Bonarda Storico di Rovescala

Presentata alla stampa e agli operatori del settore l’ASSOCIAZIONE BONARDA STORICO DI ROVESCALA; presso il Palazzo dei Giureconsulti, a Milano, dopo la conferenza stampa si sono potuti assaggiare i vini prodotti dalle tre aziende che attualmente costituiscono questa associazione, nata nel 2001 per valorizzare la storicità sia del loro prodotto che di questa zona dalla millenaria tradizione vitivinicola.
L’associazione si è dotata di un disciplinare interno assai più rigido di quello della denominazione Oltrepò Pavese e di un regolamento che prevede tra l’altro due commissioni esterne, la prima, denominata “Commissione di campagna” ha l’incarico di sorvegliare sulle caratteristiche e la conduzione dei vigneti da parte degli associati, mentre la seconda, la “Commissione di cantina”, vigilerà su tutte le fasi di vinificazione e parteciperà alle degustazioni che valuteranno l’idoneità dei vari prodotti a potersi fregiare del marchio “Bonarda Storico di Rovescala”.

Alcuni punti di questo disciplinare danno l’idea della ricerca spasmodica della qualità dei prodotti, e toccano aspetti che vanno dal sistema di allevamento (è consentito il solo Gujot), alla densità per ettaro dei nuovi impianti (minimo 3.700 ceppi), alla varietà dei vitigni utilizzabili (minimo 90 percento di Croatina), al quantitativo massimo producibile per ettaro (massimo 80 quintali, come nel caso della maggior parte delle attuali Docg) e per ceppo (massimo tre chilogrammi).
E’ altresì stabilito un tempo massimo che deve intercorrere tra vendemmia e pigiatura delle uve (massimo tre ore) e sono forniti consigli relativi alla vendemmia stessa, da effettuarsi obbligatoriamente a mano.
Per quanto riguarda la vinificazione e l’affinamento è previsto almeno un anno di permanenza in legno di rovere (botti o barriques) e sei mesi in vetro prima della commercializzazione del vino, che non dovrà comunque avvenire prima di due anni dalla vendemmia.
Sono altresì disciplinati, oltre alle caratteristiche che dovrà avere il vino, anche il tappo di chiusura (sughero monopezzo di lunghezza minima non inferiore a 45 millimetri) ed il numero minimo di bottiglie che ciascun socio dovrà produrre. Le bottiglie, di foggia identica per tutte le aziende, saranno contraddistinte da un bollino che andrà ad identificarle, ed anche il loro prezzo minimo di vendità sarà stabilito dall’associazione.

Le tre aziende che attualmente fanno parte dell’Associazione Bonarda Storico di Rovesciala sono: Azienda agricola Piergiovanni Agnes, Azienda agricola Andrea Saroni e Azienda agricola Ferrara Bruno, che è l’attuale presidente; le bottiglie prodotte, relativamente all’annata 2004 sono in totale 6mila (la prima produzione risale all’annata 2003), ma i tre associati contano di poter alzare questo numero se il mercato risponderà positivamente a questa Bonarda, che si stacca dalla maggior parte dei vini che pur avendo lo stesso nome, sono perlopiù prodotti e commercializzati nella maggior parte dei casi come vini leggeri e spesso vivaci.

pubblicato in origine su www.vinealia.org

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