Podere Il Castellaccio
I vini che ci mancavano
Qualche settimana fa avevamo scritto in merito ai vini di Podere Il Castellaccio (vedi), azienda che avevamo avuto l’opportunità di visitare qualche giorno dopo ferragosto.

Alessandro Scappini
Tra i vini assaggiati durante la nostra visita ne mancavano però due, il Dinostro, primo vino prodotto, nel 2011, un Sangiovese in purezza e Il Castellaccio, il Bolgheri Superiore che rappresenta il vino top dell’azienda.
Ebbene l’occasione per assaggiare questi due vini s’è presentata molto presto, lunedì 18 settembre infatti, Proposta Vini, azienda che distribuisce i vini de Il Castellaccio, presentava a Milano una parte del proprio catalogo e tra le aziende partecipanti c’era anche Il Castellaccio.
Ecco quindi, sinteticamente (la degustazione è stata effettuata in piedi, al banco del produttore) il nostro pensiero.
– Igt Toscana Sangiovese “Dinostro” 2021
Come dicevamo si tratta del primo vino prodotto da Alessandro Scappini, la vigna, che vanta 50 anni d’età, è situata a 160 metri d’altitudine su suolo composto da scisto galestroso, il sistema d’allevamento è a cordone speronato con densità di 5.000 ceppi ettaro e con resa di 80 q.li/ha, l’esposizione è Nord-Sud.
La vendemmia s’effettua tra la fine di settembre e l’inizio d’ottobre, la fermentazione si svolge in botti di rovere sloveno, con la presenza del 5% dei raspi e con l’utilizzo di soli lieviti indigeni.
L’affinamento avviene in botti, dove il vino rimane per 12 mesi ai quali ne seguono ulteriori sei di sosta in bottiglia.
10.000 le bottiglie prodotte.
Molto bello il colore, rubino luminoso.
fresco e pulito al naso, mediamente intenso, frutta a bacca rossa.
Sapido e succoso, mediamente strutturato, frutta rossa ed accenni piccanti, lunga la persistenza.
– Bolgheri Superiore Doc “Il Castellaccio” 2020
Messo in commercio per la prima volta con l’annata 2018 è un Cabernet franc (quasi) in purezza (c’è una piccola aggiunta di Pugnitello).
le vigne dalle quali provengono le uve hanno un’età variabile dai 7 ai 25 anni e sono posizionate attorno all’azienda, altitudine, suolo ed orientamento sono gli stessi del Dinostro, cambia il sistema d’allevamento che, per quanto riguarda il Cabernet franc, è ad alberello con resa di 45 q.li/ettaro.
La vendemmia si svolge a fine settembre, la fermentazione s’effettua in vasche d’acciaio con macerazione sulle bucce di 45 – 50 giorni, utilizzando lieviti indigeni.
La prima parte d’affinamento avviene in barriques di rovere francese dove il vino rimane per 12 mesi, viene quindi travasato in anfore ceramiche per un analogo periodo, una volta imbottigliato prosegue il suo affinamento per altri sei mesi.
Assai limitato il numero di bottiglie prodotte, solamente 1.440.
Color rubino luminoso di media intensità, molto bello.
Intenso al naso, dove presenza, senza eccessi, i tipici sentori vegetali del vitigno (peperone) senza peraltro coprire le note fruttate, buona l’eleganza.
Sapido e succoso, caratterizzato da una struttura discreta, mai sovrabbondante, bella la sua trama tannica, ritroviamo le note vegetali ed un bel frutto rosso, leggeri accenni piccanti.
Vino elegante e dalla lunga persistenza.
Dimenticavamo, la realizzazione delle etichette viene affidata a diversi artisti, quella de Il Castellaccio è opera di Andrea Carciola.
Lorenzo Colombo
Podere il Castellaccio Azienda Agricola Relais Castagneto Carducci