18° Berliner Wein Trophy
Per la settima volta siamo a Berlino, in occasione dell’edizione estiva del concorso internazionale che vede competere oltre 3.200 vini -dopo i 3.700 presentati a febbraio- provenienti da tutto il mondo e valutati da 119 commissari, suddivisi in diciassette commissioni di degustazione.
Quest’anno, a significare la sempre maggiore internazionalità del concorso, i giudici provenivano da ben ventisei diversi paesi, in buona parte extraeuropei.
C’erano infatti rappresentanti di Germania, Italia, Francia, Grecia, Svizzera, Spagna, Gran Bretagna, Ungheria, Romania, Polonia, Slovenia, Moldavia, Lussemburgo, Olanda, Svezia, Austria, Danimarca, Turchia, Repubblica Ceca, ma anche provenienti da USA, Ucraina, Sudafrica, Argentina, Colombia, Cina, e ben cinque Sudcoreani. Dallo scorso anno è infatti in corso una collaborazione tra la DMW (Deutsche Weinmarketing GmbH), società organizzatrice del BERLINER WEIN TROPHY, con il Daejeon Wine Trophy in Corea del Sud.
Come sempre nutrita la pattuglia dei degustatori italiani, questa volta eravamo in quattordici (nell’edizione di febbraio eravamo addirittura in venti), secondi solamente ai commissari tedeschi –ben quarantanove- ma d’altra parte il concorso si tiene a casa loro.
Un paio di piacevole sorprese hanno caratterizzato quest’edizione del Berliner Wein Trophy; la prima era data dal fatto che le degustazioni occupavano solamente mezza giornata, e quindi c’è stato più tempo del solito per riposare o per visitare quella bellissima città che è Berlino. La seconda è stata il parziale cambiamento di presentazione dei vini in assaggio nelle varie batterie; infatti, a differenza di tutte le altre edizioni alle quali abbiamo partecipato, prima di ciascun “flight” (così si chiamano in gergo le diverse batterie di vini) ci veniva consegnato un foglio con indicati annata e vitigni dei vari campioni.
Valutiamo in maniera decisamente favorevole questo cambiamento, che sposta la degustazione verso un approccio più oggettivo; in realtà è molto più facile approcciarsi alla valutazione di un vino sapendo quando e con cosa è stato fatto; si cercano infatti le caratteristiche del (o dei) vitigni e si è molto meno influenzati dal gusto personale.
Durante i quattro giorni del concorso la nostra commissione, composta da sette giudici (due tedeschi, un francese -come presidente-, uno svedese, uno svizzero ed una giovane cinese, oltre a noi) è stata chiamata a valutare centosettantacinque vini, suddivisi in quindici batterie.
Il primo giorno -giovedì 25 luglio- è stata la volta dei vini tedeschi ed austriaci: una batteria di Riesling (dove è stata assegnata una medaglia d’oro) ed una più modesta serie di vini rossi dove il vitigno principale era il Dornfelder per quanto riguarda quelli tedeschi, ed una serie di vini rossi, quasi tutti da vitigni autoctoni per quanto riguarda gli austriaci, ed anche su questi nulla di particolare da segnalare.
Il giorno seguente ci ha riservato due serie di vini italiani, una di bianchi, provenienti da varie regioni, e qui abbiamo assegnato due ori, ad un Pecorino e ad un Nuragus, con grande piacere nostro e complimenti da parte degli altri commissari, la batteria dei rossi è stata ancor più entusiasmante: quattro ori e sei argento su quindici vini. Infine un’ottima serie di rossi spagnoli, dove il Tempranillo la faceva da padrone, ed anche qui ben quattro oro ed altrettanti argento su dodici vini.
Il sabato ci toccano due serie di bianchi tedeschi, una di Weissburgunder (Pinot bianco) ed una di Riesling, solamente argenti in entrambi le batterie. L’ultima serie è riservata a vini rossi spagnoli da vitigni vari, e qui fioccano nuovamente le medaglie: due oro e dieci argento su quindici campioni.
Ultimo giorno, ben sei batterie, anche se con un limitato numero di campioni, si inizia con sei Traminer tedeschi ai quali assegniamo cinque argento, a seguire dieci spumanti, quasi tutti Rosé, di varia provenienza, che strappano altre nove medaglie d’argento. Si prosegue con altri dieci spumanti italiani, in buona parte Prosecco, e tutti ottengono un argento. Tocca ora a sei vini rossi, quattro dei quali italiani (un oro e quattro argento); cinque vini bianchi tedeschi con un certo residuo zuccherino, da vari vitigni (un oro e quattro argento), in chiusura otto vini liquorosi ed aromatizzati di varia provenienza, che ci fanno chiudere in bellezza il concorso (ben sette oro ed un argento).
Una piccola nota relativa alle medaglie d’argento: nei concorsi patrocinati dall’OIV (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino) si possono assegnare medaglie solamente al trenta percento dei campioni presentati, di conseguenza non tutte le medaglie d’argento -che solitamente superano questa soglia- vengono in realtà assegnate, anche perché -l’abbiamo scritto più volte- la soglia minima per raggiungere questo premio è assai bassa (82/100) ed al giorno d’oggi abbastanza facilmente raggiungibile per un vino enologicamente corretto.
Un’ultima annotazione: in sette edizioni del concorso alle quali abbiamo partecipato, assaggiando un migliaio di vini, mai siamo riusciti ad assegnare una Gran Medaglia d’Oro (92/100 la soglia per raggiungere questo risultato).
Appena saranno disponibili, sarà nostra cura pubblicare l’elenco dei vini premiati.
Lorenzo Colombo
pubblicato in origine su www.vinealia.org
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