Rebellis, l’altro volto di Gianni Tessari
Dell’azienda di Gianni Tessari e dei vini da lui prodotti abbiamo più volte scritto occupandoci dei vini prodotti nei tre diversi territori dove possiede vigneti, vedi qui e qui, ora andiamo invece ad occuparci dell’altro volto dell’azienda, ovvero dei vini prodotti con un vitigno PiWi, probabilmente il più conosciuto e diffuso, il Solaris.
Il progetto nasce nel 2012, con l’acquisizione di poco meno di un ettaro di terreno a 550 metri d’altitudine a San Giovanni Ilarione, i suoli sono di natura calcarea, nel 2013 la provincia di Verona approva l’impianto dei vitigni PiWi e Gianni mette a dimora, allevandolo a pergola con esposizione Sud-Est il vitigno Solaris, nel 2017 s’effettua, ai primi di settembre, la prima vendemmia.
La resa è di 70 ettolitri/ettaro, l’uva viene vinificata “in rosso” in vasche d’acciaio, con una macerazione sulle bucce di sette giorni utilizzando lieviti indigeni, le bottiglie prodotte sono circa 4.000.
Dall’annata 2019 cambiano i vasi vinari e s’adotta l’anfora e la macerazione sulle bucce viene ridotta a cinque giorni, inoltre la commercializzazione del vino viene ritardata di 6-8 mesi.
La bottiglia adottata ha una forma particolare ed anche la sua etichetta vuole esprimere la sostanziale differenza rispetto agli altri vini aziendali, come il nome del vino “Rebellis” la ballerina centrale adotta un paio di scarpe inconsuete, ovvero da ginnastica, come segno di ribellione alle regole vigenti.
In collegamento video con Gianni Tessari e con la figlia Valeria abbiamo effettuato una degustazione di tutte le tre annate sinora prodotte dell’Igt Bianco Veneto “Rebellis”, tutte attualmente in commercio, ecco le nostra impressioni.
– 2019: L’intenso color oro antico segnala sin la subito che trattasi di vino macerato, anche al naso si colgono immediatamente le note che rimandano al quel tipo di vinificazione, netti sentori di buccia di mela e d’uva senza però quelle note tendenti all’ossidativo di molti orange wines, ampio, presenta note balsamiche, nocciolate e di vaniglia, fiori d’acacia, arancia candita, confetto, uniti a leggeri sentori di miele di castagno.
Dotato di buona struttura, con leggeri sentori di distillato (Calvados), decisamente sapido, con eleganti note macerative e piacevoli accenni tannici, si percepiscono uvetta passa, mandorle e torrone, lunghissima la sua persistenza.
Un prodotto decisamente interessante, certamente il più completo dei tre vini in assaggio.
– 2018: Color giallo-oro, intenso e luminoso.
Buona la sua intensità olfattiva, vi si colgono note floreali, di frutto giallo maturo e di frutta tropicale ed accenni di pasticceria e di mandorle.
Fresco e succoso, sapido, con bella vena acida, troviamo sentori d’albicocca e di pesca sciroppata, papaia e mandorla amara, pesca e miele, lunga la sua persistenza.
– 2017: Si tratta della prima annata di produzione per questo vino che si presenta con un color giallo-dorato intenso e luminoso tendente all’oro antico.
Mediamente intenso al naso presenta note tostate ed evolutive e sentori balsamici, di frutta secca, miele e legno dolce, buccia d’arancia. Si direbbe (ma non è così) che nel suo percorso formativo abbia visto contenitori di legno.
Queste note, col passare del tempo s’attenuano, senza però scomparire completamente.
Anche alla bocca si percepiscono sentori tostati, di nocciole, e frutto giallo maturo, miele di castagno, il vino è rinfrescato da una nota sapida ed ha una lunga persistenza. L’evoluzione però si fa sempre sentire.
Lorenzo Colombo
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