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Bergamasca Igt Pinot Nero “Francesco Arrigoni” 2013 – Tassodine

Avevamo già (brevemente) scritto in merito a questo vino, l’avevamo fatto per la rubrica VINedì IGP nel luglio 2015 (vedi) quando ancora scrivevamo per Vinealia, si trattava allora di un vino assai giovane, da poco messo in commercio e ci era piaciuto molto.

Nei giorni scorsi, rovistando tra le varie scatole di vino alla ricerca di qualche bottiglia dimenticata ne abbiamo trovata una, guarda caso della medesima annata e ci siamo quindi chiesti “come sarà questo vino dopo quasi dieci anni dal primo assaggio?” Non ci è rimasto quindi che aprile la bottiglia, abbinandola per l’occasione ad un coniglio arrosto in padella.

Nel 2015 non avevamo però accennato all’azienda, è quindi il caso di farlo ora.

Proveniente da tutt’altro settore, ma appassionati di vino, Giuseppe Magni decide di ripristinare un terreno abbandonato da anni in località Tassodine, a 500 metri d’altitudine, sul Monte Canto, sopra Villa d’Adda, dove, in una casa di questo piccolo borgo era nata sua moglie.

Vigneti – Tratta dal sito AIS Lombardia

L’operazione si rivela abbastanza complessa, si tratta di bonificare un territorio coperto da rovi e bosco, dove si intravedevano ancora i gradoni, ormai deteriorati, dove ancora allignavano ceppi di quello che una volta era una vigna.

Magni chiede la consulenza a professionisti del settore tra i quali il Prof. Leonardo Valenti, l’agronomo Pierluigi Donna e l’amico Francesco Arrigoni che conosce bene quei luoghi frequentandoli per le sue passeggiate.

Magni ha una passione per il Merlot ma Arrigoni lo convince a mettere a dimora anche del Pinot nero, ritenendolo un vitigno adatto, considerando l’altitudine e le caratteristiche del suolo.

Le prime barbatelle di Pinot nero vengono messe a dimora nel 2007, Giuseppe Magni scelse d’acquistarle in Francia, dal vivaista Morrison Couderc , si tratta di 4.000 piantine di due diversi cloni.

Il vigneto in inverno

Il vigneto è situato tra i 500 ed i 600 metri sulle pendici del Monte Canto, esposto a Sud e Sud-Ovest, seguendo i contorni di un anfiteatro naturale è allevato a Cordone speronato con una fittezza d’impianto di 6.000 ceppi/ettaro.

Si tratta ora di produrre il vino e la scelta cade su Paolo Zadra, già enologo della cantina Castello di Grumello.

La squadra è pronta e nel 2010 escono le prime 212 bottiglie di Pinot Nero, l’anno dopo muore improvvisamente, durante una passeggiata nei boschi l’amico Francesco Arrigoni e Giuseppe decide quindi di dedicare a lui questo vino.

Il vino
La fermentazione s’effettua in vasche d’acciaio mentre l’affinamento avviene in barriques, sia nuove che usate, dove il vino sosta per un anno.

Non ci aspettavamo certamente di ritrovare lo stesso vino assaggiato quasi dieci anni fa, infatti si presenta un color granato scarico e trasparente con unghia aranciata.
Media la sua intensità olfattiva, ancora abbastanza integro, elegante e di buona complessità, sentori di fiori secchi, sottobosco, ciliegia matura e prugne secche, spezie dolci, vaniglia e legno dolce, note mentolate.
Buono il primo impatto alla bocca, discretamente strutturato, fresco e dalla buona vena acida, bella la trama tannica, sentori di radici e di liquirizia, accenni di pepe, peperoncino verde e zenzero, ciliegia un poco aspra e note mentolate, lunga la persistenza.
Lorenzo Colombo