La linea Monogram di Tenute Gregu

Raffaele Gregu
Avevamo avuto l’occasione di assaggiare alcuni vini di quest’azienda nel mese di giugno dello scorso anno, in particolare avevamo degustato quattro annate del Vermentino di Gallura Superiore “Selenu” risalendo sino alla sua prima annata di produzione, ovvero la 2014 (vedi).
Questa volta andiamo invece a testare i vini della linea aziendale più prestigiosa, la Monogram, composta da tre vini -tutti alla loro prima annata di produzione- due da monovitigno, Vermentino e Carignano e il terzo prodotto con un particolare blend di vitigni a bacca rossa.
Oltre alla novità di questi nuovi vini, che porta così a otto il numero di etichette prodotte, c’è da registrare anche il cambio dell’enologo che ora è Calogero Portannese che ha sostituito Angelo Angioi.
Tenute Gregu si trova a Calangianus, ai piedi del Monte Limbara, su un terreno composto da disfacimento granitico a 500 metri sul livello del mare, dispone di 30 ettari vitati su una superficie totale di una cinquantina d’ettari dove si trovano boschi e tre piccoli laghetti.
I vigneti sono stati acquisiti nel 2011 dall’azienda di Pietro Mancini, 10 ettari hanno 16 anni d’età e gli altri 20 di anni ne hanno 10.
La produzione attuale è di circa 70.000 bottiglie/anno con la possibilità d’arrivare a 220.000, la prima annata imbottigliata è stata la 2014, la stragrande maggioranza del vino viene commercializzato in Italia.
Prima di passare alla linea Monogram abbiamo potuto assaggiare il sopracitato Vermentino di Gallura Superiore “Selenu” -Selenu significa rugiada e sta ad indicare che le uve vengono raccolte al mattino presto, quando per l’appunto la rugiada copre i vigneti- dell’annata 2023, vino che fermenta e s’affina in acciaio e che esce solitamente dopo un anno dalla vendemmia.
Il suo colore è paglierino-dorato luminoso.
Intenso al naso, fresco e pulito, vi si colgono sentori di frutta gialla matura, pesca matura, di macchia mediterranea e d’erbe aromatiche.
Dotato di buona struttura, succoso, presenta leggeri accenni piccanti ed i sopracitati sentori di pesca uniti a leggere note tropicali, bella la vena acida e lunga la sua persistenza.
Come sopra specificato la Monogram è la linea di punta dell’azienda, linea che ha richiesto un lavoro ed una sperimentazione di sette anni prima della messa in commercio, tutti e tre i vini sono prodotti in un numero assai limitato di bottiglie, circa 2.600 o poco più e non verranno prodotti tutti gli anni, la loro qualità, come potete leggere più avanti è molto elevata, purtroppo i loro prezzi fanno si che non possano essere vini da tutti i giorni e per tutte le tasche, ma così è per i grandi vini.
– Vermentino di Gallura Superiore Docg “Pitraia” 2021
Prodotto con uve botritizzate raccolte tardivamente da una singola parcella situata su suolo caratterizzato da disfacimento granitico con presenza di granito rosa, questo piccolo vigneto si trova in una zona un poco appartata, circondato da boschi e vanta la presenza di due piccoli laghetti, condizioni che favoriscono lo sviluppo della Botritis cinerea, il sistema d’allevamento è a Guyot e la resa è bassissima, solo 30 q.li/ha.
La vendemmia è stata effettuata nella seconda decade del mese d’ottobre, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio dove il vino viene quindi affinato per 18 mesi con periodici batonnages.
Il vino non verrà prodotto nelle annate 2022 e 2023, lo troveremo quindi nuovamente con l’annata 2024.
Il suo colore è oro luminoso di buona intensità.
Intenso al naso, ampio, presenta sentori di canditi, albicocca disidratata, pesca sciroppata, note tropicali di ananas e mango e sbuffi di zafferano.
Dotato di buona struttura, asciutto, presenta leggere note tanniche, lunghissima la sua persistenza.
– Isola dei Nuraghi Igt Carignano “Cala Granis” 2022
Quando si parla di Carignano il pensiero va immediatamente alle sabbie basaltiche del Sulcis, regione geografica situata nell’estremo Sud-Ovest della Sardegna e caso mai alle marne e alle argille.
Dei circa 2.000 ettari di questo vitigno presenti in regione (dati 2020), ben 1.865 si trovano per l’appunto qui, nella provincia del Sud Sardegna, alle altre province rimangono quindi le briciole e, per quanto riguarda quella di Sassari gli ettari di questo vitigno sono un’ottantina.
Qui, e precisamente in Gallura, i suoli sono completamente diversi, caratterizzati come sono da disfacimento granitico, ragione per cui il vitigno si comporta in modo assai differente caratterizzando di conseguenza i vini prodotti.
Il vigneto è condotto a Cordone speronato, fermentazione e affinamento si svolgono in vasche d’acciaio dove il vino sosta per 18 mesi.
Color rubino di buona intensità.
Intenso e pulito al naso dove si colgono sentori di macchia mediterranea e di ciliegia selvatica.
Fresco e succoso al palato, vi ritroviamo la ciliegia selvatica unita a leggeri accenni piccanti, lunghissima la sua persistenza su un fin di bocca piacevolmente amaricante.
A tratti ci ha ricordato una Schiava.
– Colli del Limbara Igt “Grehòs” 2019
Complesso blend tra vitigni autoctoni, ovvero Cannonau, Muristellu e Carignano e internazionali, Merlot e Syrah provenienti da un vigneto condotto a Cordone speronato e situato su suolo da disfacimento granitico.
Fermentazione in vasche d’acciaio e affinamento in barriques di rovere francese per 30 mesi.
La prima bottiglia non ci ha pienamente convinti presentando un vino dal color granato con un frutto quasi surmaturo ed un naso un poco evoluto; i classici scherzi che a volte fa il sughero monopezzo.
Dopo il cambio di bottiglia la situazione è completamente cambiata ed il vino si presentava nel bicchiere con un bellissimo color rubino luminoso.
Decisamente più fresco il frutto al naso, un bella e nitida ciliegia, buona l’eleganza.
Fresco e succoso alla bocca, di discreta struttura, la ciliegia ci appare sempre più nitida, buona la trama tannica e lunga la persistenza.
Un vino molto elegante.
Lorenzo Colombo