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Usiglian del Vescovo: verticale di Il Barbiglione

Avevamo scritto in merito a quest’azienda nel dicembre 2019 -vi quindi rimandiamo a quell’articolo per maggiori informazioni- quando avevamo effettuato una panoramica dei vini prodotti, questa volta invece Francesco Lomi, direttore di produzione di Usiglian del Vescovo ci ha voluto presentare una verticale di cinque annate di Il Barbiglione, un Doc Terre di Pisa Rosso che è il vino più rappresentativo dell’azienda, quello che meglio raffigura le caratteristiche del territorio di provenienza, formato da sabbie marine con presenza di conchiglie.
Si tratta di un vino dove lo Syrah è sempre stato la sua componente principale per poi divenire, nel corso degli anni, l’unico vitigno utilizzato.

Le uve provengono da un vigneto posto a Palaia, a 255 metri d’altitudine, allevato a Guyot con densità di 5.000 ceppi/ettaro.

Ecco le annate degustate:

 – 2015 – 75% Syrah, 15% Cabernet sauvignon, 10% Merlot
Le uve, raccolte separatamente a causa delle diverse epoche di maturazione, sono stata dapprima selezionate s’un tappeto vibrante, dopo la pigiatura è stata effettuata la fermentazione parte in acciaio e parte in tini troncoconici di rovere mentre la malolattica è stata svolta in vasche di cemento.
Il vino è maturato parte in barriques e parte in tonneaux un terzo dei quali nuovi dov’è rimasto per 12 mesi ai quali sono seguiti 18 mesi d’affinamento dopo l’imbottigliamento.

Molto bello il colore, granato profondo e compatto.
Buona la sua intensità olfattiva come pure l’ampiezza, la complessità e l’eleganza, il vino presenta note scure di frutta a bacca nera, radici, tabacco, accenni di cuoio, legno dolce e accenni balsamici.
Strutturato, con tannini importanti ma ben integrati, buona la sua vena acida, sentori di radici, legno percepibile ma non invasivo, buona la persistenza.
L’abbiamo ritenuto il vino più completo e godibile della batteria.

 – 2016 – La percentuale dei vitigni è la medesima del vino dell’annata precedente come pure è simile la vinificazione.
Cambia leggermente il periodo d’affinamento che in questo caso è di 14 mesi mentre non cambiano i contenitori dov’esso si svolge, sempre 18 il periodo di sosta in bottiglia.

Color prugna, intenso e luminoso, molto bello.
Un poco chiuso e compresso al naso, più delicato rispetto all’annata precedente, elegante, note balsamiche e di legno dolce, vaniglia.
Speziato, con bella trama tannica e buona vena acida, tannino un poco asciutto, sentori di tabacco, lunga la sua persistenza.

 – 2017 – Da quest’annata in poi si passa all’utilizzo del solo vitigno Syrah la cui resa per ettaro in quest’annata è stata di 43 q.li, vinificazione ed affinamento -per 12 mesi- rispettano quelli degli anni precedenti, seguono i soliti 18 mesi di riposo in bottiglia.

Molto bello il colore, rubino profondo e luminoso.
Buona la sua intensità olfattiva, frutto rosso maturo, speziato, sentori balsamici e di legno dolce, note vanigliate.
Intenso e strutturato, bel frutto, note piccanti e pepate, bella vena acida, trama tannica in equilibrio, lunga la persistenza.
Il cambio di registro rispetto alle due annate precedenti si nota ed è dovuto in buona parte all’utilizzo del solo Shiraz, ma anche, secondo noi, alla particola annata molto calda che ha accentuato i sentori di frutta matura (se non surmatura).

 – 2019 – Il vitigno è sempre e solamente lo Syrah, la resa in quest’annata è stata di 40 q.li/ettaro, le lavorazioni sono le medesime degli anni precedenti, cambia leggermente il periodo d’affinamento, portato a 13 mesi ai quali ne seguono ulteriori 17 mesi di sosta in bottiglia prima della commercializzazione.

Si tratta del vino che meno abbiamo apprezzato, profondissimo e luminoso il suo colore ma al naso abbiamo colto sentori non in linea coi vini precedenti, meno puliti, la stessa cosa abbiamo ritrovato alla bocca, leggermente squilibrata nelle sue componenti.

 – 2020 – prima annata certificata BIO – Vino non ancora in commercio
Tutto come l’annata precedente, in quanto all’affinamento si torna ai 12 mesi in legno ed ai 18 mesi in bottiglia.
La resa per ettaro è stata anche in quest’annata di 40 q.li.

Molto bello il colore, intendo, unghia con sfumature rubino.
Frutto rosso maturo, ciliegia, accenni speziati, erbe aromatiche.
Frutto rosso in evidenza, bella la trama tannica anche se leggermente asciugante, buona la sua vena acida come pure la persistenza.
Un vino molto giovane ma che promette assai bene.

Dopo questa batteria e durante il pranzo che ne è seguito, abbiamo potuto assaggiare altri vini aziendali, eccoli:

 – Igt Toscana Bianco “Il Ginestraio” 2023
Blend tra Chardonnay e Viognier, vinificazione in vasche d’acciaio ed affinamento per quattro mesi in botti da cinque ettolitri con ripetuti batonnages.

Color paglierino intenso con riflessi dorati.
Buona la sua intensità olfattiva, fresco, con note d’agrumi e di pesca gialla matura, accenni floreali di gelsomino.
Fresco, succoso, agrumato, arancia, con un bel frutto ed una bella vena acida, buona la persistenza.

 – Igt Costa Toscana Bianco “Millesettantotto” 2022
Blend di uve Chardonnay e Viognier vendemmiate nella stessa giornata, una parte del mosto fermenta in barriques ed una parte del vino s’affina in anfore di cocciopesto.
Il nome del vino richiama l’anno nel quale sono stati piantati i primi vigneti a Usiglian del Vescovo.

Il colore è paglierino di buona intensità con riflessi dorati.
Intenso ed elegante al naso dove presenta sentori d’erbe aromatiche, di frutta a polpa gialla e note tropicali.
Discreta la sua struttura, buona la vena acida, succoso, vi ritroviamo i sentori d’erbe officinali e leggere note piccanti di zenzero, lunga la sua persistenza.
Un vino dalla notevole qualità.

 – Igt Toscana Rosso “Milleottantatre” 2017
Prodotto con uve Petit Verdot provenienti da un vigneto posto su suolo, prevalentemente sabbioso, la densità d’impianto è di 5.000 ceppi/ha e la resa di 50 q.li/ha.
Dopo la selezione delle uve su tappeto vibrante segue la fermentazione alcolica in tini troncoconici di rovere con macerazione di una ventina di giorni, la malolattica si svolge in vasche di cemento quindi il vino viene posto ad affinarsi in tonneaux nuovi per 24 mesi ai quali ne seguono ulteriori 18 di sosta in bottiglia.
Per quanto riguarda il nome “Milleottantatre” è l’anno che ha visto la prima produzione di vino da parte di Usiglian del Vescovo.

Molto bello il colore, profondissimo.
Intenso al naso, con nota alcolica in evidenza, fresco, balsamico, elegante, sentori d’erbe aromatiche, accenni di radici.
Strutturato, asciutto, con bella trama tannica e buona vena acida, verticale, sentori d’erbe officinali, buona la persistenza.
Lorenzo Colombo