Dieci anni di Gianni Tessari
Abbiamo più e più volte scritto in merito a quest’azienda ed ai vini che produce (vedi), solamente un paio d’anni fa avevamo degustato i Metodo Classico che andiamo a descrivere (si trattava ovviamente di annate diverse) e già in quell’occasione avevamo scritto in merito alla candidatura UNESCO della Val d’Alpone, come Patrimonio dell’Umanità per i numerosi fossili che vi si trovano e del progetto di Gianni Tessari a sostegno di essa.
Non andiamo quindi a descrivere le caratteristiche tecniche di questi vini ma ci limitiamo ad analizzare le nuove annate di questi Spumanti da uve Durella che abbiamo avuto l’opportunità di degustare in videocollegamento con Gianni Tessari, la figlia Valeria, responsabile commerciale dell’azienda e con Giamberto Bochese, presidente dell’A.T.S. Val d’Alpone che si occupa della candidatura UNESCO, in occasione del decimo anniversario dell’azienda, fondata appunto nel 2013.
L’azienda, che dispone di 35 ettari di vigneti suddivisi in tre distinte zone, Monti Lessini, Soave e Colli Berici, produce annualmente circa 350.000 bottiglie.
Iniziamo la nostra degustazione dal Lessini Durello Brut 36, un vino con un residuo zuccherino di 9 g/.
36 sta ad indicare il numero minimo di mesi che il vino trascorre in bottiglia sui lieviti, un tempo questa cifra era riportata a grandi caratteri in etichetta, sopra il nome dell’azienda, da qualche tempo però Gianni ha scelto di metterla in retro-etichetta (che in realtà sarebbe la vera e propria etichetta, ovvero quella parte dove vengono riportate tutte le indicazioni obbligatorie per legge), questa scelta è dovuta al fatto, come ci spiega Gianni, che stante le diverse sboccature che il vino subisce nel corso del tempo, i 36 mesi indicati possono in realtà essere molti di più.
Di questo vino se ne producono annualmente circa 40mila bottiglie.
Il colore è paglierino luminoso di discreta intensità, molto buona l’effervescenza nel bicchiere.
Molto bello il naso, fresco, pulito, elegante, vi si colgono ancora benissimo i sentori fruttati, con note di pesca e d’agrumi e qualche accenno di mandorla in confetto e di pasticceria.
Decisamente sapido, fresco e verticale, morbido e cremoso al palato, presenta spiccate note d’agrumi ed un bel frutto, pesca gialla, frutta tropicale, accenni di miele, mandorle e nocciole, chiude con lunga persistenza su leggeri accenni di liquirizia.
Il secondo vino che assaggiamo è il Lessini Durello Extra Brut Millesimato 2016, che, come specificato per il precedente, riporta in retro-etichetta la cifra 60, indicante il periodo minimo di sosta sui lieviti.
Questo spumante ha un residuo zuccherino di 4,5g/ e il numero di bottiglie prodotte annualmente varia dalle 8.000 alle 10.000.
Il colore è paglierino tendente al dorato, più intenso del precedente vino, bellissima l’effervescenza, con microscopiche ed infinite bollicine.
Intenso al naso, più complesso rispetto al vino precedente, frutta a polpa gialla, mela, mandorle, fiori secchi, accenni di vaniglia.
Fresco, minerale, decisamente sapido, verticale, con spiccati sentori d’agrumi freschi, arancio amaro, mela, lunghissima la sua persistenza.
Chiudiamo infine con il Lessini Durello Riserva Dosaggio Zero Millesimato 2013, ovvero il vino che rimane in bottiglia sui lieviti per almeno 120 mesi.
Quest’ultimo vino, che viene prodotto nelle migliori annate ha una tiratura di circa 4.000 bottiglie.
Paglierino-dorato, più intenso dei precedenti vini, sempre più bella da vedersi l’effervescenza.
Intenso al naso, dove presenta sentori di frutta tropicale e d’agrumi, pera matura, leggeri accenni tostati.
Complesso, verticale, sapido, frutta tropicale, sentori di mele, agrumato, quasi citrino, con spiccata vena acida e leggera nota tostata, lunga la sua persistenza.
Un vino che mantiene ancora una freschezza impressionante e note fruttate che non fanno certamente pensare ad un così lungo affinamento sui lieviti.
In conclusione si tratta di tre vini diversi tra loro, caratterizzati da una spiccata nota sapida e da una bellissima effervescenza, da collocarsi ai vertici della loro categoria.
Lorenzo Colombo