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Vini d’Alsazia – Cibo italiano

Lunedì 24 settembre, il CIVA (Conseil Interprofessionnel Des Vins d’Alsace) ha organizzato a Milano -per un ristretto numero di giornalisti- presso Sonia Factory, una cena dove s’abbinavano vini della regione, specificatamente Riesling e Pinot noir– con la cucina italiana, con piatti preparati per l’occasione da Sonia Peronaci -patron di Sonia Factory e ideatrice, nel 2006, di GialloZafferano- e da Danilo Angè.

Nell’occasione Foulques Aulagnon -Export Marketing Manager del CIVA- ha presentato il nuovo marchio col quale i vini Alsaziani si presenteranno al mondo.

Numerosi i vini assaggiati, -anche se non in un contesto tecnico, ma non era questo lo scopo della serata- tutti, come sopra accennato, da uve Riesling e Pinot noir.

Se il primo è il vitigno più diffuso in Alsazia, coprendo quasi il 22% della superficie vitata, il secondo ne copre poco meno del 10%, pur essendo, negli ultimi anni in crescita costante.
Tra l’altro è l’unico vitigno a bacca rossa che troviamo nella regione, dove il 90% della produzione riguarda i vini bianchi.

L’estensione in lunghezza della regione (120 km, da nord a sud) fa si che ci siano numerosi microclimi e diverse tipologie di suolo (vi sono ben 13 diverse configurazioni geologiche), di conseguenza, lo stesso vitigno s’esprime in modo assai diverso a seconda dei luoghi dov’è coltivato.

Ma veniamo ai vini assaggiati (il termine corretto sarebbe “bevuti”) durante la cena.

S’inizia con l’AOC Crémant d’Alsace Saint Urbain Brut Riesling Millésimé 2015 di Vins Koehly, che funge da aperitivo ed accompagna gli antipasti.
I Crémant d’Alsace costituiscono una parte importante nella produzione alsaziana, un quarto dei vini della regione appartengono infatti a questa specifica AOC e possono essere prodotti a partire dalle seguenti uve: Pinot blanc, gris e noir; Auxerrois; Chardonnay e Riesling, utilizzati sia singolarmente che in blend.
La rifermentazione avviene in bottiglia, si tratta quindi di Metodo Classico e sono i vini effervescenti più consumati in Francia dopo lo Champagne.
Il vino da noi assaggiato, che s’avvale di una sosta sui lieviti di ventiquattro mesi, era caratterizzato da una buona cremosità e morbidezza al palato e da una leggera nota aromatica data dal vitigno, che ce lo faceva sembrare più dolce di quanto in realtà non fosse; leggero, fresco, fruttato e dalla piacevole beva.

Sono quindi seguite, coi primi piatti, due batterie di Riesling, la prima composta da tre prodotti dell’annata 2016 e la seconda da un vino del 2015 ed uno del 2013.

Tra i primi tre vini, che accompagnavano la crema di broccoli con stoccafisso mantecato e limone candito, quello che abbiamo maggiormente apprezzato è stato l’AOC Alsace Grand Cru Kirchberg de Barr Riesling “Domaine André Lorentz” di Maison Klipfel, i vigneti si trovano su suoli marno-calcarei.
L’AOC Alsace Grand Cru copre appena il 4% della produzione alsaziana, sono 51 i lieux-dits dove questi vini possono essere prodotti, con unicamente quattro vitigni: Riesling, Muscat, Pinot gris e Gewurztraminer; ci sono poi tre eccezioni a questa regola.
Abbiamo trovato il nostro vino intenso, fresco, agrumato, elegante, sapido alla bocca e dotato di buona verticalità e persistenza.
Altro vino di questa batteria che c’è piaciuto è l’AOC Alsace Riesling “Vieilles Vignes” di Arthur Metz, anche qui ci troviamo di fronte ad un vino dotato di buona freschezza, sapido, minerale, fruttato e con i primi accenni di note idrocarburiche.
Più giocato su sentori di frutta gialla matura e note tropicali l’AOC Alsace Grand Cru Praelatenberger Riesling di Allimant-Laugner, siamo di fronte ad un vino più strutturato, morbido, e più largo rispetto ai primi due, anche se viene rinfrescato da una spiccata vena acida. I vigneti si trovano a Kintzheim ed i suoli sono di natura granitica.

La seconda batteria di Riesling -che accompagnava il risotto, vongole e salicornia– ci è parsa di classe più elevata, o forse si tratta solamente della differenza d’annata.
L’AOC Alsace Grand Cru Praelatenberger Riesling 2015 (stesso Cru del precedente) di Domaine Fernand Engel presenta anche lui le note tropicali e di frutto giallo maturo, vi si colgono inoltre leggeri accenni sulfurei ed idrocarburici e denota una maggiore freschezza e persistenza.
Assai elevata la qualità dell’AOC Alsace Grand Cru Rosacker Riesling 2013 di Sipp Mack Vins d’Alsace, i vigneti si trovano a Hunawihr su suoli prettamente calcarei.
Il vino è intenso al naso, elegante, con spiccate note idrocarburiche, tipiche dei Riesling con qualche anno sulle spalle, strutturato, sapido e nuovamente idrocarburico alla bocca. Un vino notevole.

Coi secondi piatti si passa ai Pinot noir, due serie da due vini ciascuno.
Nella prima abbiamo degustato l’AOC Alsace Pinot Noir 2017 di Paul Fahrer, un vino pulito, di buona intensità olfattiva, con le tipiche note fruttate dei pinot noir giovani, con buona vena acida e dalla piacevole e facile beva.
Il secondo vino era l’AOC Alsace Pinot Noir 2016 “V” di Domaine du Clos Saint – Landelin Véronique & Thomas Muré; un vino curioso ed un poco atipico, intenso al naso, speziato e con netti sentori vegetali sia al naso che alla bocca.
Questi due vini accompagnavano il Filetto di maiale con pistacchi e tortino di rapa rossa  e spinaci.
Per l’ultimo piatto: Controfiletto di agnello, albicocche purea di sedano rapa e animelle croccanti, altri due Pinot noir.
Il primo è l’AOC Alsace Pinot Noir 2016 “Grand H” di Domaine Albert Mann – Famille Barthelmé, anche qui la qualità sale, il vino ha un naso elegante, caratterizzato da note di piccoli frutti rossi e delicatamente speziato. Succoso al palato, con bella vena acida, vi ritroviamo la leggera nota speziate ed una sfumatura boisé.
Il secondo vino è l’AOC “Rouge de Saint-Hippolite” Pinot Noir 2015 di Domaine Georges Klein; intenso al naso con sentori di sottobosco, foglie bagnate e piccoli frutti rosso macerati, in bocca è succoso, con una buona vena acida ed una lunga persistenza. Un bel prodotto.

Seguono quindi alcuni formaggi di bufala, una ricotta, una mozzarella affumicata ed un grada, da assaporare anche questi abbinandoli ai vari vini in un gioco d’incroci.
Col dessert viene servito l’AOC Alsace Vendage Tardives Riesling di Ch. Wantz, un vino caratterizzato da netti sentori di Botritis, che, secondo noi, era più adatto all’accompagnamento di formaggi.

In conclusione, serata assai interessante, dove s’è potuto liberamente giocare con diversi abbinamenti vino-cibo e che, ancora una volta ha dimostrato la grande abbinabilità dei vini di questo territorio.
Lorenzo Colombo

 

pubblicato in origine su www.vinealia.org