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Tananai, Borgo dei Posseri

Tre Trentodoc… ed altro ancora

Chiariamo subito che “Tananai” il nome dei tre Trentodoc prodotti da quest’azienda, situata in Località Pozzo Basso, nel comune di Ala, nella zona più meridionale del Trentino, non ha niente a che vedere con l’omonimo cantante giunto alla ribalta del grande pubblico grazie alla sua partecipazione al Festival di Sanremo dello scorso anno.

Anche se per la verità un curioso aneddoto che riguarda sia lui che i vini che portano il suo nome (o è lui che porta il nome dei vini) ci è stato raccontato durante la permanenza presso il banco del produttore, a Milano, dove è avvenuta la nostra degustazione.

Il termine dialettale “Tananai” utilizzato in alcune zone della Lombardia ma anche in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, trentino ed Emilia, sta ad indicare un “oggetto inutile” e, se riferito ad una persona la identifica come sprovveduta o un poco sciocca.

L’azienda
Situata a 635 metri d’altitudine l’azienda s’estende su 230 ettari, 21 dei quali sono riservati ai vigneti nei quali sono allevati sette diversi vitigni, tutto il resto è destinato a boschi, prati e pascoli.

Pozzo Basso (ora chiamato Borgo dei Posseri) era in passato il più importante dei tre masi -gli altri due erano Pozzo di Mezzo e Pozzo Alto -situati tra i 551 e gli 884 metri d’altitudine- sulla sinistra del fiume Adige tra le valli di Ronchi e di San Valentino, zone boscose usate nel passato per la produzione di legna e per le battute di caccia.

A Pozzo Basso, che negli anni ’20 del secolo scorso contava una cinquantina d’abitanti c’era anche una scuola che serviva ai bambini delle tre località, scuola che fu chiusa nel 1950 a causa dell’abbandono delle località.

Oltre alla produzione di vini, a Borgo dei Posseri si organizzano anche degli Enotour dove gli ospiti possono seguire dei percorsi (chiamati Isole) che li porteranno – assaggiando vini e prodotti locali- attraverso vigneti alla scoperta di antichi masi. antichi masi.

I vini degustati

 – Trento Doc “Tananai” 2020
Blend in parti uguali di Pinot nero e Chardonnay, le uve provengono da vigneti allevati a Guyot e posti ad altitudini tra i 520 ed i 720 metri slm, la densità d’impianto è di 7.000 ceppi/ettaro e la resa di 70 q.li/ha.

La vinificazione avviene in vasche d’acciaio dove il vino sosta per otto mesi, mentre la sosta sui lieviti, una volta imbottigliato, è di 32 mesi.

Paglierino-verdolino.
Bel naso, intenso, fresco, elegante, fruttato (pesca bianca), agrumato.
La sua cremosità riempie la bocca, spiccata la sua vena acido-agrumata, quasi citrina, vi si colgono sentori di lime, limone, pompelmo, pesca bianca, il vino è molto sapido ed ha una lunga persistenza.

 – Trento Doc “Tananai Zero” 2017
Tipologia e provenienza delle uve sono le stesse del precedente vino, come pure identica è la produzione del vino base, quello che cambia è l’affinamento in bottiglia che in questo caso ha una durata di 50 mesi ed il fatto che il vino non venga dosato.

Il colore è paglierino scarico.
Cambia non tanto il registro dei profumi, ma la sua ampiezza, complessità ed eleganza, notevole il frutto.
Fresco e verticale alla bocca, asciutto, sapido e cremoso.
Notevole.

 – Trento Doc “TR Tananai Rosé”
Pinot nero in purezza proveniente da vigneti situati tra i 520 ed i 720 metri d’altitudine, sistema d’allevamento a Guyot con densità di 7.000 ceppi/ettaro e con resa di 70 q.li/ha.

Fermentazione in vasche d’acciaio, con breve permanenza sulle bucce, dove il vino rimane per otto mesi, seguono quindi 24 mesi di sosta in bottiglia sui lieviti.

Due le annate che abbiamo avuto il piacere d’assaggiare, la 2020 e la 2019.

2020 – Color rosa molto scarico, appena accennato.
Buona la sua intensità olfattiva, piccoli frutti di bosco, fragolina, lampone.
Fresco, sapido e succoso, vi ritroviamo i piccoli frutti di bosco, lunga la sua persistenza.

2019 – Il colore è leggermente più accentuato rispetto al precedente vino.
Buona la sua intensità olfattiva, vi cogliamo leggere note tostate.
Fresco e verticale, con spiccata vena acida, chiude leggermente amaricante.

Abbiamo inoltre assaggiato tre vini fermi, un bianco e due rossi, quelli che maggiormente abbiamo apprezzato sono gli ultimi due, il primo è l’Igt Vigneti delle Dolomiti Pinot Nero “Paradis” dell’annata 2021.
Le uve provengono da un vigneto di 4 ettari messo a dimora nel 2001, situato a 550 metri d’altitudine con esposizione Sud, Sud-Ovest, è condotto a Guyot con densità di.7.000 ceppi/ettaro, la resa è di 50 q.li/ha.

La vendemmia s’effettua nella seconda metà d’ottobre, la vinificazione prevede una macerazione sulle bucce per due settimane, il vino matura quindi sia in vasche d’acciaio che in tonneaux per sei mesi prima d’essere imbottigliato.

Il suo colore è un rubino-granato luminoso di media intensità.
Tipico del vitigno il naso, pulito, fresco, di buona intensità, si colgono sentori di frutti rossi selvatici.
Fresco e succoso, asciutto, nitido il frutto, frutti di bosco, buona la persistenza.

L’altro vino è l’Igt Vigneti delle Dolomiti Merlot “Rocol” dell’annata 2019 le cui uve provengono da un vigneto di 2,5 ettari posto a 550 metri d’altitudine, messo a dimora nel 2002 ha esposizione Sud, Sud-Ovest ed è allevato a Cordone speronato con densità di 7.000 ceppi/ettaro con resa di 60 q.li/ha.

La vendemmia s’effettua nella seconda metà d’ottobre, la vinificazione prevede una macerazione sulle bucce per 15 giorni, il vino viene quindi posto in barriques dove rimane ad affinarsi per 13 mesi.

Il suo colore è rubino luminoso di buona intensità.
Intenso e pulito al naso, presenta un bel frutto rosso leggermente surmaturo, ciliegia soprattutto, unito a note balsamiche.
Dotato di buona struttura, asciutto, con tannino deciso, vi troviamo leggere note piccanti e ricordi di legno, buona la persistenza.
Lorenzo Colombo