I vini di Monte Zovo presentati da Riccardo Cotarella
Dell’azienda Monte Zovo e dei suoi vini abbiamo più volte scritto.
La prima volta dieci anni fa, in occasione della nostra prima visita in azienda (vedi) e poi quest’anno quando siamo stati al loro stand, durante il Vinitaly, per la verticale del Calinverno (vedi).
Sarebbe quindi superfluo e ridondante ritornare a scrivere di quest’azienda e dei suoi vini, senonché questa volta c’è qualcosa di nuovo che ci ha spinto a ritornare a Caprino Veronese, sede dell’azienda di Diego Cottini.
L’occasione è quella di visitare il fruttaio per l’appassimento delle uve destinate alla produzione di Amarone, situato a Tregnago ed il vigneto (con uva ancora in pianta) del Calinverno; non ultimo seguire una tripla degustazione guidata da Riccardo Cotarella, da qualche anno consulente di Monte Zovo.
Purtroppo causa un precedente impegno siamo costretti a saltare l’appuntamento di Tregnago e quindi martedì 5 novembre si presentiamo direttamente a Caprino Veronese.
L’Azienda Monte Zovo produce oltre 1.400.000 bottiglie/anno, suddivise in diverse linee produttive, tra queste segnaliamo la Selezione Vigne Alte, frutto di vigneti che si spingono sino ai 900 metri di altitudine di Spiazzi, frazione di Caprino Veronese, qui si coltivano le uve per la produzione dell’Oltremonte Sauvignon e del Crocevento Pinot Nero.
Il vigneto per la produzione del Calinverno si trova alle spalle della cantina e quindi muniti di stivali (il tempo non è molto clemente) ci addentriamo tra i filari, ancora carichi d’uva che presto verrà raccolta.
I suoli sono di natura morenica e dall’anfiteatro nel quale si trovano i vigneti (siamo tra i 250 ed i 300 metri d’altitudine) lo sguardo spazia sulla pianura sottostante.
Il vino, prodotto per la prima volta nel 1998 è frutto di un’intuizione di Diego Cottini, che voleva produrre un prodotto di struttura nel territorio del Bardolino.
Il vino prevede un blend tra Corvina e Corvinone 70%, Rondinella 20%, Croatina 5%, Cabernet Sauvignon 5%, vitigni che si trovano nel vigneto, non un assemblaggio quindi, ma un uvaggio.
per altre info vi rimandiamo al nostro articolo relativo alle degustazioni del Vinitaly, questo per non continuare a ripeterci.
Veniamo quindi alle degustazioni:
La prima è dedicata ad una piccola panoramica sui vini aziendali, alcuni di questi li avevamo già assaggiati durante il Vinitaly, ma scorrendo gli appunti d’allora, li troviamo in questo momento assai più pronti ed equilibrati.
– Igt Verona Sauvignon “Oltremonte” 2018
L’avevamo già assaggiato al Vinitaly di quest’anno, ora l’abbiamo trovato più complesso, con un frutto più maturo, senza però perdere in freschezza.
Molto bello il colore, giallo paglierino con riflessi dorati.
Molto intenso al naso, varietale, frutto tropicale e leggere note vegetali, note d’agrumi (pompelmo) pesca gialla, leggere note sulfuree.
Intenso, decisamente sapido, minerale, verticale, con spiccata vena acida, succoso, agrumato, arancio e pompelmo maturo, lunga la sua persistenza.
– Igt Veneto Pinot Nero “Crocevento” 2017
Di questo vino avevamo assaggiato la prima annata di produzione durante il Vinitaly, ovvero la 2016, che avevamo trovato decisamente più pronta ed equilibrata. Questione di tempo.
Color granato di buona intensità con riflessi color rubino.
Intenso al naso, un poco alcolico, tipico, frutto rosso maturo, balsamico, note vanigliate e leggeri accenni di fumo, buona l’eleganza.
Strutturato, vanigliato, con accenni tostati e legno ancora in evidenza, discreta la sua persistenza.
Un vino che secondo noi necessita ancora di riposare per qualche tempo in bottiglia per poter esprimersi al meglio.
– Igt Veronese Rosso “Calinverno” 2015
Anche questo vino avevamo già assaggiato al Vinitaly, però allora ancora non era in commercio. I seppur pochi mesi trascorsi d’allora, ed il caldo dell’estate l’hanno notevolmente cambiato ed ora lo troviamo decisamente più equilibrato nel suo complesso.
Molto bello il colore, granato, profondo e compatto.
Intenso al naso, alcolico, ampio, presenta note di frutti rossi surmaturi, sentori balsamici, ricordi autunnali di sottobosco, sentori di castagne e di spezie dolci, vaniglia.
Strutturato e morbido alla bocca, con sentori di caffè, spezie dolci, cannella, confettura di castagne e di marasche, lunga la sua persistenza.
– Amarone della Valpolicella Docg 2015
Color granato profondo e compatto.
Mediamente intenso al naso, elegante, balsamico, sentori di confettura di prugne e marasche, accenni di rabarbaro, castagne e liquirizia dolce.
Strutturato, morbido, equilibrato, sentori di prugne secche e di confettura di castagne, leggeri accenni piccanti, buona la sua persistenza.
Notevole.
Verticale di Calinverno
Anche questa degustazione avevamo già effettuato al Vinitaly, stesse le annate allora assaggiate, mancava solamente la 2014. Vediamo quindi se notiamo qualche differenza rispetto al mese d’aprile.
– Igt Veronese Rosso “Calinverno” 2015
Abbiamo già scritto sopra in merito a quest’annata, diventa quindi superfluo ripetersi.
– Igt Veronese Rosso “Calinverno” 2014
Color granato compatto di buona profondità.
Buona l’intensità olfattiva come pure l’eleganza, si colgono note balsamiche, cioccolato al latte e prugne secche.
Di buona struttura, morbido, con leggeri accenni affumicati, tannini discreti e lievi piccanti, buona la persistenza.
– Igt Veronese Rosso “Ca’Linverno” 2013
Ce lo ricordavamo diverso, l’abbiamo apprezzato meglio, ora, trovandolo al contempo più fresco e complesso.
Granato di buona intensità.
Intenso al naso, balsamico, sentori di caramella al rabarbaro, leggere note chinate, accenni di legno.
Buone sia la struttura che la complessità, succoso, elegante, fresco, con accenni speziati e piccanti, lunga la persistenza.
– Igt Veronese Rosso “Ca’Linverno” 2003
Diverso il caso per quest’annata, ovviamente col passare del tempo ogni bottiglia ha un’evoluzione diversa e quella degustata al Vinitaly aveva decisamente una marcia in più.
Color granato di buona intensità, unghia aranciata.
Sentori di cuoio unite a frutta macerata ed ad accenni di stanchezza.
Evoluto al palato, con principi ossidativi.
Ultima verticale è stata quella destinata all’Amarone.
L’azienda ne produce due, più due Riserva, noi abbiamo assaggiato l’Amarone della Valpolicella Docg, proposto in qualche annata nella versione Riserva.
I vigneti si trovano a Tregnago ed a Mezzane di Sopra, in Val d’Illasi, tra i 350 ed i 560 metri d’altitudine, si trovano su terreni calcareo-marnosi e sono allevati a Guyot, l’età media è di dodici anni.
la composizione del vino prevede a seconda delle annate tra il 55 ed il 65% di Corvina, tra il 25 ed il 35% di Corvinone ed un 5 – 15% di Rondinella.
Fermentazione in acciaio e maturazione per 24 mesi in barriques e tonneaux.
– 2015: Ne abbiamo già scritto sopra, inutile quindi ripetersi se non per ribadire che siamo di fronte ad un grande vino.
– 2011 (Riserva): Color granato, con unghia tendente all’aranciato.
Un poco compresso ed introverso al naso, presenta note chinate e di rabarbaro.
Strutturato, asciutto, con tannino leggermente aggressivo e fin di bocca tendente all’amarognolo.
E’ il vino che meno ci ha entusiasmato in questa batteria.
– 2012 (Riserva): Qui ci rifacciamo alla grande, il colore è granato con unghia aranciata.
Frutto rosso maturo al naso, confettura di prugne, prugne secche, note balsamiche e di cioccolato al latte, ricordi di castagne.
Fresco al palato, vibrante, presenta leggeri accenni piccanti, lunga la sua persistenza.
– 2005: Granato con unghia aranciata.
Buona l’intensità olfattiva, note balsamiche, frutta rossa macerata, prugne secche, confettura di prugne, elegante ed opulento.
Morbido al palato, con bella trama tannica, sentori di china e rabarbaro, lunga la sua persistenza.
Lorenzo Colombo
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[…] Abbiamo avuto modo di scrivere più volte in merito a quest’azienda ed ai vini che vi si producono, l’ultima volta è stato parecchio tempo fa, in occasione di una nostra visita al fruttaio per l’appassimento delle uve destinate alla produzione di Amarone, situato a Tregnago, seguita da un tripla degustazione verticale guidata da Riccardo Cotarella, consulente di Monte Zovo, visita che risale ormai a cinque anni fa (vedi). […]
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