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San Martino della Battaglia “Vitis Alba” 2021 – Tenuta Roveglia

La Tenuta Roveglia prende il nome dalla famiglia Roveglio che nel 1404 l’acquistò dal monastero di San Salvatore di Brescia.
In tempi assai più recenti -siamo a fine Ottocento- lo svizzero Federico Zweifel si trasferì sul Lago di Garda ed iniziò ad acquisire terreni, spesso abbandonati, e ad impiantarvi filari di vite soprattutto della varietà Turbiana, vitigno col quale si produce il Lugana.
La produzione di vino proseguì per anni, di padre in figlio sino a che Giovanni Felice Azzone, nipote del fondatore ne prese in mano le redini  trasformandola in un’azienda moderna con l’aiuto di Paolo Fabiani.

L’azienda, di proprietà della famiglia Azzoni da quattro generazioni ha ormai raggiunto un’estensione di 120 ettari per una produzione annuale di 850.000 bottiglie.
La produzione è principalmente concentrata sul Lugana, vino del quale se ne producono ben cinque diverse etichette, delle quali una di Vendemmia Tardiva ed una di Spumante.
Non mancano però altre tipologie di vini tra cui il San Martino della Battaglia che andiamo a degustare.

La denominazione
La San Martino della Battaglia è una Doc storica, nata nel 1970, è riservata alla produzione di vini bianchi fermi e di vini liquorosi utilizzando per almeno l’85% il vitigno Tuchì -sinonimo ufficiale del Tocai Friulano, utilizzabile unicamente in Lombardia- e s’estende, teoricamente sullo stesso identico territorio del Lugana, anche se in realtà le stensioni vitate delle due denominazioni sono assai diverse, 2.600 ettari per il Lugana e solamente poche decine d’ettari per il San Martino.

Nota: nel 2020 i dati forniti dall’ISMEA parlavano di solamente sei ettari rivendicati per una produzione di 279 ettolitri (ovvero circa 37.000 bottiglie).

Il vino
Viene prodotto con uve Tuchì provenienti da un vigneto sitato a 160 metri d’altitudine ed esposto a Sud, Sud-Ovest su suolo di natura morenica.
Fermentazione e affinamento -per 12 mesi- si svolgono in vasche d’acciaio, segue una sosta in bottiglia per circa tre mesi.

Color paglierino di discreta intensità.
Intenso ed elegante al naso dove si colgono sentori di frutta tropicale, ananas, pesca gialla, mela verde, erbe aromatiche fiori di gelsomino e accenni di fieno.
Dotato di buona struttura, carnoso, succoso, con bella vena acida, vi ritroviamo la frutta gialla matura, le note d’ananas e le erbe officinali, accenni di miele, chiude sapido su note di mandorle amare con lunghissima persistenza.
Lorenzo Colombo