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G.LOW, i vini Low Alcol di Cantine di Verona

Una recente ricerca di mercato, condotta congiuntamente da IWSR (Istituto londinese di ricerche di mercato Wine & Food) e da Federvini, relativa ai vini no-low alcol, nei 10 mercati chiave  di Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Giappone, Spagna, Sudafrica, regno Unito e Stati Uniti, ha evidenziato che il mercato del vini low alcol può contare su 38 milioni di consumatori, soprattutto Millenials e Generazione Z, con grande potenziale di crescita soprattutto nei mercati del Nord Europa, Negli USA ed in Canada.

Così mercoledì 12 marzo le Cantine di Verona, gruppo cooperativo, nato a giugno 2021, che comprende Cantina Valpantena, Cantina di Custoza e Cantina Colli Morenici ha presentato in anteprima alla stampa la sua linea di vini a basso contenuto alcolico denominati G.LOW.

Si tratta di due vini frizzanti, un bianco ed uno rosato, frutto di uve Garganega e Trebbiano il primo e di Corvina e Merlot il secondo, entrambi con gradazione alcolica dell’8% Vol.
Non si tratta di prodotti dealcolati ma di vini frutto di una vendemmia precoce e di una fermentazione (in autoclave) controllata.
Assai particolare il loro packaging, caratterizzato da bottiglie di vetro leggero con chiusura a vite e da un’etichetta innovativa, studiata e realizzata in collaborazione con l’azienda Fedrigoni su carta autoadesiva Re-Play Tintoretto Gesso, ottenuta da un impasto di pura cellulosa vergine nel quale è stato integrato il 15% di glassine recuperata.
Ma la particolarità di quest’etichetta non è esclusivamente nella tipologia di carta utilizzata, si tratta infatti di un’etichetta dotata di una “serigrafia thermocromica” ovvero al raggiungimento della corretta temperatura di servizio -l’azienda consiglia tra i 6°C. e gli 8°C.- la scritta G.Low da bianca diventa nera.

Ma come sono questi vini, ai quali ci siamo accostati in verità un poco premuniti?

Piacevoli, questo è il termine che ci sentiamo di dire, soprattutto il vino rosa che è quello che ci è parso più completo, con l’accortezza di servirli piuttosto freddi -ed in questo la “magica” etichetta ci aiuta- poiché all’aumentare della temperatura si percepisce maggiormente il loro residuo zuccherino.
Purtroppo l’azienda non ci ha fornito molti particolari relativi alla loro produzione le uniche cose della quali siamo venuti a conoscenza sono i vitigni utilizzati, che abbiamo riportato sopra, la loro gradazione alcolica, che ripetiamo è del 8% Vol. e la vinificazione testualmente così riportata sulle schede tecniche dei vini “Una sola fermentazione in autoclave per 30 giorni”.
Ci sarebbe piaciuto conoscere perlomeno il valore del residuo zuccherino, che come potere leggere dai commenti sui vini sotto riportati si percepisce, ma ci dobbiamo accontentare.

Ecco comunque il nostro pensiero su quant’assaggiato:

 – Vino Bianco
Color verdolino scarico.
Non molto intenso al naso dove si colgono sentori d’agrumi freschi, cedro e lime e di frutta a polpa bianca.
Leggero di corpo, fresco, sapido ed agrumato, citrino, pulito e piacevole il frutto a polpa bianca, soprattutto la pera, l’effervescenza è delicata ed il residuo zuccherino -che si percepisce- aumenta in percezione man mano che il vino si scalda.

 – Vino Rosa
Invitante il colore, rosa confetto scarico, luminoso.
Anche in questo vino l’intensità olfattiva non è molto elevata ed i sentori rimandano ai frutti di bosco, soprattutto la fragolina.
Fresco e succoso al palato, l’effervescenza ci pare leggermente più decisa rispetto al vino bianco, oltre al sentori di fragolina di bosco  si coglie un bell’agrume maturo (arancia), anche in questo caso ci troviamo di fronte al vino dalla struttura piuttosto leggera però è sorprendentemente lunga la sua persistenza.

Nel complesso ci siamo trovati di fronte a due vini dalla semplice ma piacevole beva, una bella sorpresa, resa ancor più piacevole dal costo di questi vini, adatto a tutte le tasche, ovvero 6 euro presso gli shop aziendali.

Come scritto ad inizio articolo le Cantine di Verona sono un gruppo cooperativo che comprende tre diverse cantine del territorio, nel complesso gli oltre 500 soci conferitori gestiscono circa 1.800 ettari di vigne, inoltre ci sono due linee di prodotti destinati alla ristorazione, Brolo dei Giusti e Torre del Falasco.

Della linea Brolo dei Giusti -della quale più volte abbiamo scritto- abbiamo assaggiato durante il pranzo seguito alla presentazione dei vini Low Alcol, tre vini, Il Custoza Superiore, il Valpolicella Superiore ed il Garda Doc Passito, vino quest’ultimo che abbiamo assaggiato per la prima volta e che è frutto di un blend tra Garganega e Chardonnay, le cui uve subiscono un appassimento in cassette per quattro mesi prima d’essere pigiate.

Ultima annotazione riguarda il luogo dov’è stata effettuata la degustazione dei due vini Low Alcol, ovvero la sede veronese del Gruppo Fedrigoni, una tra le più importanti cartiere del mondo che con molto piacere ed interesse abbiamo potuto visitare prima di degustare i vini.
Lorenzo Colombo