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’80 – ’90 – 2000

Trent’anni  di Amarone d’Arte

Tra le tante degustazioni in programma al Vinitaly, una alla quale tenevamo particolarmente era quella organizzata dalle “Famiglie dell’Amarone d’Arte”, e grazie al cortese invito della Famiglia Tommasi, azienda membro di quest’associazione, martedì 27 febbraio, alle 10,30, eravamo, assieme ad altri cent’ottanta partecipanti, nella sala Argento, al piano -1 del Palaexpo.
Un colpo d’occhio di grande effetto; sul palco, oltre a Ian D’Agata, incaricato di gestire la degustazione, c’erano i rappresentanti di tutte le dodici Famiglie dell’Amarone, ciascuna delle quali presentava un Amarone d’annata diversa, partendo dal 1983 sino al 2007.
Si trattava della prima degustazione così strutturata organizzata dalle “Famiglie”, e ci rendiamo conto che gestire un evento così complesso e per un così elevato numero di persone comporti delle problematiche, soprattutto quando si propongono vecchie annate, dove ogni bottiglia fa storia a sé, per questo motivo su alcuni vini siamo stati abbastanza in disaccordo con quanto veniva descritto dal relatore.
Ma veniamo alla degustazione, con i vini serviti a partire dal più vecchio -onde evitare che la prorompenza di quelli più giovani possa coprire le delicate sfumature di quelli più anziani- preceduta da una descrizione del vino in oggetto da parte del suo produttore, alla quale seguiva quindi la descrizione organolettica di D’Agata.
Una degustazione affascinante, che ha messo in luce, oltre alla potenzialità d’invecchiamento di alcuni vini, anche le diverse annate e le interpretazioni stilistiche con la grande variabile del differente residuo zuccherino che in alcuni casi conferiva ai vini un equilibrio giocato sulla morbidezza.
Decisamente esplicativo il carnet di degustazione che evidenziava nel dettaglio vitigni, vigneti, andamento stagionale ed impostazioni agronomica ed enologica di ciascun prodotto, anche se con qualche errore, ad esempio nella scheda dedicata all’azienda Tommasi ci sono i riferimenti della Tenuta Sant’Antonio.

I primi tre campioni sono degli anni ottanta:

Speri: Amarone della Valpolicella Doc Classico “Vigneto di Sant’Urbano” 1983
Fermentazione in legno ed affinamento in botti da 30/hl per cinque anni.
Si presenta limpido nel bicchiere, con un color granato-mattonato (è un vino di quasi trent’anni) di buona intensità.
Intenso al naso, con decise note terziarie date dall’età, è la nota di cuoio ad emergere, si intuiscono inoltre sentori sulfurei (vulcanici).
Strutturato, asciutto alla bocca, tannico, incredibilmente fresco. Si coglie la confettura di frutta rossa e la liquirizia, la lunga persistenza chiude su note di liquirizia dolce.
In vino decisamente fresco ed interessante, soprattutto se rapportato alla sua età.  92/100

Brigaldara: Amarone della Valpolicella Classico Doc Recioto 1986
Affinato per trentasei mesi in botte.
Già dal colore ci viene data l’idea di una notevole evoluzione del prodotto, granato intenso e mattonato sull’unghia.
Intenso al naso, con note ossidative che rimandano alla mela matura, si coglie inoltre confettura di frutti rossi.
Asciutto al palato, dove tornano i sentori ossidativi, i tannini sono netti, quasi aggressivi, chiude su note di liquirizia amara.
Una bottiglia in fase decisamente calante. (Senza voto)

Masi Agricola: “Vaio Armaron” Amarone Classico 1988 “Serego Alighieri”
Cinque anni in botti di rovere con capacità variabile da 7 a 20/hl, ulteriori quattro mesi in fusti di ciliegio da 600 litri.
Molto evoluto alla vista, con un colore decisamente mattonato, con unghia aranciata.
Intenso al naso, decisamente ossidato. Si riescono ancora a cogliere sentori di confettura di frutti rossi.
L’ossidazione è netta anche alla bocca, il vino è spoglio, con note amaricanti. (Non valutabile)

Passiamo al decennio successivo:

Allegrini: Amarone Allegrini 1990
Durata della macerazione: 45 giorni. Affinamento in botti da 80/hl per trentasei mesi.
Color granato intenso.
Intenso al naso, si colgono inizialmente sentori d’inchiostro che si aprono quindi su note di confettura e di prugna secca, un vino complesso, balsamico, elegante.
Morbido e contemporaneamente asciutto alla bocca, equilibrato, con tannini decisi ma vellutati, di discreta struttura chiude su note di liquirizia.
Un vino che ha il suo punto di forza nell’equilibrio. 90-91/100

Tenuta Sant’Antonio: Amarone della Valpolicella Doc “Campo dei Gigli” 1995
Fermenta in botti aperte da 500 litri e s’affina in botti di rovere francese per tre anni.
Il colore è granato-mattonato, intenso.
Al naso emerge netto ed intenso il cuoio, i sentori sono decisamente terziari e rimandano alla china ed al rabarbaro.
Morbido, morbidissimo alla bocca, alcolico, suadente, con tannini decisi ma vellutati, si coglie la confettura di prugne e la lunghissima persistenza sfuma su sentori di liquirizia dolce.
Un vino con due facce, quasi austero al naso e decisamente aperto e strutturato alla bocca. 91-92/100

Tedeschi: “Capitel Monte Olmi” Amarone della Valpolicella Doc Classico 1996
Affinamento in tonneaux per 12 mesi, seguono altri 12 mesi in botti da 20-30/hl
Mattonato alla vista, con unghia aranciata, di media intensità.
Intenso al naso, di buona complessità, con sentori di china e d’inchiostro.
Asciutto alla bocca, si nota la liquirizia amara, lunga la persistenza. 86-87/100

Tommasi: Tommasi Amarone della Valpolicella Classico Doc 1997
Trentasei mesi d’affinamento in botti di rovere da 35/hl
Color granato profondo, con unghia mattonata.
Di buona intensità olfattiva, complesso, elegante, si colgono sentori animali.
Asciutto alla bocca, con sentori terziari, chinato, i tannini sono netti ma mai fastidiosi, la persistenza è lunga. 89/100

Zenato: Amarone della Valpolicella Doc Classico  Riserva “Sergio Zenato” 1998
Affinamento per quattro anni in botti di rovere di media capacità.
Il colore è granato intenso, l’unghia mattonata.
Intenso al naso, complesso, elegante, con sentori terziari di cuoio e di china.
Morbido ed equilibrato alla bocca, con tannini vivi, netti, ma morbidi e vellutati, si coglie liquirizia e confettura di marasche che danno al vino una nota dolce. Elevato in effetti il residuo zuccherino dichiarato. 92/100

Arriviamo infine agli anni 2000:

Nicolis: Amarone Ambrosan 2000
Matura per trenta mesi, parte in botti di medie dimensioni e parte in barriques.
Il colore è granato profondo, quasi nero nella pancia del bicchiere.
Intenso al naso, alcolico, elegante, con sentori di frutta sotto spirito (ciliegia) e di prugna secca.
Morbido alla bocca, alcolico, fruttato (ritorna la ciliegia sotto spirito), asciutto ma con tannini vellutati, chiude con una buona persistenza su note di liquirizia dolce. 88-89/100

Venturini: Amarone della Valpolicella Doc Classico  2001
Ventiquattro mesi d’affinamento in botti di rovere e tonneaux
Color granato intenso con ricordi rubino.
Intenso al naso, propone inizialmente chiari sentori d’inchiostro, poi il vino s’apre su note di confettura di frutta rossa e si colgono inoltre accenni di salamoia.
Asciutto alla bocca, sapido, con buona vena acida e tannini vellutati, si percepisce la liquirizia dolce, buona la persistenza. 88-89/100

Begali: Amarone Classico “Monte Ca’ Bianca” 2004
Affinamento in barriques e botti da 20 hl per quattro anni.
Color rubino-granato intenso.
Iniziali note d’inchiostro al naso, che s’aprono su sentori di prugna secca, molto elegante e di buona complessità.
Asciutto ma al contempo morbido, fresco, con sentori di liquirizia, molto lunga la persistenza. Un vino molto elegante. 90/100

Musella: Amarone della Valpolicella Riserva 2007
Ventiquattro mesi d’affinamento in tonneaux  ed in botti di varie dimensioni (700, 1.500 e 3.500 litri)
Color granato-rubino profondo.
Intenso al naso, con sentori d’inchiostro, di frutta rossa surmatura e di confettura, qualche accenno floreale.
Dotato di buona struttura, asciutto ma morbido, con tannini netti ed eleganti, sentori di liquirizia dolce, buona la persistenza. 88/100
Lorenzo Colombo

 

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  1. […] avvenuta a Milano nel 2010 (vedi), durante il Vinitaly 2012 in occasione della degustazione “Trent’anni di Amarone d’Arte” e nel 2018, quando, presso l’Antica Bottega del Vino, a Verona, hanno presentato l’annata […]

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