16° Berliner Wein Trophy

Siamo stati a Berlino la scorsa settimana, per l’edizione estiva del BERLINER WEIN TROPHY, che, giunta alla sua terza edizione ha cambiato impostazione. Nelle due edizioni precedenti infatti, il concorso estivo era riservato ai vini dell’ultima annata, ovvero in questa edizione avrebbero dovuto parteciparvi quelli del 2011 e del 2012 (per quanto riguarda l’emisfero meridionale), ma il crescente interesse per questa competizione, patrocinata dall’OIV (Organisation Internationale de la Vigne et du Vin) ha fatto si che gli organizzatori abbiano scelto di bloccare, nell’edizione invernale che di svolge in Febbraio, il numero massimo di campioni a 4.500, escludendo di conseguenza molti potenziali partecipanti, che sono stati così dirottati sull’edizione estiva.
Non è prassi comune limitare il numero di campioni in un concorso perché normalmente queste competizioni tengono a metter in evidenza l’elevato numero di vini partecipanti, ma gli organizzatori hanno coraggiosamente scelto di porre questa limitazione anche per le prossime edizioni per garantire l’elevato standard qualitativo ed organizzativo della competizione.
Nei tre giorni del concorso sono stati quindi valutati 2.450 vini, da novantadue commissari suddivisi in sedici commissioni, ed ormai il Berliner Wein Trophy si sta avviando a diventare uno tra i più importanti e prestigiosi concorsi al mondo con i suoi quasi settemila vini in competizione. La crescita negli ultimi anni è stata impressionante, basti pensare che nel 2007 i campioni presentati erano 1.400, divenuti oltre 2.400 nel 2008 -primo anno di nostra partecipazione come giudici-, oltre 3.400 nel 2009, 5.300 nel 2010 -primo anno nel quale si è tenuta anche l’edizione estiva-, e 5.800 lo scorso anno.

Nei tre giorni del concorso abbiamo assaggiato quasi centocinquanta vini, suddivisi in nove batterie (Flight nel gergo tecnico), tre al giorno.
Il primo flight, Venerdì 27 luglio, era composto da quindici vini bianchi secchi, quasi tutti tedeschi (un paio provenivano dall’Italia), abbiamo assegnato una Gold Medal ad un vino tedesco da uve Grauer Burgunder (Pinot grigio), Riesling e Sauvignon blanc e cinque Silver Medal.

Qui facciamo una piccola parentesi in merito ai riconoscimenti rilasciati dai concorsi, anche se non è certamente la prima volta che ne scriviamo.
Il nuovo regolamento OIV, redatto nel luglio del 2009, prevede che non possano venire premiati più del 30% dei vini presentati, per ciascuna categoria, e che i punteggi minimi per ottenere una medaglia siano:
– grande oro – almeno 92 punti
– oro – almeno 85 punti
– argento – almeno 82 punti
– bronzo – almeno 80 punti
Ciascun concorso ha poi la facoltà di elevare queste soglie minime.
In pratica le medaglie di bronzo non vengono mai assegnate, essendo la qualità dei campioni ormai tale che parecchi vini, pur avendo raggiunto la soglia minima per ottenere un argento, siano in realtà esclusi a causa della soglia di sbarramento del 30%.
Ora noi crediamo che tre punti di differenza tra una medaglia d’oro ed una d’argento siano troppo pochi, e particolarmente che la soglia di 85/100 per ottenere un oro sia troppo bassa e debba essere elevata ad almeno 88/100.

Ma veniamo alla seconda batteria di venerdì 27 luglio: quindici vini bianchi con un certo residuo zuccherino, tutti tedeschi, nessuno dei quali ha raggiunto la soglia minima per una medaglia d’argento (81/100 la media del punteggio più elevato).
Terza batteria della giornata: vini rossi, tutti tedeschi, prodotti principalmente con uve Dornfelder o Lemberger, un solo argento assegnato.
Sabato 28 luglio: il primo flight è composto da quindici vini bianchi di varia provenienza, tutti europei comunque, assegnamo sei Silver Medal, a duevini francesi, uno portoghese, un’austriaco, uno olandese ed uno italiano, prodotto quest’ultimo con Viognier.
La seconda batteria della giornata è stata notevole. Due medaglie d’oro e dieci d’argento su sedici campioni, vino rossi, tutti australiani, Shiraz il vitigno più presente, ma anche Cabernet Sauvignon ed altri. Le medaglie d’oro le ottengono uno Shiraz ed un classico taglio bordolese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.
Ultima batteria del giorno, vini rossi tedeschi, Spätburgunder (Pinot nero) e Acolon i vitigni. Nessuna medaglia assegnata, un solo vino raggiunge gli 81,5/100 di media.
Per quanto riguarda il punteggio, si fa la media delle valutazioni dei vari commissari, escludendo quella più alta e quella più bassa.

Vini bianchi dolci, in alcuni casi con botritis, nel primo flight di domenica, sono sedici vini tedeschi, Riesling, a parte il primo che utilizza uve Rieslaner. Qui si fa man bassa di medaglie: due ori e dieci argento.
Tante medaglie anche per la seconda batteria, sono sedici spumanti di varia provenienza, tutti europei, in maggior parte sono spagnoli, e quattro provengono dall’Italia; diversi i vitigni utilizzati, anche se i più presenti sono Chardonnay e Macabeo. Due le medaglie d’oro, assegnate ad un vino italiano (60% Chardonnay e 40% Pinot Nero), ed a uno spagnolo (50% Chardonnay e 50% Macabeo), e nove quelle d’argento.
Si chiude in bellezza con quattordici vini rossi spagnoli a base Tempranillo, qui assegniamo ben quattro medaglie d’oro e sette d’argento; in questa batteria registriamo anche il punteggio medio più elevato del concorso (per quanto riguarda la nostra commissione): 87,5/100.

Berlino è una città che ci piace moltissimo, è la quinta volta che ci andiamo, e nel tempo libero dalle degustazioni cerchiamo ogni volta di vedere più cose possibili. Questa volta abbiamo visitato la Kaiser Wilheim Gedächtnoskirche, ciò che resta della chiesa bombardata durante la II guerra mondiale, rimasta a testimonianza delle distruzioni, purtroppo la chiesa era completamente avvolta dalle impalcature per la sua ristrutturazione, ed abbiamo quindi potuto vedere solamente la parte interna, abbiamo inoltre visitato la nuova chiesa, costruitia accanto; abbiamo visto l’Orologio del tempo che scorre, funzionante a liquido all’interno dell’Europa Center; il Castello di Charlottenbug, siamo riusciti a passeggiare nel Tiergarden (il grande parco cittadino), abbiamo salito i 285 gradini della Colonna della Vittoria, situata nel centro del parco, in piazza Großer Stern; abbiamo visitato il DDR Museum, situato sulle sponde della Sprea, di fronte al Duomo di Berlino, ci siamo concessi un giro sul fiume, nel centro cittadino, su uno dei tantissimi battelli che lo solcano, siamo stati a vedere l’imponente Berlin Hauptbahnhof, la gigantesca e modernissima stazione (la più grande d’Europa), inaugurata nel 2006, in occasione dei mondiali di calcio, ci siamo inoltrati nei cortili degli Hackesche Höfe, siamo entrati nella Marienkirche, la più vecchia chiesa parrocchiale di Berlino, situata all’ombra dell’altissima torre della televisione.
L’organizzazione poi ci mette ogni volta del suo per farci scoprire sempre qualcosa di nuovo, venerdì sera ha organizzato infatti una cena greca, mentre sabato sera abbiamo cenato sopra un battello che, partendo da Postdam, ha solcato per cinque ore i laghi che la circondano.

Alcune informazioni infine sul nome di alcuni vitigni citati e poco conosciuti (perlomeno in Italia):
Acolon: si tratta di un vitigno tedesco a bacca rossa, frutto di un incrocio tra Blauer Limberger (Blaufränkisch )e Dornfelder, creato nel 1971 e riconosciuto ufficialmente nel 2002; coltivato su meno di 150 ettari nel Pfalz (Palatinato), Wurttemberg, Rheinhessen e Franken (Franconia). Il vitigno è utilizzato anche nel Regno Unito.
Lemberger: vitigno a bacca rossa coltivato prevalentemente in Germania (96%), nel Württemberg, nella Mosel la e nel Baden. Si trova, anche se in piccole quantità, in California.
Dornfelder: incrocio a bacca rossa tra Helfensteiner e Heroldrebe creato nel 1956; in Germania si trova principalmente nel Rheinhessen e nel Pfalz (Palatinato); è coltivato anche nel Regno Unito e negli USA (nella zona dei Finger Lakes e delle S.ta Rita Hills).
Rieslaner: vitigno a bacca bianca, frutto di un incrocio tra Riesling e Sylvaner, creato nel 1921, assai poco diffuso, è attualmente presente in Franconia e nel Palatinato.
Lorenzo Colombo

pubblicato in origine su www.vinealia.org

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