Igt Toscana “Indaco” – Tenuta Sette Cieli
Monteverdi Marittimo è il comune posto più a sud della provincia di Pisa, si trova sulle colline alle spalle di Castagneto Carducci.
Su queste colline, a 400 metri d’altitudine, circondati da boschi si trovano i vigneti messi a dimora a partire dal 2001 della Tenuta Sette Cieli che trovano anche spazio più in basso, verso la costa, nel territorio di Bolgheri tramite l’acquisto delle vigne di Poggio alle Querce.
Tutto inizia nel 1993, quando Erika Ratti, figlia di Antonio, importante imprenditore nel ramo della seta, dal Lago di Como decide di acquistare una tenuta sulle colline di Monteverdi Marittimo, si tratta di un’ottantina d’ettari in abbandono, con l’idea iniziale di dedicarsi ai cavalli.
Ben presto ci si accorge delle potenzialità viticole del territorio –seppur in altro comune siamo di fronte ai primi vigneti del Sassicaia, situati a Castiglioncello- nel 2001 vengono quindi impiantati i primi quattro ettari di vigneti messi a dimora su terrazzi sostenuti da muri a secco, seguiti l’anno dopo da altri tre ettari e nel 2003 viene vinificata, nelle cantine dell’Ornellaia la prima annata di prova.
Nel 2004 vengono prodotte in proprio le prime (poche) bottiglie.
Nel 2016 vengono messi a dimora ulteriori tre ettari e nel 2018 viene effettuata l’acquisizione di 5 ettari a Bolgheri, con queste ultime acquisizioni l’azienda può ora disporre di 120 ettari, 15 dei quali a vigneti, 10 a Monteverdi Marittimo e 5 a Bolgheri.
Le caratteristiche climatiche dovute all’altitudine ed alla presenza della ventilazione che arriva dal mare, unitamente alla tipologia di suoli composti da rocce sedimentarie, marne ed argille fanno sì che le maturazioni delle uve siano lente e prolungate, basti pensare che qui il Merlot matura circa un mese dopo rispetto ai sottostanti vigneti del bolgherese.
I vigneti sono gestiti in regime biologico e le fermentazioni sono affidate a lieviti indigeni.
La curiosa presenza del vitigno Malbec è dovuto all’idea di riferirsi ai Bordeaux di un tempo, quando il vitigno era piuttosto diffuso.
La maggior parte delle 90mila bottiglie prodotte annualmente è destinata all’estero, i mercati principali sono gli Stati Uniti, la Svizzera, il Regno Unito e molti altri, al mercato italiano è riservato circa un quarto della produzione la cui distribuzione è stata affidata alla Pellegrini SpA di Cisano Bergamasco.
Il vino
L’Indaco è primo vino prodotto in azienda, frutto di un blend tra Malbec, Cabernet sauvignon e Merlot, provenienti da vigneti situati a 400 metri d’altitudine, con densità d’impianto di 9.300 ceppi/ha e con resa di 60 q.li/ha.
La vinificazione si svolge in vasche d’acciaio con macerazione di tre settimane, mentre l’affinamento per una durata di 18 mesi avviene in barriques dove si svolge anche la fermentazione malolattica, il taglio avviene alla fine dell’anno successivo alla vendemmia, dopo di che il vino sosta sei mesi in bottiglia prima d’essere commercializzato.
La produzione s’attesta sulle 13.000-14.00 bottiglie/anno (8.000 quelle dell’annata 2014).
La verticale
Giovedì 13 maggio, in collegamento tramite la piattaforma Zoom, abbiamo potuto dialogare con il proprietario dell’azienda Ambrogio Cremona Ratti, figlio di Erika, prematuramente scomparsa, e con l’enologa Elena Pozzolini che dal 2013 si occupa della produzione dei vini della tenuta, Ambrogio ed Elena ci hanno quindi accompagnati nella degustazione di tre diverse annate di Indaco: 2017, 2016 e 2014.
Ecco le nostre impressioni:
– 2017 – Color purpureo-violaceo tendente al prugna, profondo.
Intese note fruttate al naso, prugne, marasche, more, note balsamiche e vanigliate, speziatura dolce, cioccolato alla menta.
Di buona struttura, con tannini decisi ma morbidi, fresco e sapido, succoso, prugne e marasche mature, accenni di zenzero e di pepe, lunga la sua persistenza.
– 2016 – Profondissimo il colore, unghia purpurea.
Bel naso, intenso, fine, elegante, fresco, mentolato, balsamico, frutta rossa fresca, cioccolatini After Eight, accenni di pepe.
Fresco, con bella vena acida, elegante ed equilibrato, tannini netti, leggere note vegetali, accenni mentolati, lunga persistenza su sentori di liquirizia.
Un vino di notevole qualità, più giocato sull’eleganza che non sulla potenza, dei tre è quello che abbiamo maggiormente apprezzato.
– 2014 – Il colore è meno profondo rispetto ai precedenti vini, rubino di buona intensità, con unghia granata.
Fresco ed elegante al naso, balsamico, presenta note vegetali che rimandano al peperone unitamente ad accenni pepati e vanigliati, ricordi di caffè.
Fresco, sapido, verticale, con accenni vegetali e leggere note piccanti che rimandano al peperone verde ed al pepe, ciliegia, caffè e menta, tannini in equilibrio, buona la persistenza.
Lorenzo Colombo
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