Le 25 vendemmie di Vallarom

La storia dell’azienda Vallarom ha inizio nel 1963 quando Ezio Scienza e la moglie Giuseppina acquistano un antico maso le cui prime notizie risalgono alla fine del Quattrocento, lo restaurano nel corso degli anni e vi mettono a dimora le prime barbatelle.

Oggi l’azienda, situata ad Avio, su un conoide di matrice calcarea, è gestita dalla terza generazione, composta da Filippo Scienza, la moglie Barbara ed il figlio Riccardo che conducono in regime biologico sette ettari di vigneti ricavandone annualmente circa 30.000 bottiglie.

Nuovo impianto

In occasione della 25ª vendemmia l’azienda ha organizzato, presso la sua sede, una corposa degustazione che prevedeva numerose verticali di Metodo Classico, Chardonnay, Pinot Nero,  Enantio e Fuflus, risalendo per alcuni vini sino all’annata 1999.

Si è quindi avuto modo di conoscere la storia di quest’azienda e di toccare con mano il percorso che l’ha portata alla produzione attuale assaggiando sia vini ancora prodotti che altri frutto del passato per un totale di quasi una trentina campioni.

Ecco quant’abbiamo potuto degustare:

Il Metodo Classico

VSQ VO’ Brut Dosaggio Zero
Prodotto con uve Chardonnay provenienti da un vigneto messo a dimora nel 1985 su suolo calcareo-dolomitico, allevato a pergola trentina semplice con densità d’impianto di 4.200 ceppi/ha e con resa di 75 q.li/ha.
Vinificazione ed affinamento in vasche d’acciaio (il 20% del mosto fermenta in barrique dove poi il vino s’affina per dieci mesi, la spumantizzazione prevede una sosta sui lieviti in bottiglia di almeno 30 mesi.

 – VO’ Brut Dosaggio Zero 2020 – 24 mesi sui lieviti
Color paglierino.
Bel naso, pulito, buona intensità, frutta tropicale, pesca gialla, accenni di biscotto, note d’agrumi.
Buona l’effervescenza, cremoso, frutta tropicale, mela, agrumi freschi, sapido, buona vena acida, lunga la persistenza.

 – 2015 – 72
Settantadue mesi sui lieviti danno adito ad un vino dal color paglierino con riflessi dorati.
Di discreta intensità olfattiva, elegante, ricordi mela gialla e pesca gialla, sentori di briosce.
Buona la struttura, vi ritroviamo la mela, piacevoli accenni ossidativi, sapido, cremoso, buona la sua persistenza.

 – 2012 – 120
Questa volta i mesi sui lieviti sono ben centoventi ed il vino assume un color giallo dorato luminoso.
Intenso al naso, sentori di pane, pasticceria, mela e pesca gialla matura, accenni di zucchero vanigliato.
Buona la struttura, note tostate, sapido, cremoso, mela, lunga persistenza.

VO’ 2017 Sboccatura 2020
Giallo dorato di buona intensità.
Note ossidative, mela matura, legno dolce
Note piccanti, piacevoli accenni ossidativi, note tostate, legno percepibile, buona la vena acida, lunga la persistenza.

VO’ 2012 Sboccatura 2015
Non molto intenso al naso.
Legno percepibile, balsamico, buona vena acida, buona la persistenza.

VO’ 2011 – Sboccatura 2014
Color paglierino di buona intensità.
Non molto intenso al naso, frutta a polpa gialla, mela matura.
Intenso anche al palato, note di legno, spiccata vena acida, agrumato, tostato, buona la persistenza.

Dopo questa scorpacciata di Metodo Classico si passa alla degustazione degli Chardonnay.
Situato su un suolo calcareo-dolomitico l’impianto è stato messo a dimora nel 1982 ed è condotto a Pergola semplice trentina con densità di 4.800 ceppi/ha la resa è di 65 q.li/ha.
Dopo la fermentazione il vino viene posto in barriques dove sosta per circa nove mesi ai quali ne seguono ulteriori sei di riposo in bottiglia.
La produzione annuale è di circa 6.000 bottiglie.

Chardonnay 2021
Color paglierino di buona intensità.
Buona l’intensità olfattiva, note vanigliate, frutta a polpa gialla, pesca gialla, legno dolce.
Dotato di buona struttura, morbido, con buona vena acida, fresco e sapido, frutto a polpa gialla, lunga la persistenza.

Chardonnay Scienza Filippo
Le uve provengono da un vigneto di 1,2 ettari situato a Lavine e posto a 260 metri d’altitudine su suolo calcareo-dolomitico, allevato a pergola trentina semplice è esposto a Sud, Sud-Ovest, messo a dimora nel 1982 ha una densità d’impianto di 5.200 ceppi/ha e la sua resa è di 45 q.li/ha.
Vinificazione ed affinamento si svolgono in barriques dove il vino sosta per 10 mesi, seguono ulteriori dieci mesi di riposo in bottiglie prima della commercializzazione.
Viene prodotto unicamente nelle migliori annate.

Messa a dimora

Chardonnay Filippo Scienza 2020
Color paglierino luminoso.
Mediamente intenso al naso, note balsamiche, frutta a polpa gialla, pulito.
Buona struttura, morbido e succoso, frutta tropicale, bella vena acida, leggere note piccanti, buona complessità, lunga la persistenza. Notevole.

Chardonnay 2013
Color giallo dorato.
Buona l’intensità olfattiva, legno dolce percepibile, accenni tostati.
Vaniglia, legno dolce, pesca gialla, buona struttura, discreta la persistenza.

Chardonnay 2008
Giallo dorato luminoso.
Buona intensità, leggere note ossidative, accenni di radici.
Asciutto, leggeri accenni ossidativi, buona vena acida, complesso, lunga la persistenza.

Chardonnay 2005
Color oro antico luminoso.
Non molto intenso, al naso.
Secchino, asciutto, leggere note di legno, buona vena acida, buona la persistenza.

Chardonnay 2001
Tendente all’ambrato.
Note ossidative.

Passiamo quindi ai vini rossi, iniziando con i Pinot Nero
Gli impianti sono stati messi a dimora nel 1965 con sistema d’allevamento a pergola e nel 1991 con allevamento a Guyot, le densità d’impianto sono rispettivamente di 5.200 ceppi/ha per la pergola e di 6.500 ceppi/ha per la spalliera, la resa per ettaro è di 45-50 q.li.
La vinificazione prevede una macerazione sulle bucce per una decina di giorni mentre l’affinamento s’effettua in barriques dove il vino rimane per 14 mesi ai quali seguono ulteriori 24 mesi di riposo in bottiglia.
La produzione annuale è di circa 8.000 bottiglie.

Pinot nero 2022
Color granato di media intensità.
Frutta rossa selvatica, note balsamiche.
Fresco alla bocca, accenni di radici, frutti selvatici, legno percepibile, sapido, buona la persistenza.

Pinot Nero Filippo Scienza 2020
Prodotto unicamente in annate particolari con uve provenienti dal vigneto Masi messo a dimora nel 1991 e situato a 270 metri d’altitudine, la sua superficie è di 0,7 ettari, il sistema d’allevamento è a Guyot con una densità di 6.500 ceppi/ha.
La vinificazione avviene in tini troncoconici di rovere di Slavonia, quindi il vino s’affina in barriques per 18 mesi ai quali seguono 12 mesi di sosta in bottiglia.

Color granato con unghia aranciata.
Mediamente intenso al naso, elegante, balsamico, bel frutto.
Discreta struttura, succoso, leggeri accenni piccanti, frutto rosso selvatico, buona la persistenza.

 – 2008 – Granato non molto intenso.
Buona l’intensità olfattiva, frutto maturo, ciliegia selvatica, balsamico.
Legno dolce, balsamico, accenni affumicati, sapido, buona la persistenza.

2006 – Granato mattonato, unghia aranciata.
Sentori di radici.
Radici, asciutto, note di legno.

2003 – Granato-mattonato, unghia aranciata.
Buona intensità, legno dolce, note balsamiche, ciliegia selvatica.
Asciutto, accenni di legno dolce, accenni di radici, buona la persistenza.

1999 – Mattonato, unghia aranciata.
Buona intensità olfattiva, note balsamiche, legno dolce.
Asciutto, balsamico, bella vena acida, legno percepibile, buona la persistenza.

Enantio
L’Enantio, conosciuto anche come Lambrusco a foglia frastagliata, è un vitigno autoctono della Valle dell’Adige, che spesso, a causa del suolo sabbioso dove solitamente viene coltivato, si presenta ancora franco di piede, ovvero non innestato su radice americana.
Solitamente viene allevato a pergola con bassa densità d’impianto, ovvero inferiore ai 3.000 ceppi/ha).

Enantio 2023
Il vigneto, situato su suolo composto da sabbia quarzifera, è allevato a pergola trentina doppia con densità di 3.200 ceppi/ha e dà una resa di 90 q.li/ha.
La fermentazione avviene in anfore Tava e l’affinamento si svolge in barriques usate dove il vino sosta per sei/otto mesi.
La produzione annuale è di circa 2.500 bottiglie.

Rubino luminoso, molto bello.
Intenso al naso, ciliegia matura, pulito, accenni di spezie dolci.
Fresco, succoso, ciliegia, sapido, bella vena acida, lunga la persistenza.
Un vino semplice e dalla piacevolissima beva.

2015 – Granato-rubino luminoso di buona intensità.
Buona intensità balsamico, frutto rosso maturo, spezie dolci.
Frutto rosso maturo, accenni di legno, buona persistenza.

 – 2014 – Granato di buona profondità.
Buona intensità, balsamico, legno dolce, bel frutto.
Buona struttura, accenni piccanti, un poco asciutto, tannino importante, accenni di legno, buona la persistenza.

2012 – Granato molto scarico.
Buona intensità olfattiva, note aromatiche, rimandano alle rose.
Note aromatiche, ricordi di rose.
Ci ha ricordato un Pelaverga.

2008 – Granato di buona profondità.
Buona intensità, legno dolce, note balsamiche.
Discreta struttura, accenni di legno, note tanniche, asciutto.

Fuflus
Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot e Cabernet Franc provenienti da un vigneto messo a dimora nel 2000  su suolo calcareo di natura dolomitica, la densità d’impianto è di 6.500 ceppi/ha e la resa è di 90 q.li/ettaro.
Vinificazione con macerazione sulle bucce per 15-18 giorni e maturazione in barrique per 18 mesi e per altrettanti in bottiglia.
Circa 9.000 le bottiglie prodotte annualmente.

L’annata in commercio, la 2019, si presenta di un bel rosso rubino pieno e si contraddistingue per sentori di frutta matura contornati da accenni speziati. Grande la struttura e buona la persistenza supportata dalla freschezza e da un tannino sottile. Nel finale di bocca, elegante, ritornano le note di frutta matura.

Il millesimo 2016 si discosta per un olfatto maggiormente vegetale. La bocca è piena e integrata nelle sue componenti. L’acidità è ancora viva e il finale rimanda a frutta matura.

La 2015 volge verso note tostate con accenni fumé e di frutta sotto spirito. Ancora interessante la verticalità e la persistenza.

L’annata 2014, tragica dal punto di vista climatico, è quella che ci ha maggiormente colpito. Dal colore rubino inteso e luminoso, si apre con sentori di frutta matura, mora e prugna, a cui si uniscono toni speziati e un accenno vegetale. Il sorso, che si manifesta ancora giovanile, risulta dalla buona struttura e dalla grande eleganza. Ancora viva l’acidità che contribuisce all’ottima bevibilità.

Campi Sarni 2008
Cabernet Franc

Dal colore rosso rubino pieno, fatica ad esprimersi al naso dal quale emergono note vegetali, che rimandano al varietale. Pieno al palato che tende ad allargarsi a centro bocca, soffre un poco per la mancanza di una spinta fresca che apporti tensione e verticalità.
Lorenzo Colombo

PS: le note di degustazione dei Fuflus e del Campi Sarni sono opera di Paolo Valente che gentilmente ce le ha concesse.