Stati Generali del Pinot Nero

Tre giorni interi a dedicati a questo vitigno “difficile, esigente e sensibile” , così l’ha definito -centrando in pieno l’obbiettivo- Massimo Zanichelli, curatore degli STATI GENERALI DEL PINOT NERO.
Tre giorni di confronti, relazioni, seminari, dibattiti e, naturalmente degustazioni, per cercare di capire e di verificare lo stato dell’arte del Pinot Nero in Italia.
Da venerdì 18 a domenica 20 novembre, presso il Centro di Ricerca, Formazione e Servizi delle Vite e del Vino di Riccagioia, tutto è ruotato attorno a questo vitigno ed ai vini che ne derivano.
I primi due gironi erano riservati agli addetti ai lavori, con un calendario fittissimo di seminari e degustazioni, mentre la domenica anche il pubblico degli appassionati ha potuto partecipare alla kermesse ed assaggiare tutti i vini presenti nel curatissimo catalogo e disponibili presso l’enoteca, dove ovviamente la parte del leone la facevano i vini di casa, i Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese, sia in versione ferma che spumantizzata, ma si potevano assaggiare anche vini provenienti da Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino, Alto Adige, Friuli, Toscana e Marche, in pratica il meglio di quanto il Pinot Nero può offrire in Italia.
Noi ci siamo trattenuti il venerdì ed il sabato; sono stati due giorni assolutamente densi di impegni e decisamente istruttivi, e ci auguriamo che questo “numero zero” della manifestazione possa avere un seguito, anche perché -come ha ribadito Panont durante il suo intevento- “in Italia c’è un vuoto per quanto riguarda il Pinot Nero, non c’è una denominazione che faccia da traino”, e quindi eventi come questo non possono che essere estremamente formativi, anche come punto d’incontro e di discussione tra produttori di diverse regioni.
Ecco quindi un report sulla nostra due giorni a Riccagioia:
Venerdì mattino, appena giunti a Torrazza Coste, siamo stati condotti, tramite una visita guidata, a scoprire la realtà di “Riccagioia SCpA”( http://www.riccagioia.it/ ) società consortile mista costituita sia da enti pubblici che da società e aziende private della Lombardia. Qui tutto ruota attorno al mondo del vino, Riccagioia infatti, recentemente ristrutturato, è un centro di servizi rivolti al settore vitivinicolo che promuove l’applicazione di nuove tecnologie e svolge attività di ricerca, sperimentazione, formazione e divulgazione avvalendosi di alcune strutture di supporto: un’azienda agricola che ospita numerose collezioni viticole varietali, clonali e campi incroci, vigneti didattici e sperimentali, una cantina per micro e meso vinificazioni con attrezzature tra le più moderne disponibili, diversi laboratori per analisi chimiche , microbiologiche e sensoriali, un nucleo di premolticazione viticola, un centro didattico formativo con aule, sale studio, biblioteca, sale convegni e strutture dedicate alla recettività e alla realizzazione di eventi. La sua attività è rivolta a tutti i settori del mondo vitivinicolo ed opera sia livello regionale che nazionale in collaborazione con le Università e con altri centri di ricerca e formazione della Lombardia.
Dopo la presentazione del progetto “Perle d’Oltrepò” (http://www.perledoltrepo.it/ ), ideato dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Salame di Varzi per valorizzare e tutelare i prodotti tipici di origine protetta delle colline pavesi, Massimo Zanichelli ha illustrato il programma degli “Stati generali del Pinoit Nero”, un “confronto tra produttori con analisi dello Stato dell’Arte del Pinot nero in Italia”.
Il vero programma è iniziato nel primo pomeriggio, con la relazione di Carlo Alberto Panont, direttore di Riccagioia, che ha illustrato la situazione del Pinot nero in Italia (circa 4.000 ha vitati) e nello specifico in Oltrepò Pavese, dove il vitigno è presente da oltre un secolo e che può contare su 2.900 ettari, contro i circa 380 divisi tra Alto Adige e Trentino.
Le prime ricerche italiane sul vitigno partono nel 1972, ad opera dei professori Fregoni e Scienza, e proseguono nel 1977, portando ai primi cloni selezionati, i MiRa (da Milano-Riccagioia), attualmente in Italia se ne contano 42 cloni, 24 dei quali sono disponibili a Riccagioia; nel 1982 parte la prima zonazione effettuata in Oltrepò, nella quale viene data grande importanza al Pinot nero.
E’ quindi seguito l’intervento di Mario MaffiIl Pinot nero dell’Oltrepò”, enologo storico dell’Oltrepò, Maffi ha ripercorso la storia locale di questo vitigno, che arriva nell’ottocento per opera dei Conti Vistarino con due ettari di vigneto potato a Guyot destinato alla produzione di base spumante per Carlo Gancia (1860), in seguito, nel 1862 Domenico Massa apre un’azienda spumantistica.
Si assaggiano quindi due Pinot nero di Montelio -azienda presso la quale opera Maffi-, il Costarsa, nelle annate 2007 e 1998; il primo si presenta con un color granato di media intensità, con unghia aranciata, al naso è elegante, un poco chiuso, si coglie il frutto rosso, con una leggera speziatura, ed il fiore appassito. Di buona struttura alla bocca, pulito, decisamente sapido, fresco e minerale, con un buon frutto rosso ed una lunga persistenza. Il secondo vino presenta un color granato scarico con unghia aranciata, al naso è pulito di buona complessità, con accenni di fieno e d’erba secca e con note chinate. Alla bocca è ancora fresco, sapido, il tannino è ben presente, come pure si coglie l’uso del legno, le note chinate sono evidenti ed il vinoi chiude lungo con accenni amarognoli. Un vino elegante e decisamente interessante.
Tocca poi a Jean-François Coquard, enologo francese della Tenuta Mazzolino, con “Il Pinot nero tra Francia ed Oltrepò”, Coquard descrive la situazione mondiale del vitigno, che con i suoi 85.000 ettari occupa meno dell’unpercento dei vigneti del mondo, è principalmente diffuso in Borgogna, Champagne, Oregon, California, Nuova Zelanda, Austria, Svizzera e Germania, mentre in Italia lo ritroviamo principalmente in Oltrepò Pavese ed in Trentino-Alto Adige. L’azienda Mazzolino ne possiede dodici ettari, cloni da rosso, utilizzati anche per la produzione del Metodo Classico Rosé.
In degustazione viene proposto il Noir, nelle annate 2008 2005. Il primo vino ha un color granato non molto intenso, con ricordi rubino. Intenso al naso, molto pulito, con note tostate e vanigliate date dal legno che mascherano un poco il bel frutto rosso. Alla bocca è fresco, minerale, sapido, elegante, con tannini ben presenti e legno ancora in evidenza, buona infine la persistenza.
Il Noir 2005 ha un color granato di media intensità; delicato ed elegante al naso, dove il legno si è perfettamente fuso nel vino, buona la complessità olfattiva, con note terziare in evidenza. Alla bocca è sapido, con un frutto ancora ben percepibile ed un tannino deciso ma molto fine. Un vino di grandissima eleganza, tra i migliori assaggi effettuati nei due giorni di permanenza in Oltrepò.
Giorgio Anselmet, della Maison Anselmet ha tracciato i contorni de ”Il Pinot nero valdostano” , che la sua famiglia coltiva sui pochi ettari vitati in proprietà, assieme a numerosi altri vitigni valdostani, i vini che ci propone in degustazione sono molto giovani, assaggiamo infatti un interessante e piacevolissimo 2010, dal color rubino-granato di media intensità; il vino è pulito e fresco, sia al naso che alla bocca, all’olfatti si colgono sentori di piccoli frutti rossi ed accenni di castagne, mentre alla bocca una leggera vena speziata accompagna il bel frutto rosso con una lunga la persistenza. L’Altro prodotto, frutto dell’annata 2009 ha un colore rosso rubino di media intensità, un frutto rosso in evidenza all’olfatto, pulito e fresco, con leggeri accenni di smalto. Elegante, sapido e minerale alla bocca, con una buona persistenza gusto-olfattiva.
La lunga giornata si chiude infine con una doppia degustazione orizzontale e verticale di Salame di Varzi abbinato al Cruasé, condotta da Annibale Bigoni, presidente del Consorzio di Tutela Salame di Varzi. Assaggiamo prima le tre tipologie, distinte dalle dimensioni e dal diverso periodo di stagionatura: trenta giorni per il Torto, sessanta per la Filzetta e centottanta giorni per il Cucito, segue quindi una verticale di Salame di Varzi, con stagionatura di sei mesi, sette mesi, otto mesi e ben quattordici mesi.
Ci si sposta poi, immersi in una fitta nebbia, presso la struttura dove pernotteremo e dove ci attende la cena: il Castello di San Gaudenzio (http://www.castellosangaudenzio.com/ ), una magnifica struttura che risale in parte al 1400.
 
Anche il programma del sabato è assai intenso, si parte con la relazione di Michela CarlottoIl Pinot nero di Mazzon”, dove la giovane enologa altoatesina, dopo aver descritto le caratteristiche peculiari del vitigno, ne traccia la storia in alto Adige e nello specifico a Mazzon, piccola enclave situata sopra Egna, dove il Pinot nero pare abbia trovato il sua habitat ideale; l’altitudine varia tra i 300 ed i 450 mt slm, l’escursione termica giorno-notte è notevole, ed i suoli sono di origine fluvio-glaciale, calcarei e ben drenanti.
Michela ci propone quindi il suo Mazzon 2009, dal color granato scarico e dal naso elegante, intenso e pulito, caratterizzato da un bel frutto rosso e da accenni vanigliati; alla bocca il vino è fresco, fruttato e sapido, dotato di una discreta struttura, da una buona nota alcolica e da una lunga persistenza.
Il trentino Mario PojerIl Pinot nero trentino”, analizza la situazione del vitigno nella sua provincia con un focus sulla Val di Cembra, descrivendo le metodologie produttive nella sua azienda (Pojer e Sandri). Il vino in degustazione è il Rodel Pianezzi 2007, dal color granato di media intensità, pulito al naso, con piccoli frutti rossi in evidenza e delicate note speziate, un naso complesso e dalla notevole eleganza.; alla bocca è sapido ed al contempo morbido, denota una buona struttura, l’alcol è ben presente ed i tannini sono vellutati, buona la persistenza.
Viene inoltre presentato un Pinot nero del 1992 (non ricordiamo se si trattasse sempre del Rodel Pianezzi), il colore è mattonato, e l’unghia aranciata; al naso è intenso e complesso, emergono i sentori terziari, cuoio, rabarbaro, accenni animali; di media struttura alla bocca, sapido, con tannini un poco asciutti ed una leggera nota stringente, chiude un poco corto con leggeri sentori amaricanti. Più passa il tempo e maggiormente cogliamo l’eleganza olfattiva uscire dal bicchiere.
Il programma prosegue con la relazione di Flavio Basilicata della cantina friulana Le Due Terre, “Il Pinot nero della “ponca” friulana” è l’argomento. Siamo nei Colli Orientali del Friuli, dove su un suolo marnoso-calcareo si sono diciassette ettari di Pinot nero, Basilicata descrive quindi il suo personale approccio col vigneto e con le pratiche di cantina.
Assaggiamo quindi il suo Pinot nero 2009, dal color rubino-granato scarico; di buona intensità olfattiva, pulito, fresco e con un buon frutto rosso in evidenza; il frutto è nettamente percepibile anche alla bocca, dove troviamo un vino sapido, pulito, con tannini vellutati ed una buona nota alcolica, lunga la persistenza. Un vino fresco, pulito, di buona eleganza, che ci pare esprima molto bene le caratteristiche del vitigno.
L’ultimo intervento della mattinata è quello di Carlo Casavecchia, direttore tecnico della Cantina di Casteggio; l’argomento è “Spumantizzare il Pinot nero in bianco ed in rosé”, dopo un breve cenno sulla storia della spumantizzazione con Metodo Classico in Italia, Casavecchia analizza le diverse tecniche produttive che portano ad un Pinot nero spumante bianco e rosato.
I vini in assaggio sono il Pinot nero Brut Metodo Classico, servito da una Magnum ed il Cruasé Brut; il primo è caratterizzato da una bellissima effervescenza, con bollicine sottilissime, e da un color paglierino-dorato; agrumato al naso, con un bel frutto (pesca gialla), pulito e di buona intensità, con sentori di lieviti; alla bocca notiamo un’effervescenza decisa, il vino è asciutto, fresco e sapido, con accenni vegetali ed una discreta persistenza. Il Cruasé ha un color rosa salmone o buccia di cipolla carico, al naso si colgono piccoli frutti rossi (fragola e lampone), uniti ad accenni di tabacco e di smalto; buona l’effervescenza alla bocca, decisamente sapido, di discreta struttura e buona persistenza.
Nel pomeriggio ci attendono le degustazioni guidate da Massimo Zanichelli, la prima è dedicata al “Pinot nero in Italia”, ovvero dodici vini rossi, serviti in due batterie, serviti alla cieca e rappresentativi di diverse regioni italiane, ecco le nostre brevi impressioni, elencati in ordine di servizio, dopo averli svelati:
1) Langhe Pinot Nero “Campo Romano” 2009, di Poderi Colla: color rubino luminoso, di discreta intensità; pulito e fresco al naso, con un bel frutto e leggeri accenni vanigliati; sapido alla bocca, minerale, pulito, fruttato, con leggera speziatura. Tra i preferiti della batteria.
2) Pinot Nero “Arfena” 2009, di Andrea Picchioni: color granato-rubino, con leggera velatura; frutto rosso molto maturo al naso, speziato; molto maturo anche alla bocca, speziato, leggermente pungente.
3) Valle d’Aosta Pinot nero 2008, di Elio Ottin: granato-mattonato, leggermente velato; evoluto al naso, complesso, frutto rosso, con leggere note chinate ed accenni animali; acidità spiccta, sapido, con accenni di rabarbaro.
4) Colli Pesaresi Focara Pinot Nero Riserva “Rive” 2009, di Fattoria Mancini: color rubino intenso, acceso; speziato al naso, pulito ed elegante; bel frutoo alla bocca, decisamente sapido, speziato, si coglie il legno, buona la persistenza. Tra i preferiti della batteria.
5) Alto Adige Pinot Nero “Mazzon” 2009, di Gottardi: color granato abbastanza scarico; bel frutto al naso, con leggeri sentori di smalto; alcolico, con tannino netto, leggermente amaricante il fin di bocca.
6) Oltrepò Pavese Pinot Nero “Giorgio Odero” 2008, di Frecciarossa: color granato intenso, leggermente velato; evoluto al naso, complesso, elegante, si colgono tabacco e cuoio; speziato alla bocca, di buona struttura, tannico, note di liquirizia, legno percepibile, chiude leggermente amarognolo.
7) “San Giobbe” 2008, di La Costa: granato scarico, con unghia mattonata; frutto maturo al naso, note macerative, accenni chinati e di rabarbaro; sapido, con tannino asciutto e legno percepibile, note di rabarbaro.
8) Monferrato Rosso “Nino” 2009, di Cantina Iuli: granato-mattonato di media intensità; frutto macerato al naso, accenni chinati e di rabarbaro, buona eleganza; speziato, sapido, con leggere note animali e tannini un poco amarognoli.
9) Oltrepò Pavese Pinot Nero “Pizzotorto dei Marchesi” 2007, di Marchesi di Montalto: granato scarico con unghia aranciata; al naso sentori di rabarbaro e chinotto; asciutto alla bocca, con legno in evidenza.
10) La bottiglia presentava dei problemi, quindi nessun commento.
11) Pinot Nero “MCDLXV” 2007, di Podere Fortuna: color granato di media intensità; evoluto al naso, con accenni chianti e leggere note animali; le medesime sensazioni ritroviamo alla bocca, unite ad un tannino fitto, buona l’eleganza.
12) Pinot Nero “Campo alle More” 2006, di Gini: color rubino luminoso, non molto carico; pulito ed elegante al naso, intenso, con un bel frutto; morbido alla bocca, con un bel frutto ed una buona vena acida, accenni chinati su una lunga persistenza. Tra i preferiti della batteria.
Ancora uno sforzo: “Il Pinot nero spumante”, altre due batterie, la prima composta da quattro Metodo Classico (bianchi), la seconda da cinque Metodo Classico Rosé; anche questi vengono serviti a bottiglie coperte.
Prima batteria:
1) Oltrepò Pavese Pinot Nero Brut Metodo Classico “1870” 2007, di Fratelli Giorgi: color paglierino-verdolino scarico; agrumato al naso, intenso, con accenni aromatici e sentori di miele; fresco alla bocca, con buona vena acida, sapido, leggere note d’erbe officinali e discreta paersistenza. Un poco semplice.
2) Trento Extra Brut “Perlé Nero” 2005, di Cantine Ferrari: molto bello alla vista, dorato luminoso; tostato al naso, ricorda il pane tostato ed il caffè; decisa l’effervescenza alla bocca, la nota tostata è in evidenza, come pure il legno, note vegetali, leggermente amarognolo.
3) Alta Langa Brut “Gatinera” 2003, di Fontanafredda (Magnum): molto bello il colore, paglierino dorato luminoso; al naso sentori di miele, di fiori d’acacia e di gelsomino; erbaceo-vegetale alla bocca, sapido, con buona vena acida.
4) Oltrepò Pavese Pinot Nero Metodo Classico Riserva del Poeta “Trento Cribellati” 2003, di Anteo: color paglierino luminoso, con riflessi verdolini; al naso sentori di lieviti, note aromatiche e leggeri accenni animali; sapido e minerale alla bocca, note vegetali.
Seconda batteria:
1) Alto Adige Rosé “Excellor”, di Arunda: molto bello il colore, salmone, buccia di cipolla lumionoso; fresco, pulito e molto elegante al naso, anche se non molto complesso, si colgono piccoli frutti rossi; fresco e minerale alla bocca, dove ritroviamo i piccoli frutti rossi, spiccata la vena acida e lunga la persistenza. Un prodotto decisamente interessante.
2) Oltrepò Pavese Brut Cruasé “Saignée della Rocca”, di Conte Giorgi di Vistarino: color rosa delicati, fiori di pesco scarico; di buona eleganza olfattica, con leggeri accenni tostati e sentori di tè; decisa l’effervescenza alla bocca, si colgono sentori di fieno e note vegetali, leggermente amarognolo il fin di bocca.
3) Oltrepò Pavese Extra Brut Cruasé 2007, di Bruno Verdi: color rosa antico carico, quasi corallo scarico; piccoli frutti rossi al naso, ciliegia, caramella al lampone, sentori di tabacco; buona l’effervescenza alla bocca, sapido, con accenni vegetali e media persistenza.
4) Talento Brut Rosé 2005, di Bellenda: aranciato scarico, buccia di cipolla dorata; sentori di lieviti al naso, crosta di pane, note di fieno e leggeri accenni vegetali; molto sapido alla bocca, con note fruttate e sentori di fieno e di tabacco, media la persistenza.
5) Oltrepò Pavese Pinot Nero Brut Rosé Riserva “Oltre il Classico“ 2005, di Ca’ di Frara: color salmone aranciato, di discreta intensità; intenso, elegante e pulito al naso, con sentori di confetto; fresco e minerale, molto secco, sapido e con buona vena acida, lunga la persistenza.
Lorenzo Colombo 


pubblicato in origine su www.vinealia.org

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