, ,

Castello di Meleto

Curiosa la storia del Castello di Meleto, le cui prime testimonianze risalgono all’XI secolo, non solamente quella antica, piena di vicissitudini, ma anche quella assai più recente, legata all’iniziativa di un editore milanese, Gianni Mazzocchi, presidente dell’Editoriale Domus (leggi Quattroruote e Quattrosoldi), che nel 1968 fonda la società Viticola Toscana e lancia una pubblica sottoscrizione per l’acquisto di una fattoria.
Il successo è immediato, oltre 1.500 adesioni permettono l’acquisto della Fattoria di Meleto, del castello, del convento per oltre 1.400 ettari d’estensione.

Attualmente l’azienda produce una decina d’etichette suddivise in diverse linee produttive.

Due le novità che Castello di Meleto ha presentato al Vinitaly, e che noi abbiamo potuto degustare, assieme ad altri vini dell’azienda di Gaiole in Chianti.
Si tratta dello Spumante Brut “Colto alle Bolle”, nuovo prodotto delle linea Borgaio e del “Vigna Poggiarso”, Chianti Classico Riserva 2016.

Il primo vino, blend di sangiovese e pinot nero, spumantizzato in autoclave e prodotto in 20mila bottiglie, si presenta con un color rosa luminoso. Intenso e fresco al naso, dai piacevoli sentori di piccoli frutti di bosco.
Fresco al palato, con effervescenza decisa, pulito, dalla piacevole beva dove si ritrovano i frutti di bosco e dalla buona persistenza.

Il Vigna Poggiarso è prodotto da uve sangiovese in purezza, provenienti da un vigneto collocato a 530 metri d’altitudine, in una zona arida (lo dice il nome stesso del vino) e fredda, il suolo argilloso è ricco di alberese e galestro e le escursioni termiche tra giorno e notte sono molto elevate, l’impianto è del 2000.

Il vino ha un color rubino luminoso, elegante e fresco al naso, pulito, con sentori di frutto rosso maturo.
fresco, minerale, sapido, croccante e succoso alla bocca, con bella trama tannica, sentori di frutto rosso e lunga persistenza. Un vino nitido.

Dopo queste due novità proseguiamo la degustazione rimanendo nell’ambito dei Chianti Classico.

Chianti Classico 2017 Meleto
Sangiovese in purezza, da uve provenienti dai vigneti di Meleto, Casi e Poggiarso situati nel comune di Gaiole in Chianti,  i suoli sono composti da arenaria, alberese, argilla e galestro. Le date degli impianti variano dal 1970 al 2000, come pure variano i sistemi d’allevamento, dal Guyot al Cordone Speronato all’Alberello.
La fermentazione alcolica si svolge in acciaio, mentre la malolattica in cemento, il vino sosta quindi in botti di rovere di slavonia da 54 ettolitri per quindici mesi.

Il colore è rubino luminoso; bel naso, intenso e balsamico, con sentori di frutta rossa ed accenni autunnali.
Fresco e sapido al palato, con un bel frutto ed una buona trama tannica, piacevole la beva e buona la persistenza.

Chianti Classico Riserva “Vigna Casi” 2015
Sangiovese in purezza, le uve provengono dal vigneto Casi, situato a 400 metri d’altitudine si suoli argillosi composti da alberese e galestro e ricchi di minerali: ferro, zolfo, quarzo,impiantato tra il 1990 ed il 1995 con sistemi d’allevamento parte a Cordone Speronato e parte ad Alberello.
Fermentazione in tini di legno troncoconici seguita da malolattica in vasche di cemento, affinamento per diciotto mesi parte in botti di rovere e parte in barriques.

Color rubino-granato luminoso.
Balsamico al naso, con sentori di frutto rosso maturo, humus, note d’umidità, sottobosco.
Di buona struttura, succoso, asciutto, con buona trama tannica e lunga persistenza.
Un gran bel vino.

 – Chianti Classico Gran Selezione 2015
Le uve, sempre Sangiovese in purezza, provengono dai vigneti di Casi e San Pietro, impiantati dal 2000 al 2003 ed allevati a Cordone Speronato e ad Archetto Toscano.
Prima della fermentazione alcolica, svolta in tini troncoconici, le uve vengono raffreddate per ventiquattro ore in celle frigorifere, il vino viene quindi trasferito direttamente in barriques dove sosta per un periodo variabile tra i ventiquattro ed i trentasei mesi.

Granato-rubino luminoso.
Delicato al naso, elegante, balsamico, mentolato.
Fresco ed elegante alla bocca, mentolato, verticale, con belle trama tannica e lunga persistenza su note di bastoncino di liquirizia.
Un vino giocato più sull’eleganza che non sulla potenza.
Lorenzo Colombo