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Rizzini, piccola (e preziosa) realtà della Franciacorta

Guido Rizzini

Un singolo vigneto di 2,2 ettari situato a Monticelli Brusati dove s’alleva unicamente Chardonnay e dal quale si ricavano annualmente poco meno di 15.000 bottiglie (che quest’anno, a causa di una grandinata, saranno poco più della metà, questa è l’azienda di Guido Rizzini.
Quattro le etichette prodotte, che però diventano unicamente due all’anno, ricavate da due partite di vino base, una vinificata in acciaio e l’altra che prevede l’utilizzo del 10% di legno.

Dalla prima partita si ricavano o il Franciacorta Brut oppure il Franciacorta Dosage Zéro mentre dall’altra il Franciacorta Extra Brut Selezione oppure (capita 2/3 volte ogni decennio)- la Riserva.
Tutti i vini sono Millesimati e non prevedono la Cuvée –come scritto sopra si tratta di un singolo vigneto- e tutti, dato il lungo periodo di sosta sui lieviti, potrebbero essere etichettati come Riserva.

Il primo vigneto è stato messo a dimora nel 1985 dal padre di Guido e le prime bottiglie di Franciacorta sono uscite dalla cantina con l’annata 1992.
Dal 2007 l’enologo della cantina è Andrea Rudelli.

Abbiamo avuto la possibilità d’assaggiare tre di questi vini durante un pranzo stampa tenutosi presso il Ristorante Uovo di Seppia, il ristorante/bistrot milanese di Pino Cuttaia.

Eccoli:

 – Franciacorta Brut Millesimato 2015 (servito in Magnum)
Il vino base s’affina per otto mesi in vasche d’acciaio, la sosta in bottiglia è di 60 mesi sui lieviti, 4 gr/l il residuo zuccherino.

Color paglierino-verdolino.
Media l’intensità olfattiva, pulito, note d’agrumi e di frutta a polpa bianca.
Fresco, sapido, minerale, verticale, morbido, agrumato, frutta a polpa bianca, lunga la persistenza.

 – Franciacorta Dosage Zéro Millesimato 2016
Otto mesi d’affinamento in vasche d’acciaio per il vino base, 72 mesi la sosta in bottiglia sui lieviti.

Il colore è simile al precedente con una lievemente maggior intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, vi si colgono note tostate e sentori di nocciole.
Note tostate che si ripresentano alla bocca, frutta secca e frutta gialla matura, piacevoli accenni ossidativi di mela matura, chiude leggermente amarognolo con lunga persistenza.

Se il vino del 2015 era tutto giocato sulla freschezza – tra l’altro impressionante per un vino che ha nove anni d’età-, quest’altro è più impostato sulla complessità e sulla sfumata nota ossidativa.

 – Franciacorta Extra Brut Selezione 2010
L’80% del vino base s’affina in acciaio, il restante 20% in barriques usate, il tutto per otto mesi, la sosta in bottiglia sui lieviti si protrae per 132 mesi, il residuo zuccherino è di 3 gr/l.

Color paglierino dorato luminoso, molto bello.
Bel naso, intenso ed elegante, frutta a polpa gialla, accenni tropicali, sentori nocciolati, buona complessità.
Intenso e dalla decisa effervescenza, sapido, leggeri accenni tostati che rimandano alle nocciole, molto lunga la sua persistenza.

Tutti i tre vini ci sono parsi molto interessanti, ci sono piaciuti particolarmente il Brut 2015 per la sua freschezza e facilità di beva e l’Extra Brut Selezione per la sua complessità e soprattutto perché non si porta appresso quelle note a volte un poco pesanti che si ritrovano in diversi spumanti che fanno un affinamento così prolungato.
Lorenzo Colombo