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Lucca e i suoi diversi terroir

Unità di territorio Lucca e i suoi diversi Terroir, quattro ere geologiche per quattro espressioni del terroir lucchese

Saverio Petrilli

Nel corso dell’evento Vini delle Coste, svoltosi a Lucca gli scorsi 30 e 31 marzo si sono tenute alcune Masterclass tra le quali abbiamo trovato alquanto interessante quella dedicata ai vari terroir della provincia lucchese condotta da Saverio Petrilli, enologo per quasi trent’anni della Tenuta di Valgiano e che dal 2017 conduce, unitamente ad alcuni amici, una propria azienda, Malgiacca, recuperando vecchi vigneti, molti dei quali semiabbandonati.

Saverio, che in tempi non sospetti praticava già una viticoltura biodinamica, s’è presentato in sala con alcune cassette contenenti zolle di terra per mostrare praticamente la diversità di questi suoli, l’unico rammarico è non aver portato con sé una mappa del territorio in modo da potere vedere la reale collocazione di questi vigneti.

Sei i vini presentati, tre di sua produzione e gli altri da aziende che praticano comunque la biodinamica, a Lucca infatti tre quarti delle aziende vitiviticole lavorano in regime biodinamico ed a tal proposito è stata costituita l’Associazione LBD (Lucca Bio Dinamica) della quale fanno parte diverse di queste aziende.

I suoli

Prima della degustazione Saverio ha tenuta una lezione sul concetto di biodinamica applicata all’agricoltura secondo i dettami dell’ucraino, da poco scomparso, Alex Podolinsky.
Ha poi spiegato il suolo lucchese che è formato da tre distinti domini geologici presentando poi i vini come espressione massima dei diversi terroir, i vini secondo Petrilli dovrebbero essere non tanto espressione del produttore, ma piuttosto del territorio.

A proposito di territori  Saverio ha suddiviso a grandi linee il territorio della lucchesia in quattro macroaree geografiche: la parte bassa delle colline lucchesi dove si producono vini rossi leggeri e dissetanti, la zona di Gragnano, che in origine era un lago, la fascia collinare che da Valgiano va verso Matraia dove i vini ivi prodotti sono in genere più austeri e dalla lenta maturazione e infine la zona destra Serchio, più argillosa, dove i vini hanno una suadenza vellutata, c’è poi la zona di Montecarlo di Lucca, che fa a sé ed il primo vino presentato proviene proprio da quella zona.

La degustazione

 – Tenuta I Masi 2023
Si tratta di un’azienda recentissima, acquistata dagli attuali proprietari solamente nel 2022, la 2023 è la prima annata gestita completamente da loro, la tenuta è stata inaugurata nell’aprile del 2024.
Il vino è frutto di un blend tra Sangiovese e Cabernet sauvignon, le uve vengono diraspate a mano e pigiate con i piedi, l’affinamento del vino avviene in vasche di cemento.

Color rubino-violaceo trasparente di media intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, molto profumato, si colgono note vinose e di ciliegia selvatica uniti a leggeri sentori speziati.
Fresco, piccante, pepato, fruttato, ciliegia, buona vena acida e lunga persistenza.

 – Malgiacca “Da Litro” 2024
50% Sangiovese e 50% tra Canaiolo e Ciliegiolo provenienti dalle colline lucchesi, su terreni sciolti di natura alluvionale.
Le uve vengono diraspate a mano e pigiate con i piedi, la fermentazione si svolge in modo naturale in piccoli mastelli, un terzo del vino matura in vasche d’acciaio, un altro terzo in piccole botti usate e il restante in anfora, il tutto per circa sei mesi, dopo l’assemblaggio il vino viene imbottigliato senz’alcuna filtrazione.
Come dice il nome, le 6.000 bottiglie prodotte sono da un litro.

Purpureo luminoso.
Intenso al naso, molto profumato, fruttato, floreale, accenni speziati di pepe.
Intenso anche al palato, di media struttura, piccante, pepato, con buona vena acida e tannino leggermente asciugante.

 – Malgiacca Rosso 2022
Vino dalla composizione complessa, dove, a circa il 50% di Sangiovese vengono affiancati numerosi altri vitigni, sia locali come pure di provenienza da altre regioni italiane ed anche dall’estero, troviamo quindi Canaiolo, Ciliegiolo, Malvasia Nera ma anche Barbera, Montepulciano, Chasselas, Merlot e Syrah.
Le uve vengono diraspate a mano e pigiate con i piedi, la fermentazione avviene in piccoli mastelli senza alcun controllo della temperatura e l’affinamento si svolge in vasche d’acciaio dove il vino sosta per circa sei mesi, 9.000 le bottiglie prodotte.

Color rubino di discreta intensità.
Buona l’intensità olfattiva, vi cogliamo sentori di frutta rossa selvatica e accenni floreali.
Fresco e succoso, asciutto, con bella trama tannica che sfuma su sentori di pellicina di castagne crude leggermente asciuganti, sentori di radice di liquirizia, lunga la sua persistenza.

 – Madrigali 2022  – Malgiacca
90% Sangiovese, 10% tra Ciliegiolo e Canaiolo, le uve provengono dalla zona collinare che da San Gennaro va verso Valgiano, Madrigali è il nome della casa più vecchia della zona, un podere esposto a Sud a 280 mt slm su suolo composto da argille calcaree di alberese.
Il vino fermenta e s’affina in vasche d’acciaio, ne sono state prodotte 1.220 bottiglie e 24 Magnum che entreranno in commercio a partire dal mese di settembre.

Color granato trasparente di media intensità.
Intenso al naso dove si coglie un frutto rosso maturo con note speziate.
Di media struttura, asciutto, con tannino deciso che ricorda la pellicina di castagne crude, piccante, pepato, buona la sua persistenza su sentori di radici.

Forci – Le Voliere 2022 (ne avevamo già scritto qui nello scorso mese di dicembre)
80% Sangiovese, 10% Canaiolo, 10% Colorino:
Le uve vengono diraspate a mano e pigiate con i piedi, l’80% del mosto fermenta in vasche d’acciaio, mentre la parte rimanente in barriques usate, l’affinamento si protrae per 10 mesi tra legno usato e acciaio, il vino viene quindi imbottigliato senza filtrazione.

Color rubino, trasparente e luminoso.
Naso di buona intensità, presenta sentori di frutti rossi selvatici e fiori rossi, note balsamiche.
Intenso al palato, asciutto, piccante, con tannino deciso che rimanda alla pellicina di castagne, buona la sua persistenza.

 – Tenuta Lenzini – “Lenzini Franco” 2023
Da uve Cabernet franc, fermentazione in vasche di cemento con lieviti indigeni, affinamento per sei mesi in acciaio e gres.

Rubino-violaceo di buona profondità.
Intenso al naso, balsamico, frutto rosso maturo, spezie dolci.
Discretamente strutturato, asciutto, sentori d’erbe amare.

In conclusione: in effetti le differenze organolettiche dei vari vini sono spesso piuttosto notevoli, stabilire poi se questo sia dovuto alla diversità dei suoli o ai vitigni utilizzati ed alla loro elaborazione in cantina risulta per noi assai difficile.
Lorenzo Colombo