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Vini estremi della Campania

Antonella Amodio e i vini in degustazione

Tra le numerose Masterclass alle quali abbiamo partecipato durante l’evento Paestum Wine Fest è certamente d’annoverare quella dedicata ai Vini Estremi della Campania, condotta a due voci da Danile Cernilli e Antonella Amodio.

Ma perché considerare “Estremi” i vini che abbiamo degustato?

I motivi sono molti e tutti hanno una valida ragione.

Abbiamo così degustato vini prodotti in zone impervie dove la viticoltura (ed anche la vita) sono piuttosto difficili, vini prodotti da uve centenarie e prefilosseriche, altri che provengono da sistemi d’allevamento antiche e ormai desueti, diremmo quasi museali, altri ancora che subiscono un lunghissimo periodo d’affinamento prima d’essere commercializzati, ed anche vini prodotti in quantità assai limitate.

Ecco quindi quant’abbiamo assaggiato seguendo l’ordine di servizio:

 – Scala Fenicia – Capri Bianco 2019
Questo vino è frutto di un blend tra 40% Greco, 40% Falanghina e 20% Biancolella, i vigneti sono situati tra gli 80 ed i 110 metri d’altitudine ed esposti a Nord-Est, la resa è di 120 q.li/ettaro.
Vinificazione ed affinamento per cinque mesi in vasche d’acciaio, sosta in bottiglia per 12 mesi.

Color paglierino-verdolino scarico.
Naso di buona intensità, fresco, minerale, sentori di fieno, leggere note fruttate, frutta a polpa bianca.
Fresco, sapido e succoso, verticale, presenta leggere note minerali, media la sua struttura.

 – Morrone – Igp terre del Volturno Pallagrello Bianco “Alois” 2018
Prima annata di produzione per questo vino il cui vigneto è stato messo a dimora nel 2005, situato sui Monti Trebulani, ha un’estensione di 2,13 ettari ed è collocato a 350 metri d’altitudine con esposizione Est-Ovest, viene condotto a Guyot con densità d’impianto di 5.200 ceppi/ettaro e con resa di 35 q.li/ha, il suolo è di natura calcarea.
Le fermentazione alcolica si svolge per 2/3 del mosto in vasche d’acciaio e per la parte rimanete in botti, dove sosta per nove mesi, dopo l’assemblaggio il vino riposa in bottiglia per 24 mesi prima della commercializzazione.

Paglierino scarico, luminoso.
Un poco neutro e non molto intenso al naso, fresco, frutta a polpa bianca ed accenni di frutta tropicale, leggeri sbuffi minerali e sassosi.
Di media struttura, sapido, sentori di fieno, accenni di lieviti, lunga la sua persistenza.

 – Mazzella – Ischia Doc Biancolella “Vigne del Lume” 2021
I vigneti si trovano in Località Punta del Lume, nella parte Est dell’isola d’Ischia, la lavorazione delle uve avviene in piccole grotte scavate nella roccia, successivamente il mosto viene trasportato tramite piccole barche nella cantina di Campagnano dove viene vinificato in vasche d’acciaio, negli stessi contenitori viene affinato prima dell’imbottigliamento.

Color giallo paglierino di media intensità.
Intenso al naso, frutta a polpa gialla, pesca gialla matura, note tropicali, agrumi maturi.
Strutturato, succoso, frutto giallo maturo, accenni piccanti di zenzero, agrumi, accenni di mela, bella vena acida e lunga persistenza.
Vino di notevole interesse.

 – Di Meo – Fiano di Avellino Docg Riserva “Erminia” 2004
Le uve provengono da un vigneto situato a Salza Irpina, a 550 metri d’altitudine esposto a Nord-Est su suolo argilloso-calcareo, la densità d’impianto è di 3.500 ceppi/ettaro ed il sistema d’allevamento è a Guyot con resa per ettaro di 40 q.li.
La vinificazione prevede una macerazione sulle bucce ed un affinamento in vasche d’acciaio dove il vino sosta per 8 – 10 anni ai quali seguono ulteriori 3 -5 anni di riposo in bottiglia.
Nonostante l’età il vino, al momento del nostro assaggio, non era ancora in commercio, sarebbe infatti stato messo sul mercato il 1° aprile)

Giallo dorato luminoso.
Intenso al naso dove cogliamo note macerative di buccia d’uva e buccia di mela.
Buona la sua struttura, sapido, evoluto, mela matura, leggeri accenni tannici, buona la sua persistenza.

 – Abbazia di Crapolla – Pinot Nero “Nireo”
Il vigneto, messo a dimora nel 2007 alle pendici del Monte Faito è situato a 300 metri d’altitudine su un suolo sabbioso ricco di ceneri, pomici e tufo, la densità d’impianto è di 8.000 ceppi/ettaro e il sistema d’allevamento è a Guyot con resa di 50 q.li/ha.
L’affinamento del vino avviene in barriques.

Color granato di media intensità.
Mediamente intenso al naso, frutta rossa selvatica, accenni di frutti di bosco, si coglie la tipicità del vitigno.
Di media struttura, con tannino leggermente asciugante, frutta rossa selvatica, note amaricanti, un poco polveroso.

 – Cantina del Mare – Piedirosso dei Campi Flegrei Riserva “Terra del Padre” 2017
Le uve provengono da due vigneti d’oltre 100 anni d’età situati su suoli di natura vulcanica con sabbia e lapilli situati a 90 metri d’altitudine e allevati a spalliera puteolana, la densità d’impianto è di 2.500 ceppi/ettaro con resa di 30-40 q.li/ha.
La fermentazione si svolge in vasche d’acciaio e l’affinamento in botti da 10 q.li per 6-7 mesi ai quali seguono 18 mesi di sosta in bottiglia.

Granato di buona intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, sentori di radici ed accenni di rabarbaro.
Mediamente strutturato, con spiccata vena acida e tannino deciso e leggermente asciugante, lunga la sua persistenza su sentori di radice di liquirizia.

 – Tenuta San Francesco – Igt Campania Rosso Tintore “E’ ISS” 2016
Le uve provengono da un vigneto prefilosserico di uve Tintore di Tramonti, le vigne che hanno un’età che varia dai 150 ai 300 anni sono situate tra i 300 ed i 600 metri d’altitudine su suolo calcareo dolomitico con presenza di pomici e sono allevate a pergola.
Vinificazione in vasche d’acciaio ed affinamento in botti da 25 ettolitri per 18 – 24 mesi, seguono ulteriori sei mesi di sosta in bottiglia prima della commercializzazione.
Solamente 3.000 le bottiglie prodotte.

Rubino profondo ed intenso.
Di media intensità olfattiva, frutto a polpa scura, note balsamiche e di legno dolce.
Strutturato con bella vena acida, tannino leggermente asciugante, legno percepibile, buona la persistenza su sentori di bastoncino di liquirizia.

 – Perillo – Taurasi Riserva 2011
I vigneti si trovano a Castelfranci e Montemarano tra i 500 ed i 600 metri d’altitudine su suoli di diversa composizione, calcareo-argillosi, tufacei e sabbiosi, le rese sono inferiori ai 50 q.li/ettaro.
La fermentazione s’effettua in vasche d’acciaio tramite lieviti indigeni, il vino matura poi per diversi anni in botti di rovere ed in barriques e s’affina quindi in bottiglia.

Color granato di buona profondità.
Intenso al naso, evoluto, frutta rossa dolce macerata.
Strutturato, asciutto con tannino deciso ed un poco astringente, ricorda la pellicina di castagne, lunga la sua persistenza.
Vino di notevole interesse..

 – Borboni – Asprinio d’Aversa Metodo Classico Extra Brut “Cripto”
Le viti, d’età variabile dai 50 ai 350 anni sono allevate parte ad Alberata aversana e parte a Sylvoz con densità di 60 ceppi/ettaro e sono situate a 80 metri d’altitudine su suolo sabbioso d’origine vulcanica, la resa è di 45 q.li/ha per il Silvoz e di 220 Kg/ceppo per l’Alberata.
Fermentazione ed affinamento per un anno in vasche d’acciaio con batonnage, dopo l’imbottigliamento per la spumantizzazione in vino sosta in bottiglia per 30 mesi.

Giallo tendente all’oro antico, presenta una leggera velatura.
buona la sua intensità olfattiva, note macerative, buccia di mela matura, mela grattugiata, mela cotogna.
Effervescenza decisa, sapido, con spiccata vena acido-citrina, succo di limone, sentori di succo di mela, lunga la persistenza.
Lorenzo Colombo