Castello Sonnino, il Chianti Montespertoli ed altro ancora
Scrivere di Castello Sonnino unicamente per i vini prodotti è alquanto riduttivo, qui infatti c’è la Storia, quella con la S maiuscola, sia quella più antica come quella d’inizio Novecento.
Il castello, costruito nel XVI secolo attorno ad una torre fortificata del XIII secolo appartenne alla famiglia Machiavelli e fu acquistato ad inizio Ottocento dal Barone Isacco Sonnino.
Nell’edificio principale, chiamato la “Villa” si trovano tutti i documenti ufficiali riguardanti la Prima Guerra Mondiale compresi quelli redatti in occasione del Trattato di Versailles.
Sidney Sonnino infatti fu per ben due volte primo Ministro del Regno d’Italia ad inizio Novecento e, come Ministro degli Esteri firmò alla fine della guerra il trattato di Pace di Versailles.

Leone Sonnino
La storia più recente e la rinascita di Castello Sonnino, inizia nel 1987, quando Alessandro Sonnino e la Baronessa Caterina De Renzis decidono di stabilirsi in questo luogo da tempo abbandonato, viene quindi ripresa e rivitalizzata la produzione di vino che aveva avuto, inizio nel 1500.
Presso il Castello si trova anche il “Castello Sonnino International Educational Center”, un progetto voluto dalla Baronessa Caterina e rivolto a studenti universitari provenienti da tutto il mondo che vengono ospitati presso la struttura.
Dopo la scomparsa di Alessandro la gestione della parte vitivinicola è stata affidata al figlio Leone che si occupa dei 150 ettari che compongono la tenuta, 40 dei quali vitati, vi si ricavano attualmente tra le 100 mila e le 150 mila bottiglie/anno suddivise su otto etichette, il 60% del vino è destinato all’estero.
I vitigni coltivati sono Sangiovese, Canaiolo, Trebbiano, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah e Malbec.
Il Chianti Montespertoli Docg

Mappa delle sottozone del Chianti (tratta dal sito di Tenuta di Trecciano)
Montespertoli è la più recente -e più piccola- delle sottozone del Chianti (che brutto termine “sottozona”) essendo stata riconosciuta unicamente nel 1997, inoltre è l’unica in cui l’intero territorio comunale rientra nella zona a denominazione Chianti ed ospita anche parte della sottozona Chianti Colli Fiorentini.
In pratica i vini qui prodotti si possono fregiare di ben tre denominazioni riportanti il nome Chianti.
Con i suoi 1.600 ettari di vigneti, 1.400 dei quali ricadenti della Docg, Montespertoli è il comune più vitato in rapporto all’estensione del suo territorio, i suoli sono di origine pliocenica e le colline hanno un’altitudine da 250 m slm a 450 slm.
Il sottosuolo è caratterizzato da diversi substrati e questo rende il territorio abbastanza eterogeneo anche nei singoli vigneti.
Lo scorso anno è stata fondata l’Associazione Viticoltori di Montespertoli alla quale a tutt’oggi aderiscono 19 aziende del territorio.
Nello scorso mese di maggio abbiamo avuto l’opportunità d’assaggiare alcuni dei vini prodotti durante un pranzo stampa presso il Ristorante Liberty, a Milano, in compagnia di Leone, ecco la nostra opinione in merito a quant’abbiamo degustato.
– Igt Toscana Bianco “Virginio 2022
le uve provengono dai vigneti Cantini e Virginio, situati a 250 metri d’altitudine su suolo limoso-argilloso, la densità d’impianto è di 3.500 ceppi/ha nel vigneto Cantini e di 5.000 ceppi/ha nel Virginio.
Le vendemmia s’effettua a metà settembre e la vinificazione avviene in vasche d’acciaio tramite lieviti selezionati.
Sono 5.000 le bottiglie prodotte annualmente.
Molto scarico il colore, verdolini, quasi bianco carta.
Naso di buona intensità, frutta a polpa bianca, accenni floreali, fieno.
fresco e molto sapido, mediamente strutturato, di buona verticalità, frutta a polpa bianca, leggere note piccanti, buona la sua persistenza.
Un vino semplice, pulito e corretto.
– Igt Toscana Rosato “Pichius” 2022
Da uve Syrah provenienti dal vigneto Ragnaia, messo a dimora nel 2014, situato a 290 metri d’altitudine su suolo composto da argilla, tufo e ghiaia ha una densità d’impianto di 5.500 ceppi/ha.
La vinificazione avviene tramite lieviti selezionati in vasche d’acciaio, la sua produzione annuale è di circa 5.000 bottiglie.
Molto intenso il suo colore che ricorda una ciliegia.
Media la sua intensità olfattiva, vi cogliamo sentori di ciliegia e di frutti di bosco maturi.
Dotato di buona struttura, molto sapido, presenta leggeri accenni tannici, di nuovo percepiamo i sentori di ciliegia e di frutti di bosco uniti a note caramellose, buona la sua persistenza.
Entrambi questi primi due vini sono dedicati a Virginia, la primogenita di Alessandro e Caterina de Renzis Sonnino, il cui nome è per l’appunto Virginia, soprannominata in famiglia Pichius.
– Chianti Montespertoli Docg “Sonnino” 2021
80% Sangiovese, 15% Canaiolo e 5% tra Trebbiano toscano e Malvasia, le uve provengono dai vigneti San Leone, messo a dimora nel 1991 e Ugianello impiantato nel 2001, entrambi sono situati a 290 metri d’altitudine su suoli argillosi con presenza di ghiaia e pietra calcarea.
La densità d’impianto è di 4.000 ceppi/ha per il San Leone e di 5,500 ceppi/ha per l’Ugianello.
La vinificazione avviene in vasche d’acciaio ed in contenitori di cemento con lieviti selezionati, l’affinamento s’effettua in vasche di cemento per sei mesi.
Se ne producono annualmente circa 60.000 bottiglie.
Color rubino-granato luminoso di media intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, frutta rossa fresca, leggere note floreali, accenni speziati e vanigliati.
Discretamente strutturato, fresco e molto sapido, succoso, buona vena acida, tannino leggermente asciugante, accenni di liquirizia, lunga la sua persistenza.
– Chianti Montespertoli Docg Riserva 2020
80% Sangiovese, 10% Merlot e 10% Cabernet sauvignon, le uve provengono dai vigneti Alberone, messo a dimora nel 1997, Borro Santo, impiantato nel 1976 e Ugianello, impiantato nel 2001, tutti sono situati a 280 metri d’altitudine ed i suoli sono in genere argillosi e calcarei con intrusioni di ghiaia.
Le densità d’impianto variano dai 4.000 ceppi/ha dell’Alberone ai 3.500 ceppi/ha del Borro Santo e 5.500 ceppi/ha del più giovane Ugianello, la raccolta delle uve s’effettua da fine settembre a metà ottobre.
La vinificazione avviene in serbatoi di cemento mentre l’affinamento si svolge in botti di rovere francese da 27 ettolitri dove il vino sosta per 14 mesi.
La produzione è di 30.000 bottiglie/anno.
Color rubino luminoso di buona profondità.
Un poco chiuso appena versato, s’apre poi su sentori di frutto rosso maturo ed accenni speziati.
Strutturato e succoso, con bella trama tannica, frutto rosso maturo, accenni speziati di pepe, vanigliato, note di liquirizia, lunga la sua persistenza.
Bel prodotto dall’interessante rapporto qualità/prezzo. Viene venduto a circa 15 euro.
– Igt Toscana Merlot “San Leone” 2019
Le uve provengono dai vigneti San Leone messo a dimora nel 1993 -anno di nascita di Leone- e Alberone, messo a dimora nel 1997, entrambi sono situati a 290 metri d’altitudine su suoli composti d’argilla e pietra calcarea con intrusioni di ghiaia, la densità d’impianto è di 5.500 ceppi/ha per il San Leone e di 4.700 ceppi/ha per l’Alberone.
Nato in origine come blend dove il Merlot aveva una parte predominate, dagli ultimi anni viene prodotto con questo vitigno in purezza.
Raccolte a metà settembre le uve vengono fermentate in vasche di cemento tramite lieviti selezionati, l’affinamento si svolge in barriques francesi dove il vino sosta per 18 mesi.
Sono 5.000 le bottiglie prodotte annualmente.
Color granato profondo.
Un poco austero all’inizio, s’apre elegante su sentori di radici e su note balsamiche.
Strutturato e succoso, complesso, speziato, sentori di liquirizia, lunghissima la sua persistenza.
Un vino d’ottima qualità, lontano dagli stereotipi dei Merlot iper-fruttati.
– Vinsanto del Chianti 2015
Da sole uve Trebbiano provenienti dai vigneti Cantini e Martini, entrambi messi a dimora nel 1974 su suolo limoso-argilloso con sesto d’impianto di 3.500 ceppi/ha.
Le uve, raccolte a fine settembre, vengono messe ad appassire sulle stuoie in fruttaio per quattro mesi prima d’essere vinificate in caratelli di rovere e castagnoda 50, 100 e 200 litri dove il vino rimane ad affinarsi per sei anni.
La produzione è limitata a 3.000 bottiglie.
Il colore è tra l’ambra ed il topazio.
Intenso al naso, ampio e complesso, note ossidative, frutta secca, datteri, albicocca disidratata, caramella all’orzo, fichi secchi.
Morbido e pastoso, dolce non dolce, fichi seccati al forno, uvetta passa, liquirizia dolce, amaretti, lunghissima la sua persistenza.
Un vino dalla notevole qualità.
Lorenzo Colombo