Cirò: from Doc to Docg
500 ettari di vigneti, dei quali 400 ettari rientrano nella zona Classica, 60 le aziende associate al Consorzio, 4.100.000 le bottiglie prodotte nel 2018, questi sono i dati del Cirò, la più conosciuta denominazione calabrese.
Questa denominazione prevede le tipologie di vino bianco, rosso e rosato, per le ultime due è previsto l’utilizzo del vitigno Gaglioppo in una percentuale minima dell’ottanta percento, per la parte rimanente si possono utilizzare tutti i vitigni consentiti nella regione Calabria, compresi (purtroppo) i cosiddetti internazionali.
Va però detto che la maggior parte dei produttori ha (saggiamente) optato per l’utilizzo del Gaglioppo in purezza, e quando vengono impiegati anche altri vitigni, si preferisce orientarsi su quelli autoctono calabresi, come il Magliocco.

Gaglioppo
Il Consorzio dei Tutela Vini Doc Cirò e Melissa è frutto dell’unione del Consorzio di Tutela Vini Doc Cirò (nato nel 2003) e del Consorzio dei Vini Doc Melissa che si è aggiunto nel 2007.
Durante il Press tour che è seguito al Concours Mondial de Bruxelles, tenutosi a Cosenza-Rende, quasi un’intera giornata è stata dedicata alla zona di produzione del Cirò.
Dapprima la visita alla tenuta Rosaneti di Librandi dove si trova il “giardino varietale” che raccoglie, nella sua caratteristica forma a spirale, la collezione di antichi vitigni calabresi, a seguire il focus improntato sul prossimo passaggio del Cirò Rosso Classico Doc a Docg -la zona di produzione del Cirò Classico è limitata ai soli territori di Cirò e Cirò Marina, escludendo pertanto quelli dei comuni di Melissa e Crucoli-, dopo il quale abbiamo potuto assaggiare 22 vini di Cirò Rosso Classico Superiore Riserva di 21 aziende e di diverse annate, preventivamente suddivisi in tre distinte serie identificate come: Historic wineries (sette vini), Innovative wineries (cinque vini) e Artisanal wineries (dieci vini).

Historic wineries
La degustazione, effettuata in piedi presso i tre distinti desk non ci ha permesso di prendere appunti ma unicamente di verificare la qualità dei prodotti.

Innovative wineries
Ecco quelli che maggiormente abbiamo apprezzato (in ordine di preferenza):
– Vumbaca, annata 2019 (Artisanal). Elegante
Gaglioppo in purezza, vigne di oltre 45 anni d’età allevate ad alberello.
Prima annata di produzione per questa Riserva, solamente 826 le bottiglie prodotte.
L’azienda è stata fondata nel 2019 e si sviluppa su una superficie di 13 ettari, sei dei quali a vigneto.
– Ippolito 1845 – “Colli del Mancuso” 2019 (Historic). Bel frutto, elegante.
Uve Gaglioppo in purezza provenienti dalla Tenuta Mancuso, affinamento per 12 mesi in botti di rovere.
Fondata nel 1845 l’azienda è composta da tre tenute, per un totale di un centinaio d’ettari a vigneto.
– Ippolito 1845 – “Ripe del Falco” 2013 (Historic). Bel frutto, elegante e complesso.
Gaglioppo in purezza da vigne di oltre 40 anni d’età.
– Brigante – “0727” 2016 (Artisanal)
Gaglioppo in purezza, da vigne di vent’anni d’età, situate a 365 metri d’altitudine in Località Brigante.
Maturazione in vasche d’acciaio per un anno, a seguire sei mesi in botti da 15 ettolitri.
L’azienda dispone di 10 ettari di vigne.
– Librandi – “Duca San Felice” 2019 (Historic). Bel frutto, pulito
Da uve Gaglioppo provenienti da un vignato allevato ad alberello, affinamento in acciaio e cemento, dove il vino sosta per due anni.
In quanto all’azienda, certamente tra le più conosciute del territorio calabrese e non solo, fondata nel 1953, dispone attualmente di oltre 230 ettari di vigneti dislocati in sei diverse tenute.

Artisanal wineries
– Calabretta Cataldo Viticoltore annata 2017 (Artisanal)
Uve Gaglioppo provenienti da un vigneto di 15 anni d’età, allevato ad alberello, fermentazione spontanea ed affinamento per 10 mesi in vasche di cemento.
Azienda condotta in regime biologico con minimi interventi sia in vigna (13 gli ettari vitati) che in cantina.
– Enotria – “Piana delle Fate” 2018 (Historic). Bella trama tannica
Gaglioppo in purezza, le vigne sono condotte per il 90% a Cordone speronato e per il 10% ad alberello, affinamento per 18 mesi in vasche d’acciaio e per sei mesi in barriques.
L’azienda nasce nel 1974 dall’unione di tre imprenditori: Cataldo Calabretta, Gaetano Cianciaruso e Armando Susanna.
– Tenuta Santoro – “Patris 42” 2015 (Innovative). Bel frutto
85% Gaglioppo e 15% Magliocco allevati a Cordone speronato su suolo argilloso calcareo, affinamento in barriques per sei mesi.
L’azienda produce vino sin dal 1850 ed attualmente si sviluppa su 40 ettari di superficie dei quali 20 ettari vitati.
– Cantine Romano – “Brinifè” 2016 (Artisanal)
Gaglioppo in purezza, le uve provengono da un vigneto di oltre 30 anni d’età allevato ad alberello su suoli di terre rosse, affinamento per almeno 36 mesi in vasche d’acciaio ai quali seguono ulteriori 24 mesi di sosta in bottiglia, sono unicamente 1.300 le bottiglie prodotte.
L’azienda è stata fondata nel 2010 da Rocco Pirito il cui padre, Cataldo, era specializzato in innesti su viti selvatiche.
– Du Cropio – “Damis” 2015 (Artisanal). Fruttone, molto diverso dagli altri, già a partire dal colore
Uva Gaglioppo in purezza provenienti da un vigneto allevato a Cordone speronato con densità d’impianto di 7.140 ceppi/ettaro, situato su suoli argillosi-calcarei.
Vinificazione in vasche d’acciaio ed affinamento per 18 mesi in botti.
L’azienda lavora unicamente su varietà autoctone allevate con alta densità d’impianto (sino a 10.000 ceppi/ettaro.
– Baroni Capoano – “Don Raffaele” 2018 (Innovative). Frutto maturo
Uve Gaglioppo in purezza provenienti da un vecchio vitigno situato in collina, lunga macerazione sulle bucce ed affinamento in vasche d’acciaio dove il vino sosta per almeno 36 mesi.
L’azienda dispone di 20 ettari tra vigne ed ulivi, attualmente è gestita da Massimiliano Capoano, subentrato nel 2005, al padre Don Raffaele.
Lorenzo Colombo