2020: un anno di resilienza

Lo scorso 20 aprile Pau Roca, direttore generale dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigne e del Vino) ha tenuto una conferenza stampa in remoto presentando i dati sulla produzione, il consumo e il commercio internazionale di vino relativi al 2020.

Ecco una breve sintesi di quanto ne è emerso:

Il vigneto

La superficie del vigneto mondiale, stabile ormai da quattro anni, ammonta a 7,3 milioni di ettari, questa cifra comprende i vigneti nella loro totalità, ovvero non unicamente quelli adibiti alla produzione di vino, ma anche quelli per uva da tavola, da appassimento etc.
La situazione dei paesi più vitati è rimasta più o meno la stessa con differenze rispetto al 2019 inferiori all’1%, la Spagna detiene sempre il primo posto con 961.000 ettari seguita da Francia (797.000 ha) e Cina (785.00 ha), l’Italia è sempre al 4° posto con 719.000 ettari, seguono staccate Turchia (431.000 ha) e Stati Uniti (405.000 ha).

La produzione

La produzione di vino è stata di 260 milioni di ettolitri, con un incremento dell’1% rispetto all’anno precedente, l’Italia si trova sempre al primo posto con 49.100.000 ettolitri seguita da Francia (46.600.000) e Spagna (40.700.000), più staccati gli USA con 22.800.000 ettolitri.

 

Il consumo

Il consumo mondiale di vino nel 2020 è stimato in 234 milioni di ettolitri, con una flessione del 3% rispetto al 2019, per trovare un dato così basso occorre tornare al 2002.
Il paese maggior consumatore rimane gli Stati Uniti con 33 milioni di ettolitri, seguito da Francia (24,7 milioni/hl), e Italia (24,5 milioni /hl), nel nostro paese, unico assieme ad Argentina e Brasile, si è notato un (notevole) aumento dei consumi stimabili attorno al 7,5% rispetto al precedente anno.
Per quanto riguarda il Brasile l’aumento rispetto all’anno precedente è di ben il 18,4%.
All’opposto troviamo Sud Africa (-19.4%) e Cina (-17,4%), i cali di consumo di vino in quest’ultimo paese preoccupano non poco, essendo ormai una costante da ormai tre anni consecutivi (si è infatti passati dai 19,3 milioni di ettolitri nel 2017 ai 12,4 milioni stimati nel 2010, ovvero -36% in tre anni) questo impressionante calo non è quindi causato dalla pandemia, come avvenuto in altri paesi.
Vuoi vedere che la bolla del vino in Cina sia ormai scoppiata?

L’export

Diminuendo i consumi è di conseguenza calato anche l’export del vino con una contrazione dell’1,7% in volume e di ben il 6,7% in valore rispetto al 2019, causa di questa grande differenza in percentuale è certamente dovuta alla chiusura dei canali di sbocco dei vini più pregiati e più costosi, ovvero l’Ho.Re.Ca.
La tipologia che più ha sofferto è quella dei vini spumanti, che hanno registrato un calo nelle esportazioni del 5% in volume e di ben il 15% in valore, questo è spiegabile nel tradizionale momento di consumo di questa tipologia di vini, legato spesso a ricorrenze festose che nell’anno scorso, per ovvi motivi, hanno avuto bel poche occasioni d’esserci.
L’export di vino fermo imbottigliato ha visto un calo del 2% in volume e del 6% in valore, completamente diverso il caso dei vini in Bag in Box la cui esportazione è crescita del 12% in volume e dell’8% in valore, segnale di un maggior consumo in ambito domestico.
Per quanto riguarda i paesi esportatori il calo maggiore in percentuale l’hanno avuto Germania (-10,3% in volume e -15,5% in valore) e Sud Africa (-11,9% in volume e -9,3% in valore), mentre tra i maggiori paesi esportatori notiamo un -4,9% in volume e -10,8% in valore per la Francia, -5,9% in volume e -3,4% in valore per la Spagna, mentre l’Italia regista un -2,4% sia in volume che in valore.

L’import

Il Regno Unito ha registrato un incremento del 4,2% in volume a fronte di un calo del 3,9% in valore, la Germania un decremento del 5% in volume e del 2,4% in valore mentre gli Stati Uniti hanno visto una situazione di quasi parità con l’anno precedente per quanto riguarda il volume, ma un calo del 10,8% in valore.
Il peggior dato però riguarda la Cina dove l’import di vino ha subito un calo del 29,8% in volume e del 26,7% in valore, la maggior parte degli altri paesi importatori, seppur non su questi livelli, hanno visto calare la loro importazione di vino.
Altri paesi invece hanno visto un incremento nel loro import di vino, è il caso ad esempio dell’Olanda che ha visto una crescita del 10,7% in volume e del 8,8% in valore e della Svezia con un +2,9% in volume e +5,3% in valore.

Infine alcuni dati previsionali relativi alla produzione di vino nel 2021 nell’emisfero Sud, dove ormai le vendemmie sono terminate.
Qui troviamo dati contrastanti, con paesi la cui produzione prevista è in crescita rispetto al 2020, è il caso dell’Australia (+18,4%) e del Cile (+15%), mentre altri hanno subito cali di produzione: Nuova Zelanda -8,8% e Argentina -6,4%.
Quello però che più colpisce è il previsto aumento vertiginoso del Brasile che regista un +71,6% (da 1.923.000 ettolitri del 2020 ai 3.300.000 ettolitri del 2021).
Lorenzo Colombo

Per la situazione completa dei dati forniti ecco il link: https://www.oiv.int/it/attivita-delloiv/situazione-del-settore-vitivinicolo-mondiale-conferenza-stampa-20-aprile-2021

Nota: tutte le slides sono tratte dalla presentazione in Power Point dell’OIV.