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Rosset Terroir, vini d’alta quota

La famiglia Rosset è proprietaria di ben tre distillerie: St. Roch, Levi e Ottoz che producono diverse tipologie di distillati, liquori e sciroppi.
Nel 2001 la famiglia decide di entrare nel mondo del vino e lo fa acquistando tre ettari di vigneto a Saint Christophe e mettendo a dimora, oltre all’autoctono Cornalin anche due vitigni internazionali, Chardonnay e Syrah.
In pochi anni la superficie vitata aumenta ed attualmente l’azienda può disporre di 15 ettari di vigne suddivise in minuscoli appezzamenti situati tra la bassa e la media valle dalle quali vengono tratte annualmente circa 50.000 bottiglie con l’intento di arrivare a produrne nei prossimi anni 80.000.
Ben otto di questi ettari sono posti ad altitudini superiori agli 800 metri.

A Montjovet si trovano un ettaro vigna a Nebbiolo e due ettari a Petit Arvin, entrambi i vigneti hanno 10 anni d’età.
A Chambave ci sono 1,8 ettari di Moscato bianco con vigne che hanno un’età tra i 10 ed i 40 anni.
A St. Christophe – Toules troviamo 0,7 ettari di Cornalin di 20 anni d’età, 0.6 ettari di Syrah sempre di 20 anni d’età e 0,4 ettari di Petit Rouge con 10 anni d’età.
A St. Christophe – Thuvex ci sono 0,75 ettari di Chardonnay con viti di 20 anni.
A St. Christophe – Croux si trova un recente appezzamento di 1,5 ettari di Syrah di tre anni, uno altrettanto giovane di Chardonnay, 0,9 ettari sempre di tre anni d’età e 0,25 ettari di Pinot nero di due anni d’età.
E a St. Christophe – Senin troviamo 1,9 ettari di Pinot grigio di due anni d’età.
Tutti i vigneti sono potati a Guyot.

Localizzazione dei vigneti

L’ultima acquisizione è datata 2017 e riguarda due ettari di vigna a 900 metri d’altitudine nel comune di Villeneuve dove si coltiva Petite Arvine, vitigno col quale viene prodotto il Sopraquota 900, vino che nel 2021 è stato riconosciuto dal Gambero Rosso come miglior vino bianco d’Italia.

La sede aziendale si trova a Quart, in località Torrent de Maillod, l’enologo aziendale è Matteo Moretto mentre Luca D’Attoma è il consulente esterno; dal 2014 sono stati aboliti in vigna i prodotti chimici di sintesi ed attualmente l’azienda è in conversione biologica.
Le etichette prodotte sono 11, sei di vini bianchi e cinque di rossi, la produzione è principalmente rivolta al mercato italiano, con una percentuale di circa il 35% destinata all’esportazione.

Abbiamo avuto l’opportunità di assaggiare alcuni dei vini prodotti il 12 dicembre a Milano, in presenza del proprietario Nicola Rosset e dell’enologo Matteo Moretto  iniziando con una miniverticale del prodotto di punta, ovvero il Sopraquota 900, vino comune o generico che dir si voglia, nel senso che non può essere commercializzato come Valle d’Aosta Doc, il motivo è dato dal fatto che il disciplinare di produzione della Doc Valle d’Aosta stabilisce che i seguenti vitigni: Petite Arvine, Merlot, Fumin, Syrah, Cornalin non possano essere coltivati ad altitudini superiori ai 600 metri con la facoltà d’arrivare, in alcuni comuni, sino ad un massimo di 750 metri slm.
Queste limitazioni sono oggetto di revisione con il nuovo disciplinare ancora da approvare.

Il vigneto d’inverno

Il vigneto si trova a Cumiod, nel comune di Villeneuve ed è situato tra gli 880 ed i 925 metri d’altitudine con esposizione Nord-Sud.
La sua estensione è di 1,7 ettari e la sua densità d’impianto è molto elevata, ben 11.000 ceppi/ha, allevato a rittochino, con pendenze del 50% è condotto a Guyot e verte su un suolo sabbioso e pietroso composto da ardesia, granito e quarzo, la resa è assai bassa e si limita a 40 q.li/ettaro
Il vigneto, che era stato messo a dimora da un ricercatore svizzero, nel 2017 -prima annata di produzione- è stato preso in affitto da Nicola Rosset che infine nel 2018 l’aveva acquistato.

La sua vinificazione è piuttosto complessa, dopo la vendemmia, che s’effettua a metà ottobre, le uve vengono suddivise in quattro distinte masse ognuna della quali subirà una differente lavorazione, una parte viene vinificata in anfora con macerazione sulle bucce, una parte in orci toscani, sempre con macerazione, una terza parte -circa il 10%- verrà lavorata in barriques, con fermentazione malolattica e l’ultima -circa il 40%- fermenterà in vasche d’acciaio.
Dopo circa un anno avviene l’assemblaggio seguito da una breve sosta in vasche d’acciaio.

Nota: la differenza tra anfore –in questo caso Tava- e orci, entrambi fatti d’argilla, è data dalla porosità, più fine nelle anfore è più grossolana negli orci toscani, e dalla diversa cottura.

Tre le annate degustate:

2020 – Color giallo dorato scarico luminoso, molto bello.
Buona la sua intensità olfattiva, verticale, frutta a polpa gialla, nespole, note floreali, accenni nocciolati, di buona eleganza.
Fresco, sapido e succoso, presenta un bel frutto giallo, note d’agrumi e leggeri accenni piccanti, buona la sua vena acida e lunga la persistenza.
Un vino dalla notevole qualità.

2021 – Giallo dorato, più intenso rispetto al precedente.
Note tostate e nocciolate al naso, accenni affumicati e di legno.
Buona la sua struttura, tornano i sentori nocciolati e gli accenni di legno (anche se ben dosati), sapido e dalla buona persistenza.

2022 – Giallo dorato, intenso e luminoso.
Buona l’intensità olfattiva, note balsamiche e vanigliate, mandorla in confetto, frutta a polpa gialla e fiori gialli, note tropicali, armonico e dalla buona eleganza.
Intenso alla bocca, morbido e succoso, frutta a polpa gialla, note vanigliate, lunghissima la sua persistenza.

Tre vini assai diversi tra loro, ci sono piaciuti particolarmente il 2020, fresco e verticale e che curiosamente sembra il più giovane e il 2022 dalla notevole eleganza e completezza, vino che certamente avrà modo di evolversi ulteriormente e che abbiamo apprezzato moltissimo; un poco meno fresco e più marcato dal legno il vino dell’annata 2021.

Dopo questa miniverticale passiamo agli altri vini proposti:

Vallée d’Aoste Petit Arvine 2023
Il vigneto, di 10 anni d’età, è situato a 600 metri d’altitudine a Devin Ros, nel comune di Montjovet, nella bassa valle, la sua esposizione è Nord-Sud, ha una superficie di un ettaro ed una densità d’impianto di 8.000 ceppi/ha, il sistema d’allevamento è a Guyot e la resa è di 80 q.li/ha.

Vinificazione e affinamento si svolgono in vasche d’acciaio dove si svolge parzialmente la malolattica e dove il vino sosta per nove mesi.

Color paglierino-verdolino luminoso.
Intenso al naso, fresco, pulito, agrumato, con sentori di frutta a polpa bianca, pesca e mela.
Fresco e verticale al palato, sapido, con spiccata vena acida, succoso, di media struttura, vi ritroviamo i sentori di frutta a polpa bianca, pesca in primis, lunga la sua persistenza.

Vallée d’Aoste Rouge Dop “Trasor” 2023
Blend tra Petit Rouge, Cornalin, Syrah e piccole percentuali di altri vitigni provenienti da vigneti situati a St. Christophe su suolo sabbioso, limoso e pietroso, il sistema d’allevamento è a Guyot.

Fermentazione e affinamento si svolgono in vasche d’acciaio dove il vino sosta per circa nove mesi.

Granato di media intensità.
Bel naso, intenso, presenta sentori di frutta rossa selvatica, leggeri accenni aromatici, note pepate e vanigliate.
Fresco e succoso, con accenni piccanti, vi ritroviamo la frutta selvatica, ciliegia soprattutto, trama tannica delicata e buona vena acida, lunga la persistenza.
Un vino piacevolissimo che ci è molto piaciuto, da bersi senza troppe elucubrazioni mentali.

Vallée d’Aoste Dop Cornalin 2023
Il vigneto, di vent’anni d’età e 0,7 ettari d’estensione si trova a St. Christophe – Toules a 750 metri d’altitudine su suolo sabbioso, limoso e pietroso, con esposizione Nord-Sud, è condotto a Guyot e la sua densità d’impianto è di 8.000 ceppi/ha, la resa è di 80 q.li/ ettaro.

Dopo una macerazione prefermentativa a freddo il mosto fermenta in vasche d’acciaio ed il vino s’affina quindi in tini di rovere francese.

Color rubino-granato di media intensità.
Intenso al naso, fresco, pulito, balsamico, elegante, presenta un bel frutto dolce.
Mediamente strutturato, succoso, con note piccanti di pepe, chiusura piacevolmente amaricante su lunghissima persistenza.
Altro vino dalla piacevolissima beva e di notevole qualità.

Vallée d’Aoste Dop Syrah “870”
Anche le uve per la produzione di questo vino provengono da un vigneto situato a St. Christophe – Toules, ha vent’anni d’età e s’estende su due ettari a 800 metri d’altitudine la natura dei suoli è la stessa di quella del Cornalin.
Espèosto a Nord-Sud è allevato a Guyot con una densità d’impianto di 8.000 ceppi/ha, la resa è di 80 q.li/ha.

Anche questo vino subisce una particolare lavorazione, dopo la vendemmia, che avviene nella prima settimana d’ottobre, le uve vengono suddivise in tre parti la prima delle quali viene posta a fermentare in un tino di rovere francese e successivamente il vino viene messo ad affinarsi in barriques francesi.
La seconda fermenta in anfore sulle bucce dove rimane per otto mesi e l’ultima parte subisce la medesima lavorazione per lo stesso tempo in un orcio toscano, dopo di che avviene l’assemblaggio.

Rubino purpureo luminoso di buona intensità.
Intenso al naso dove si colgono sentori di frutta a bacca scura, prugne e ciliegie mature, accenni pepati e leggere note vanigliate.
Dotato di buona struttura, succoso, presenta un bel frutto rosso maturo e accenni piccanti di pepe, legno ben gestito, bella la sua trama tannica e buona la vena acida, lunga la persistenza.
Lorenzo Colombo