, , ,

Clos de l’Oratoire des Papes e lo Châteauneuf-Du-Pape

Lo Châteauneuf-Du-Pape vanta il primato di essere stato il primo vino francese ad ottenere l’AOC il 15 maggio del 1936.
Sono attualmente 3.145 gli ettari compresi nella denominazione che s’estende sui suoli di cinque comuni situati nel dipartimento della Vaucluse, nella regione viticola del Rodano Meridionale: Châteauneuf-du-Pape, Bédarrides, Courthézon, Orange et Sorgues.
La produzione, che è di circa 13 milioni di bottiglie/anno, è principalmente focalizzata sui vini rossi (94%) ed in misura assai minore su quelli bianchi.

Sono ben tredici i vitigni che possono essere utilizzati per la produzione di questi vini: bourboulenc B, brun argenté N (localmente chiamato « vaccarèse »), cinsaut N, clairette B, clairette rose Rs, counoise N, grenache blanc B, grenache gris G, grenache N, mourvèdre N, muscardin N, picardan B, piquepoul blanc B, piquepoul gris G, piquepoul noir N, roussanne B, syrah N, terret noir N.
E’ comunque il Grenache, nelle sue diverse tipologie che solitamente, soprattutto nei vini rossi, la fa da padrone, occupando poco meno del 75% del vigneto della denominazione.

I suoli sono caratterizzati principalmente dalle Galets Roulés (Ciottoli arrotondati) su un sottosuolo di argilla rossa, ad ovest si trovano suoli composti da rocce calcaree dure (les Eclats Calcaires), mentre ad est ci sono i terreni sabbiosi delle colline (les Sables).
I vini possono quindi essere frutto di un singolo terroir o di una combinazione dei tre.

Durante una Masterclass, organizzata dal Gruppo Meregalli, per i suoi agenti e per la stampa, abbiamo potuto assaggiare i vini prodotti dal Clos de l’Oratoire des Papes, nome, quest’ultimo di un vigneto risalente al 1880, rilevato, nel 2000, dall’azienda Ogier, creata nel 1859 da Antoine Ogier.
Le etichette di questi vini sono ancora quelle originali del 1926, dieci anni prima che venisse istituita l’AOC Châteauneuf-Du-Pape.

Ecco le nostre impressioni su quanto degustato:

 – Châteauneuf-Du-Pape Blanc 2018
Il vino è composto da un blend di Grenache blanc 30%, Clairette 30%, Roussane 30%, Bouboulenc 10%, le uve provengono da vigneti di zone diverse, accomunate – ad eccezione delle vigne di Roussane – dalla presenza di suoli calcarei.
La Roussanne dopo la pressatura, fermenta in vasche di acciaio a temperatura controllata tra i 18/19°.
Per le altre uve, macerazione sulle bucce per 6 ore e fermentazione in barrique nuove da 300 litri.

Color paglierino di media intensità.
Frutto giallo maturo al naso, note tropicali.
Buona struttura, morbido e succoso, frutto giallo maturo.

 – Châteauneuf-Du-Pape Rouge 2017
Il Clos de l’Oratoire des Papes Rouge proviene da un vigneto di 25 ettari che offre un perfetto equilibrio tra i tre grandi suoli di Châteauneuf-du-Pape: les Galets Roulés, les Sables et les Eclats Calcaires .
Grenache 80%, Syrah 8%, Mourvèdre, 7%, Cinsault 5% vanno a comporre questo vino, i vigneti si trovano su terrazzamenti di ciottoli silicei misti ad argilla rossa e su zone calcaree nelle parti più basse.
Macerazione per 20 giorni ed affinamento in botti di rovere per un anno.

Profondissimo il colore, granato-rubino.
Buona l’intensità olfattiva, ampio ed elegante, presenta note autunnali, di sottobosco, foglie umide, castagne.
Fresco, intenso e balsamico alla bocca, delicato, armonico ed equilibrato, elegante, con bella trama tannica e lunga persistenza.
Un grande vino.

 – Châteauneuf-Du-Pape “Les Chorégies” 2015
Il nome del vino deriva dal festival operistico che si tiene nel teatro romano do Orange.
Le uve provengono dalle migliori e più vecchie parcelle del Clos de l’Oratoire des Papes, collocate sulle Galets Roulés.
La composizione del vino prevede 80% Grenache, 15% Mourvèdre e 5% Syrah; la vinificazione avviene in foudre (botti di grande capacità), mentre l’affinamento, per almeno diciotto mesi, parte in foudre e parte in barriques usate.

A volte diventa estremamente difficile cercare di descrivere un vino, capita quando questo ha poco da dire, non cogli i profumi al naso, al palato fatica ad esprimersi, capita però anche il contrario, quando un vino ti ha così colpito che per l’appunto “non trovi le parole”.
E’ il caso di questo “Les Chorégies” 2015, un vino che ci ha emozionato soprattutto per la sua delicatezza ed armonia complessiva, come non ci capitava da un po’ di tempo.

Profondo il colore, unghia color rubino.
Buona l’intensità olfattiva, balsamico, frutto rosso su note autunnali, spezie dolci, sentori di nocciole e vaniglia.
Buona la struttura, delicato, morbido, di notevole equilibrio. Elegantissimo.
Un vino ai vertici qualitativi della tipologia.
Lorenzo Colombo