, ,

Il “Vermuto” di Mastìo Hofmann

Ammettiamo candidamente di sentire il nome di quest’azienda per la prima volta.
D’altra parte in Italia ce ne sono così tante d’aziende vitivinicole che pensiamo sia impossibile conoscerle tutte.

Paola Hofmann

Siamo venuti a sapere dell’esistenza della Cantina Mastìo Hofmann non tramite l’assaggio dei loro Cannonau (ne producono due), né del loro Vermentino, e neppure dei loro Isola dei Nuraghi rosso e rosato, ma, curiosamente attraverso il “Vermuto”, il loro Vermouth prodotto a partire da uve Cannonau.

E’ nel 1974 che Michele Hofmann mette a dimora, a Galatellì -comune in provincia di Nuoro reso famoso da Grazia Deledda, che qui ambientò il suo romanzo “Canne al vento”- le prime viti di Cannonau.
Nel 2019 il nipote Michele -stesso nome del nonno- unitamente alla moglie Paola, rinnova la cantina e, accanto al Cannonau, impianta Vermentino, Montepulciano e Sangiovese per un totale di sette ettari di vigneto dai quali si ricavano annualmente circa 40.000 bottiglie.

Il “Vermuto”

Ultima creazione di Paola e Michele il “Vermuto” è un Vermouth diverso, non tanto per il vitigno utilizzato, il Cannonau -negli ultimi anni ci siamo abituati ad incontrare Vermouth prodotti con i più disparati vitigni- ma piuttosto per le botaniche utilizzate in numero minore rispetto ai consimili prodotti, vi si trova naturalmente l’artemisia, indispensabile ed obbligatoria per poter utilizzare il Vermouth in etichetta, ma anche camomilla e giaggiolo.
Ultima annotazione è relativa alla bellissima etichetta, disegnata dal famoso grafico e fumettista Paolo Ottokin Campana.

L’assaggio

Nel bicchiere si presenta con un color tra il granato e la prugna matura.
Intenso al naso, ampio ed elegante, tantissimi i sentori che si percepiscono e che aumentano ad ogni olfazione, vi troviamo anzitutto note d’agrumi che rimandano in primis al chinotto e quindi al bergamotto, poi note di radici di genziana, di rabarbaro, china, note speziate di cannella, noce moscata, macis e chiodi di garofano, a seguire finocchietto, erba livia (achillea muschiata), camomilla, artemisia, liquirizia, note fruttate di ciliegia.
Tutti questi sentori si ritrovano quindi alla bocca in un insieme armonico e di grande equilibrio, il vino è fresco e piacevolmente amaricante, la sua persistenza è lunghissima.

Note conclusive: siamo degli amanti dei Vermouth che in questi ultimi tempi stanno vivendo un momento di riscoperta (speriamo non si tratti di moda passeggera), unico appunto che vorremmo fare ai produttori in genere è che spesso coi loro prodotti tendono a puntare soprattutto al bere miscelato, ovvero il Vermouth visto come ingrediente di un cocktail (vedi quanto scritto in merito alla presentazione milanese del Vermouth di Torino), mentre secondo noi, seppur in queste miscele dia un tocco originale, il Vermouth dovrebbe maggiormente essere pubblicizzato e valorizzato come prodotto finito, in grado di dare grandi soddisfazioni.

Ora ci rimane solo la curiosità di assaggiare anche i loro vini.
Lorenzo Colombo

Cantine Mastio Hofmann – Cantine dei vini Mastio