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I 5 orvietani

Trebbiano toscano (chiamato in loco Procanico) e Grechetto sono i vitigni principali coi quali si produce l’Orvieto Doc, ai quali possono essere aggiunti altre uve, coltivate in Umbria e nella provincia di Viterbo, per un massimo del 40%.
Si tratta quindi di un vino frutto di un blend che può variare molto da produttore a produttore ma che comunque conserva un filo conduttore (un paio per la verità) dati da una nota sapida più o meno marcata e da sentori di fieno, erba secca, erbe officinali. Questo nonostante la vastità del territorio di produzione e di conseguenza la grande diversità di suoli.
La denominazione s’estende infatti per una quarantina di chilometri di lunghezza, da Monteleone d’Orvieto, nella parte più a nord, sino a Graffignano, a sud, comprendendo, oltre a tredici comuni in provincia di Terni, anche cinque comuni laziali, in provincia di Viterbo. Si tratta quindi di una Doc inter-regionale.
Per buona parte del suo territorio la denominazione è solcata e divisa dall’Autostrada del Sole, che la percorre da nord-ovest a sud-est da Fabro a Graffignano.

L’Orvieto Doc può essere prodotto in diverse tipologie: Orvieto, Orvieto Superiore, Orvieto Classico (riservata alla parte centrale della Doc, attorno alla città d’Orvieto, anche nella tipologia Superiore) , Vendemmia Tardiva e –unico caso in Italia, perlomeno così ci risulta- anche nella tipologia Muffa Nobile.
La produzione massima per ettaro varia dalle undici tonnellate per l’Orvieto Doc, alle otto del Superiore, sette della Vendemmia Tardiva e cinque del Muffa Nobile.

Mercoledì 3 aprile, presso il Ristorante Tartufotto, a Milano, cinque produttori dell’orvietano, accomunati dal rispetto per il loro territorio e dall’idea di farlo meglio conoscere per il potenziale e la qualità dei vini che vi si producono, hanno presentato i loro Orvieto Doc.
Cinque vini dell’annata 2018 seguiti da altrettanti di annate precedenti e diverse tra loro sono stati degustati prima del pranzo, in chiusura del quale sono stati serviti tre vini passiti.

Ecco quindi le nostre impressioni, non troverete descrizioni relative alla componente visiva dei vini poiché la giornata uggiosa e l’illuminazione del locale non ci hanno permesso di valutarla correttamente.

Annata 2018

Cantine Neri – Orvieto Classico Superiore “Ca’ Viti
Situata a Bardano, ad una manciata di chilometri a nord-ovest di Orvieto, l’azienda è stata acquisita negli anni ’50 del secolo scorso. La vinificazione in proprio arriva più tardi, a metà degli anni 2000.
Circa 50.000 le bottiglie prodotte da vigneti collinari situati tre i 220 ed i 320 metri d’altitudine.
La maggior parte dei vitigni sono a bacca bianca: Grechetto, Procanico, Chardonnay, Sauvignon Blanc e Viognier, mentre tre quelli a bacca rossa (20% circa) troviamo: Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon e Pinot Nero.

Il “Ca’ Viti” è frutto di un blend tra Procanico, Grechetto, Malvasia, Drupeggio e Verdello, i vigneti sono allevati a cordone speronato su suolo argilloso, la vinificazione avviene in acciaio.
Buona l’intensità olfattiva, il vino è fresco e pulito e presenta sentori di fieno e d’erbe officinali.

Strutturato, intenso, di grande impatto, fresco, verticale e decisamente sapido, s’esprime su note di frutta gialla, lunghissima la sua persistenza.
Un prodotto notevole, soprattutto al palato.

Salviano – Orvieto Classico Superiore
Situata sul Lago di Corbara, nella parte più ad est della denominazione, la tenuta comprende il Castello di Titignano, sede di un prestigioso agriturismo.
Numerosi i vitigni coltivati, oltre a Trebbiano (procanico), Grechetto e Verdello, troviamo anche Sauvignon blanc e Semillon, mentre tra quelli a bacca nera abbiamo Pinot nero, Sangiovese, Cabernet  sauvignon, Merlot e Syrah.

I vigneti per la produzione dell’ Orvieto Classico Superiore sono situati a sud del Lago di Corbara, ad altitudini comprese tra i 150 ed i 500 metri slm, su suoli d’origine vulcanica, tufacei, calcarei e sabbiosi; la composizione del vino, oltre ai tradizionali Trebbiano, Grechetto e Verdello, prevede anche una parte di Sauvignon blanc.
Fermentazione in acciaio e sosta sui lieviti per 5/6 mesi, se ne producono circa 80 mila bottiglie/anno.

Buone sia l’intensità olfattiva come pure l’eleganza, anche per questo vino sentori d’erbe officinali e di fieno.
Fresco al palato, succoso, agrumato, sapido, verticale, con bella vena acida.

Madonna del Latte – Orvieto Classico Superiore
Piccola azienda fondata nel 2000 da Manuela Zardo e Hehlmut Zweker, situata in collina tra Orvieto ed il Lago di Bolsena. I vigneti sono situati a 450 metri d’latitudine, su suoli sabbiosi di natura vulcanica.
Oltre ai classici vitigni per la produzione dell’Orvieto Doc, si coltivano anche uve internazionali, come: Cabernet franc e sauvignon e Pinot nero, tra i vitigni a bacca bianca troviamo invece il Viognier.

50% Procanico, 20% Verdello, 20% Drupeggio e 10% Grechetto, questa la composizione del vino.
Le uve provengono da vigneti posti su suoli di natura vulcanica, sabbiosi e tufacei con buona presenza di potassio e magnesio, situati a 450 metri d’altitudine.
Affinamento del vino su fecce fini per cinque mesi.

Discretamente intenso al naso, fresco e pulito, agrumi e frutta a polpa gialla.
Mediamente strutturato, agrumato, fruttato, verticale, con importante nota sapida e lunga persistenza.

Palazzone – Orvieto Classico Superiore “Terre Vineate
Acquistato negli anni ’60 del secolo scorso dalla famiglia Dubini, l’Azienda Palazzone s’estende oggi su 25 ettari vitati situati tra i 210 ed i 340 metri d’altitudine, nei pressi della città d’Orvieto, su suoli argillosi, limosi e sabbiosi.
Oltre ai tipici vitigni che compongono l’Orvieto Doc, vi si trovano pure Sauvignon e Viognier tra quelli bianchi e Cabernet sauvignon e Sangiovese per le uve a bacca nera.

La composizione del vino prevede: 50% Procanico, 30% Grechetto, 20 % tra Verdello, Drupeggio e Malvasia, le uve vengono selezionate nei vari vigneti aziendali, posti tra i 210 ed i 340 metri d’altitudine su suoli di origine sedimentaria ed argillosi. La vinificazione avviene in acciaio.
La prima annata di produzione è stata la 1984.

Mediamente intenso al naso, sentori di fieno ed erba secca, frutta a polpa bianca.
Di media struttura, fresco, agrumato, sapido, con accenni vegetali e buona persistenza.

Mottura – Orvieto “Tragugnano
La famiglia Mottura è d’origine piemontese, la tenuta fu acquistata nel 1933 da Alessandro, il nipote Sergio vi si trasferì occupandosene personalmente negli anni ’60 ed appassionandosi particolarmente al Grechetto, vitigno col quale si producono alcuni dei più importanti vini aziendali.
L’azienda si trova a Civitella d’Agliano in provincia di Viterbo, nella parte sud della denominazione.
Chardonnay, Pinot nero, Montepulcino e Merlot sono gli altri vitigni coltivati, oltre a quelli tipici dell’Orvieto Doc.

Il Tragugnano si distingue dagli altri Orvieto Doc per l’alta percentuale di uve Grechetto che lo compongono (50%); nel blend si trovano poi Procanico (40%) e Sauvignon (10%).
Le uve provengono dai vigneti più vecchi, la vinificazione, separata tra i vari vitigni,  avviene in acciaio dove il vino sosta per quattro mesi prima dell’imbottigliamento.

Discretamente intenso al naso, presenta sentori di frutto giallo maturo e di fieno.
Dotato di buona struttura, sapido, con accenni tannici e leggere note vegetali, buona la persistenza.

Altre annate

Neri: Orvieto Classico Superiore “Ca’ Viti”2008
Mediamente intenso al naso, presenta note d’idrocarburi e sentori di frutta gialla.
Strutturato, succoso, con bella vena acida, tornano nuovamente i sentori idrocarburici (ci ricorda un Riesling), lunga la persistenza. Molto interessante.

Salviano – Orvieto Classico Superiore 2015
Intenso al naso, fresco, verticale, agrumato, con sentori di frutta a polpa bianca.
Le spesse sensazioni ritroviamo al palato, unite ad una nota minerale, buona la persistenza.

Madonna del Latte – Orvieto 2014
Guai a coloro che ancor oggi s’ostinano a sostenere che la 2014 è stata una pessima annata. Basta infatti assaggiare un vino come questo per poterli smentire.
Intenso al naso, minerale, con sentori d’agrumi e leggere note d’idrocarburi.
Verticale, fresco, minerale, con spiccata vena acida, netti sentori d’agrumi ed accenni idrocarburici, lunga la persistenza.

Palazzone – Orvieto Classico Superiore “Terre Vineate” 2005
Già dal colore, oro antico, se ne coglie l’età.
Intenso al naso, dove emergono note tostate che poi ritroviamo alla bocca.

Mottura – Orvieto “Tragugnano 2011
Di buona intensità olfattiva, delicato, elegante.
Fresco alla bocca, un poco sottile, con media persistenza.

Gli altri vini: passiti, muffati, vendemmie tardive.

Neri – Igp Umbria “Poggio Forno” 2008 (Grechetto e Sauvignon in parti uguali)
Le uve vengono vendemmiate nella prima metà di novembre, la vinificazione si svolge in acciaio.

Intenso al naso, presenta sentori di fichi secchi, uva passa, frutta secca.
fresco alla bocca, note d’albicocca disidratata, accenni tannici.

Palazzone – Orvieto Doc Classico Superiore Muffa Nobile 2016
Composto da: Grechetto 50%, Sauvignon Blanc 40% e Procanico 10%.
La vendemmia avviene tra fine ottobre e la prima metà di novembrem raccogliendo in più passaggi i grappoli colpiti da Botrytis Cinerea, fermenta in barriques per circa un mese e s’affina in bottiglia per otto mesi. La resa è di 12 hl/ettaro.

Intenso ed elegante al naso, ampio, presenta netti sentori di succo di pesca uniti a note di funghi secchi e tartufi.
Succo di pesca, ananas ed albicocca alla bocca.

Salviano – Orvieto Doc Classico Superiore Vendemmia Tardiva 2016
Grechetto e Procanico, da vigneti d’oltre vent’anni d’età situati su suoli tufacei d’origine vulcanica.
Vendemmia tra fine ottobre ed inizio novembre, fermentazione in acciaio e sosta sulle fecce fini per circa sei mesi.

Mediamente intenso al naso, fresco alla bocca, succoso, con sentori d’albicocca e lunga persistenza.
Lorenzo Colombo

 

 

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