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MonteRosola

Venerdì 10 maggio è stata presentata alla stampa la nuova cantina di MonteRosola, situata in località Pignano, nel comune di Volterra, a 400 metri d’altitudine.
In questa località si è coltivato la vite e l’olivo sino agli anni ’50 del secolo scorso, è quindi seguito un periodo d’assoluto abbandono e, vent’anni fa, nel 1999 Monte Rosola è rinata, con l’impianto di un oliveto e di poco più di sette ettari a vigneto.
Nel 2013 è avvenuto un cambio di proprietà e la tenuta è stata acquistata dalla famiglia svedese Thomaeus che ha acquisito anche i terreni circostanti per una superficie totale di 125 ettari in corpo unico attorno all’abitazione ed alla nuova avveniristica cantina, la costruzione della quale cantina è iniziata nel 2016 sotto la direzione dello studio architettonico di Paolo Prati.

Attualmente la superficie vitata conta diciannove ettari (undici dei quali in produzione), mentre il progetto è quello d’arrivare a venticinque ettari a vigneto, nei nuovi impianti, accanto ai classici vitigni internazionali quali Merlot, Syrah e Cabernet, si è dato spazio a Sangiovese, Grechetto e Vermentino.

Sin da subito Ewa e Beng Thomaeus hanno puntato s’una viticoltura biologica, ottenendo la certificazione nel 2018.

La cantina, completamente autosufficiente in quanto ad energia, in quanto dotata di impianto geotermico, ha richiesto tre anni di lavoro per la sua costruzione.
Un’intercapedine tra la cantina stessa ed il terreno fa si che ci sia un costante circolazione dell’aria ed alloggia inoltre tutti gli impianti.
I vasi vinari sono costituiti da quattordici vasche in cemento non vetrificato “Tulipe”.
Innovativa anche la sala di degustazione, composta da quattro diverse postazioni autosufficienti in grado di ospitare quattordici persone cadauna ed usufruibili anche dai disabili.

I vini prodotti sono cinque, tutti Igp Toscana, oltre ai tre sotto descritti, oggetto della miniverticale alla quale abbiamo partecipato, si producono anche il bianco Primopasso (50% Grechetto, 30% Viogner, 20% Manzoni) ed il rosso Corpo Notte (70% Sangiovese; 30% Cabernet sauvignon).

Ma veniamo alle nostre mini-verticali (la descrizione del colore dei vini è piuttosto approssimativa, mancando, nella sala di degustazione, una corretta illuminazione):

La prima cosa che risulta evidente è il cambio di stile tra i vini del 2013, dove l’uso del legno era gestito in maniera un poco disinvolta e che quindi lasciava tracce notevoli della sua presenza nei vini, e le annate successive, decisamente più equilibrate, complesse ed eleganti, mentre tra i vini dell’annata 2016 e quelli delle 2015 abbiamo in genere preferito quest’ultimi.
Le uve dei tre vini degustati, tutti Igt Toscana,  provengono dai poco meno di due ettari del vigneto storico.

Crescendo I.G.P. Toscana rosso (100% Sangiovese)

2016 – Color granato con unghia aranciata.
Intenso al naso, speziato, presenta note balsamiche e sentori di sottobosco con accenni di legno.
Fresco ed asciutto, pulito, succoso, con bella trama tannica e lunga persistenza su note di liquirizia.

2015 – Granato luminoso.
Elegante la naso, balsamico, con un bel frutto ed una speziatura dolce, sentori di tabacco dolce.
Discretamente strutturato, elegante, con bella trama tannica, lunga persistenza su sentori di liquirizia.

 – 2013 – Color granato, unghia aranciata.
Buona l’intensità olfattiva, austero, con sentori di liquirizia.
Asciutto, tannino importante e legno percepibile, buona la persistenza.

Canto della Civetta I.G.P. Toscana (100% Merlot)

2016 – Color granato luminoso.
Di buona intensità olfattiva, note balsamiche, sentori surmaturi, prugna, marasche mature.
Buona la struttura, succoso, frutto rosso maturo e spezie dolci, liquirizia forte.

2015 – Granato intenso.
Buona l’intensità olfattiva, sentori di prugne, confettura, tabacco dolce.
fresco e succoso, con belle trama tannica e buona vena acida, lunga la persistenza.

2013 – Color granato.
Intenso al naso, tostato, sentori di caffè.
Asciutto, legno in evidenza, note tostate, buona la vena acida. 82-83

Indomito I.G.P. Toscana (75% Syrah, 25% Cabernet Sauvignon) – (In alcune annate si tratta di Syrah in purezza)

2016 – Color rubino-granato.
Buona l’intensità olfattiva, balsamico, legno dolce e spezie dolci.
Succoso, bel frutto, spezie dolci, buona la persistenza.

2015 – Rubino-granato luminoso.
Di buona intensità olfattiva, frutto rosso dolce e spezie dolci.
Asciutto e succoso, con bella trama tannica e lunga persistenza. Buona l’eleganza.

2013 – Granato luminoso.
Discreta l’intensità olfattiva, sentori tostati-affumicati.
Di media struttura, asciutto, con tannini decisi e legno percepibile, buona la persistenza. 83

In conclusione abbiamo potuto assaggiare  tre vini da monovitigno (ovviamente ancora in fase d’affinamento) dell’annata 2018, la prima dove le lavorazioni sono state effettuate nella nuova cantina, con l’utilizzo delle vasche in cemento “Tulipe”.
Le uve provengono dai nuovi impianti, messi a dimora nel 2015 e in parte nel 2016.
Ci è parso, che al di là della loro gioventù, e dell’estrema gioventù dei vigneti, promettano piuttosto bene.

Sangiovese (in affinamento in botte da 10 ettolitri)
Intenso al naso, profumato, floreale-fruttato, presenta note aromatiche.
Bel frutto, tannini leggermente vegetali, aromatico, lunga la persistenza.
Un vino ancora assai difficilmente inquadrabile, essendo decisamente giovane.

Merlot (in affinamento in una barrique usata più volte)
Buona l’intensità olfattiva, balsamico, legno dolce, frutto rosso dolce, accenni aromatici.
Fresco, sapido e succoso, con un bel frutto, note dolci e lunga persistenza.

Cabernet franc (in affinamento in botte da 25 ettolitri)
Si tratta della prima vendemmi di quest’uva, il vigneto infatti è stato piantato nel 2016.
Color rubino.
Intenso al naso, fresco, balsamico, elegante, presenta note aromatiche.
Fresco e succoso, con un bel frutto e piacevoli sentori di peperone.
Lorenzo Colombo