di mela matura, inizio d’un processo ossidativo.
Alla bocca la struttura del vino regge ancora, i tannini hanno compiuto un buon lavoro, prolungandone la vita, anche se si colgono leggeri accenni ossidativi, curiosamente si coglie una certa vena acida, solitamente un poco carente nei dolcetto, anche al palato si percepisce una leggera nota di confettura unita a tenui note speziate mentre il fin di bocca è lunghissimo e chiude su ricordi di radice di liquirizia.
Lorenzo Colombo
pubblicato in origine su www.vinealia.org