TigullioVino Meeting: atto quarto
Quarta edizione per TIGULLIOVINO, l’evento organizzato da Filippo Ronco, questa volta a Genova, nelle sontuose sale di Palazzo Ducale, lunedì 16 giugno.
Avevamo valutato molto positivamente la scorsa edizione, seppur con qualche piccola perplessità, dovuta alla capienza della sala: ebbene, la sede di quest’anno è una tra le più belle mai viste in tanti anni di girovagare per eventi vinicoli, eppure, a pomeriggio inoltrato, quando l’accesso era permesso anche ai semplici appassionati, la calca tra i banchi di degustazione era impressionante; segnale evidente che questa manifestazione è ormai assurta al rango di evento al quale non si può mancare.
Cresciuti in maniera esponenziale gli espositori, ben centotrentaquattro quest’anno, provenienti da ogni parte d’Italia; Piemonte, Toscana ed ovviamente Liguria le presenze più numerose, qualche partecipazione anche dall’estero, Francia e Slovenia; non solamente vino ma anche qualche chicca gastronomica.
Numerosi gli assaggi che abbiamo avuto l’opportunità di fare girando tra i tavoli degli espositori, vi segnaliamo di seguito le conferme, le chicche e le curiosità, pur sapendo di dimenticare parecchi nomi, per ovvi motivi infatti abbiamo potuto degustare solamente una minima parte dei vini proposti, erano infatti circa cinquecento i prodotti presentati.
Procedendo quindi in ordine sparso segnaliamo:
Lageder: Alto Adige Moscato Giallo Vogelmaier 2007: vino aromatico di grande piacevolezza, notevole sapidità ed ottima persistenza.
Marco Sara, piccolo produttore friulano, i cui vini, che non conoscevamo, si distinguono per le particolari tecniche di vinificazione: Un Picolit dal sis: curioso Picolit prodotto con uve botritizzate (trenta percento del totale), mentre il rimanete settanta percento viene appassito in maniera naturale per tre mesi; segue quindi sia la fermentazione che l’affinamento in damigiane e imbottigliamento senza ne chiarifiche ne filtrazioni. Un vino caratterizzato dalle spiccate sensazioni olfattive di origano selvatico.
Un Verduz dal sis: raccolta di uve sovramature con successivo appassimento in cassette, fermentazione in botti da cinquecento litri, anche in questo caso nessuna chiarifica ne filtrazione. Il vino si propone con una sensazione dolce non dolce, con accenni caramellati ed una piacevole nota ossidativa.
Mufis dal sis: uve Tocai friulano botritizzate (novanta per cento) ed il rimanete Moscato appassito per tre mesi; fermentazione ed affinamento in damigiana per dieci mesi, come al solito niente chiarifica e filtrazione. Un’esplosione di albicocca sciroppata.
Gaspare Buscemi, enologo e vinificatore artigiano, come ama definirsi; altro produttore fuori dagli schemi che presentava vini bianchi dal lungo invecchiamento: Pinot Bianco Alture 1987: vino dalla grande complessità, con sentori idrocarburici notevoli e con una lunga persistenza.
Pinot Bianco 2006: vino lungo e dalla buona complessità.
Perle d’uva 1991: vino spumante molto particolare, sboccato nel 2000; prodotto fuori da ogni canone stilistico, con note ossidative pronunciate ma assolutamente non fastidiose.
Gradis’ Ciutta: Bratinis 2006, Chardonnay, Sauvignon e Ribolla per questo Collio Bianco molto buono e dalla notevole eleganza.
Ronco delle Betulle: Cof Bianco Vanessa 2005, altro blen, che utilizza come vitigno principale il Pinot Bianco, un vino dal bel naso, strutturato, grasso e piacevolmente vanigliato in bocca.
Sauvignon 2007: molto varietale.
Le Vigne di Alice: Prosecco Brut e Prosecco Extra Dry: due vini morbidi e molto piacevoli, entrambi prodotti con uve Prosecco in purezza.
Corte Sant’Alda: interessante l’Amarone 2004 con sentori di frutta matura speziata, buona la persistenza.
Bellaria: Bric Sturnel 2003: dall’Oltrepò Pavese ecco un IGT Rosso dalla buona struttura e con trama tannica in evidenza.
Le Vigne di San Pietro: Corderosa: un vino rosato prodotto con uve Corvina, dal naso pulito; fruttato, sapido, un poco semplice in bocca ma dalla notevole piacevolezza.
Arcipelago Muratori: Giardini Arimei: frutta passa, albicocca sciroppata e note agrumate per questa vendemmia tardiva prodotto ad Ischia con vitigni locali.
Ronco Calino: L’Arturo 2004: un Pinot Nero prodotto in Franciacorta, elegante e dal bel frutto. Molto buono.
Casavecchia Marco: Barbera d’Alba 2006: vino fruttato, con buona acidità e buona persistenza.
Nebbiolo d’Alba 2005: bello il naso, con note floreali; buono il frutto in bocca, pulito, con tannino asciutto e lunga persistenza.
Barolo 2003: elegante al naso; buona la trama tannica e lunga persistenza. Un grande prodotto.
Pianbello: questa azienda presenta un Moscato d’Asti dolce ed agrumato ed un Loazzolo 2004 con sentori di crema pasticcera, zabaglione e sentori vanigliati. Di grande piacevolezza.
Mariotti: uno dei pochi produttori rimasti a produrre i “vini delle sabbie”, sul litorale ferrarese; tre i vini assaggiati, tutti prodotti con uva Fortana, quello che più ci è piaciuto è anche il più semplice; si chiama Uva d’Oro – altro nome col quale è conosciuto il vitigno – ed è un vino frizzante rifermentato in autoclave.
Duna della Puia: vino più strutturato e vinificato fermo, con un residuo zuccherino percepibile.
Molto curioso e certamente non facile, soprattutto all’olfatto il Surliè, vino frizzante rifermentato in bottiglia come da tradizione e non sboccato.
Vadiaperti: le Docg binche della provincia di Avellino: Greco di Tufo 2007 dal bel naso; fresco e sapido in bocca, buona l’acidità.
Fiano 2007: il suo unico difetto è la troppa gioventù.
Cantine del Notaio: Il Rogito 2005: un vino rosato prodotto con uve Aglianico, di notevole struttura e con lieve trama tannica; si tratta di un prodotto assai particolare, fuori dagli schemi canonici e molto buono.
Bott-Geyl: produttore alsaziano che lavora in regime biodinamico, di cui abbiamo apprezzato il Riesling 2004, dalla notevole mineralità ed il Pinot Gris 2004, vino molto interessante e con un notevole residuo zuccherino.
Lorenzo Colombo
pubblicato in origine su www.vinealia.org
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