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I vini di Castello La Leccia

Scrivemmo in merito a quest’azienda poco tempo fa (vedi), lo scorso mese di giugno, quando avevamo avuto l’occasione di assaggiare alcuni dei loro vini in collegamento col direttore aziendale Guido Orzalesi, e quindi non andiamo a ripeterci.
A fine agosto però siamo stati in azienda, dove accompagnati da Orzalesi, abbiamo visitato parte della bellissima tenuta e della struttura di quello che viene modestamente definito agriturismo, ma che in realtà è un complesso assai lussuoso nel quale sono impegnate venti persone, cinque delle quali  dedicate alla parte agricola.
Dopo di che abbiamo ridegustato i vini assaggiati qualche mese prima, unitamente ad alcune nuove annate ed al loro Chianti Classico Riserva che non avevamo in quell’occasione assaggiato.

Ecco la nostra opinione:

 – Igt Toscana Rosso “Vivaio del Cavaliere” 2018
13mila le bottiglie prodotte, vendute in azienda a 10 euro.
Sostanzialmente abbiamo ritrovato quanto già avevamo scritto, ovvero:
Color rubino luminoso di buona intensità.
Buona l’intensità olfattiva, si coglie un buon frutto rosso, ciliegia soprattutto unitamente a note speziate e leggermente piccanti che rimandano al pepe.
Fresco, fruttato (ritroviamo la ciliegia) e succoso alla bocca, pepato, con tannini in equilibrio e buona persistenza.

Chianti Classico
25mila le bottiglie prodotte, 16 euro il prezzo in azienda.
Oltre all’annata già degustata, ovvero la 2017, abbiamo potuto assaggiare anche la 2018, che sarà in commercio dal gennaio 2021.

 – 2017 – In questo caso, rispetto al precedente assaggio c’è parso di riscontrare una minor rusticità e note vegetali praticamente scomparse, segno che pochi mesi in più di sosta in bottiglia hanno ingentilito il vino.
Dal color granato-rubino di discreta intensità.
Ciliegia matura al naso, spezie dolci, accenni vanigliati, buona la complessità.
Succoso, sapido e fresco, mediamente strutturato, con bella trama tannica ed un bel frutto, lunga la persistenza.

2018 – Rispetto al vino precedente ci è parso di cogliere una nota alcolica più evidente al palato e minor equilibrio complessivo, ma come dicevamo il vino non è ancora in commercio.
Rubino-granato luminoso, di media intensità.
Bel naso, intenso, speziato, sentori di ciliegia, note balsamiche e vanigliate.
Succoso, discretamente strutturato, accenni piccanti e leggermente pepati, balsamico, nota alcolica percepibile, buona la sua persistenza.

 – Chianti Classico Riserva “Giuliano”
Sangiovese più una piccola parte di Malvasia nera vanno a comporre questa Riserva –prodotta per la prima volta nel 2012- i cui vigneti, di quindici anni d’età, si trovano a 380 metri d’altitudine, su suoli argillosi, limosi e sabbiosi, esposti a Sud, Sud-Ovest ed allevati a Guyot, con densità di 4.500 ceppi/ettaro danno una resa di 30 ettolitri/ha.
La fermentazione si svolge in acciaio mentre dell’affinamento scriveremo sotto, poiché anche di questo vino abbiamo potuto degustare due differenti annate, quella attualmente in commercio, ovvero la 2015 e quella che uscirà a gennaio 2021, ovvero la 2016.
Qui le differenze tra i due vini sono piuttosto evidenti, il 2015 è frutto della precedente gestione, ovvero parte dell’affinamento veniva svolto in barriques e tonneaux e quindi in cemento, mentre nel 2016, con lo zampino di Orzalesi, si sono utilizzate botti grandi.
Ed il risultato, almeno secondo noi è decisamente a favore di quest’ultima annata, più giocata sull’eleganza che non sulla potenza.
La produzione è di circa 4mila bottiglie.

2016 – Granato luminoso, con riflessi color rubino.
Intenso al naso, elegante, speziato, balsamico, con sentori di frutto rosso maturo (ciliegia).
Delicato ed elegante, fresco e succoso, mentolato, note di ciliegia, bella la trama tannica e buona la persistenza.

2015 – Profondissimo il colore, tra il granato ed il prugna.
Note terziarie al naso, caffè, cioccolato, sentori tostati, cannella, accenni selvatici.
Strutturato, muscoloso, con tannino deciso, sentori di caffè, buona la persistenza su note di mandorla.

 – Chianti Classico Docg Gran Selezione “Bruciagna” 2015
4mila le bottiglie prodotte.
Rispetto al vino assaggiato in precedenza c’è parso di cogliere una nota tostata e speziata leggermente più in evidenza.
Granato profondo e compatto il colore.
Intenso, complesso ed elegante al naso, frutta scura, prugna, ciliegia, spezie, leggeri accenni tostati.
Strutturato, con tannino importante ma ben amalgamato, morbido e succoso, accenni di pepe e caffè, sentori di liquirizia dolce su lunga persistenza.
Lorenzo Colombo

https://www.castellolaleccia.com/ 

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  1. […] quindi nelle descrizioni dell’azienda e del processo produttivo dei vini che potete trovare qui e qui, ma andiamo immediatamente a degustare le nuove […]

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