Arriva la Tullum Docg
Ultima nata (luglio 2019) la piccola denominazione Tullum va a costituire la 75ma Docg d’Italia e la 2da d’Abruzzo.
Piccola nei numeri ovviamente, con i suoi 19 ettari (scarsi) rivendicati e con le sue 110.000 bottiglie circa, prodotte da due singole cantine.
Ma con ben altro potenziale, poiché a Tollo, unico comune nel cui territorio il vino a Docg può essere prodotto, ci sono ben 300 ettari vitati, facendone uno dei comuni con la più alta percentuale di vigneti d’Italia.
Questa piccola Docg si è presentata a Milano, lo scorso 13 novembre, con un press lunch presso lo Spazio Niko Romito, in Galleria Vittorio Emanuele II, durante il quale si sono potuti assaggiare (quasi) tutte le tipologie previste dal disciplinare di produzione, ovvero Spumante, Passerina, Pecorino e Rosso, unica tipologia mancante era il Rosso Riserva.
Ma vediamo di conoscere meglio questa nuova Docg il cui nome può anche essere declinato in “Terre tollesi”:
Come scritto in precedenza la zona di produzione è limitata al solo comune di Tollo, in provincia di Chieti, purché ad altitudini superiori agli 80 metri slm ed escludendo i fondovalle.
Nei due vini con indicazione di vitigno (Passerina e Pecorino) la percentuale minima dei singoli vitigni è del 90%, superiore quindi alla prassi di legge che prevede un minimo dell’85%.
Più ristrettivo ancora è il disciplinare del Rosso e del Rosso Riserva, qui il vitigno utilizzato è il Montepulciano, la cui percentuale minima sale al 95%.
Unica concessione ai vitigni internazionali è data dalla tipologia Spumante, dove la fa da padrone lo Chardonnay (minimo 60%).
Ma a quanto ammontano le superfici vitate (rivendicate al momento) dei singoli vitigni?
Eccole:
- Montepulciano: 8,42 ha
- Pecorino: 5,51 ha
- Passerina: 4,33 ha
- Chardonnay: 0,54 ha
Va da sé che la tipologia Rosso costituisca da sola poco meno della metà della produzione totale e che quella dello Spumante sia limitata a qualche migliaio di bottiglie.
Tollo gode di una particolare situazione climatica, essendo posto a pochi chilometri dal mare e nel contempo vicino al massiccio della Maiella usufruisce delle brezza marine e delle escursioni termiche tra giorno e notte.
I suoli poi, sciolti e poco fertili, sono particolarmente adatti alla viticoltura, pratica quest’ultima risalente all’epoca romana, attestata da numerosi reperti rinvenuti durante gli scavi che hanno portato alla luce una “villae rusticae”, ossia un’azienda agricola dotata di cisterne e dolie da vino.
La tradizione di produrre vino è poi continuata nelle epoche successive, attraverso Longobardi e Normanni, sino alla Seconda Guerra Mondiale, durante la quale la cittadina fu completamente rasa al suolo.
Nel dopoguerra si è avviata la ricostruzione, che ha coinvolto anche i vigneti e che ha portato nel 2008 all’ottenimento della Doc sino a giungere quest’anno al traguardo prestigioso della Docg.
Sia chiaro, siamo solo all’inizio, ora diventa indispensabile, oltre ad insistere sulla qualità dei vini -a tal proposito si sta sin dall’inizio puntando sulle peculiarità dei singoli vigneti, ossia sui Cru- coinvolgere e responsabilizzare i produttori d’uva ed ampliare per quanto possibile –senza ovviamente snaturarla- la produzione, in modo da poter fare un minimo di massa critica.
Scrivevamo all’inizio di aver potuto assaggiare alcuni vini, provenienti da un’unica azienda, la Feudo Antico, quest’ultima produce attualmente circa il 90% dei vini a Docg Tollum (l’altra aziende che produce con proprie etichette è la “Vigneti Radica”).
Il vino che più ci ha colpito è stato lo Spumante Brut, un Metodo Classico Millesimato 2014, da solo uve Chardonnay provenienti da un vigneto situato a 130 metri d’altitudine su suoli sabbiosi leggermente calcarei ed allevato a pergola abruzzese.
Fermentato in acciaio, s’affina, prima della presa di spuma, in vasche d’acciaio e di vetrocemento per sei mesi. La sosta sui lieviti in bottiglia si protrae per trenta mesi.
Nel bicchiere si presenta con un color giallo paglierino luminoso tendente al dorato, intenso al naso dove si colgono sentori di frutto giallo maturo (pesca gialla) e leggeri accenni tostati, s’esprime al palato con buona struttura, sapido e succoso, vi ritroviamo le note percepite al naso e la sua persistenza è di buona lunghezza.
Tra i due vini bianchi, molto diversi tra loro, abbiamo preferito la Passerina 2018 le cui uve provengono da un vigneto posto a 230 metri d’altitudine con esposizione Nord, Nord-Est ed allevato a Guyot.
Vinificato, previa macerazione a freddo in acciaio, s’affina sui lieviti per sei mesi in vasche di vetrocemento.
Il vino si presenta con un color giallo paglierino di buona intensità, mediamente intenso al naso dove si colgono frutta a polpa gialla ed accenni di fieno. Fresco alla bocca, dotato di buona vena acida e di media struttura, sapido e verticale, con un bel frutto ed una buona persistenza.
Il Pecorino 2018 è un vino biologico le cui uve provengono da vigneti situati tra i 120 ed i 200 metri d’altitudine, allevati a pergola abruzzese.
La fermentazione avviene con lieviti indigeni ed in presenza delle bucce in vasche di cemento, l’affinamento si svolge parte in cemento e parte in acciaio e l’imbottigliamento senza alcuna filtrazione.
Si presenta con un color è paglierino scarico e con una leggera nota velata, di media intensità olfattiva s’esprime su note agrumate, di pesca bianca e con leggeri sentori d’erbe officinali. Di media struttura, fresco, sapido, verticale, con note minerali e buona persistenza.
Montepulciano in purezza per il Tullum Rosso dell’annata 2014, le uve provengono da un vigneto situato tra i 190 ed i 250 metri d’altitudine, su suoli marnosi-sabbiosi leggermente calcarei, il sistema d’allevamento è la pergola abruzzese.
Vinificato in acciaio s’affina per quattordici mesi in vasche di vetrocemento.
Rubino intenso e profondo alla vista, mediamente intenso ed un poco chiuso ed austero al naso, vi si colgono note scure, di frutta a bacca nera speziata; strutturato ed asciutto al palato, un poco compresso, speziato, con discreta persistenza.
Lorenzo Colombo
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