Cantina Herero e la Tintilia del Molise
Fondata nel 2013, l’azienda, di proprietà di Concetta Fornaro e Michele Lauriola è situata a Campobasso dove dispone di 2 ettari di vigneti situati a 550 metri d’altitudine su suolo sabbioso-argilloso condotti a Guyot, il vitigno principale è la Tintilia, ma vi troviamo anche Montepulciano e Falanghina.
Cinque i vini prodotti, tre Tintilia del Molise Doc, un Molise Rosso da uve Montepulciano e un Molise Falanghina, per un totale produttivo di circa 10.000 bottiglie/anno.

Tintilia – foto tratta da https://glossariodelvino.it/vitigni-italiani/tintilia/
La Tintilia è un vitigno sorto agli onori della cronaca da poco tempo, anche se in realtà pare sia arrivato in Molise, proveniente dalla Spagna, ad opera dei Borboni e, nell’’800 era assai diffuso, spingendosi anche nel vicino Abruzzo e nel Sannio.
Caduto in disuso nel dopo fillossera, vuoi perché non molto produttivo, vuoi perché la viticoltura s’era spostata in zone più pianeggianti, subì un’ulteriore della sua superficie vitata nel secondo dopoguerra, con lo spopolamento delle zone interne collinari.

Concetta Fornaro
Si ricomincia a parlare di tintilia verso la fine degli anni ’80, dopo lo scandalo del metanolo, vengono compiuti diversi studi sul vitigno, anche coll’ausilio dell’Università del Molise e finalmente, nel 2002, viene iscritto nel registro Nazionale delle Varietà di Vite.
Gli ettari vitati nel 2010 (data dell’ultimo censimento agricolo) risultavano essere 111 ed il vitigno può essere utilizzato in due vini a denominazione: Tintilia del Molise e Pentro d’Isernia, ed in due ad IGT: Terre degli Osci e Rotae.
Ormai sono diversi i produttori che stanno puntando su questo vitigno e nel 2017, sette cantine molisane hanno costituito il Consorzio di Tutela della Tintilia del Molise.
Si tratta di un vitigno che per esprimersi al meglio necessita d’essere posto in collina come per l’appunto sono situati i vigneti dai quali provengono le tre Tintilia che abbiamo avuto l’occasione d’assaggiare durante lo scorso Ristorexpo, ad Erba.
– San Mercurio 2020
Vendemmia a fine settembre, vinificazione in vasche d’acciaio con macerazione per dieci giorni durante i quali s’effettuano diversi delastage, affinamento in acciaio per 24 mesi.
Profondissimo e luminoso il colore, unghia purpurea.
Discretamente intenso al naso, frutta rossa matura e accenni di sottobosco.
Di media struttura, con spiccata vena acida, leggermente piccante e pungente, accenni di liquirizia.
– Herero 2019
Vendemmia a fine settembre, vinificazione in vasche d’acciaio con macerazione per venti giorni durante i quali s’effettuano diversi delastage, la prima parte dell’affinamento si svolge in barriques francesi dove il vino sosta per 18 mesi, dopo l’assemblaggio segue un periodo di sosta in vasche d’acciaio per altri10 mesi.
Molto bello il colore, intenso, unghia con riflessi color granato-rubino.
Intenso al naso, vi cogliamo sentori di frutta rossa matura, prugna, sottobosco, note vanigliate.
Dotato di buona struttura e buona vena acida, decisa la trama tannica, con accenni di pellicina di castagne, la frutta ci pare più fresca rispetto al naso, molto lunga la sua persistenza.
– Primaclasse 2018 (prima ed unica annata di produzione)
Prodotto unicamente nelle migliori annate con uve provenienti da un vigneto posto leggermente più in alto, a 570 metri d’altitudine, la vendemmia s’effettua a fine ottobre.
La fermentazione si svolge in vasche d’acciaio con una macerazione di 25 giorni, il vino s’affina quindi, sempre in acciaio, per 36 mesi.
Profondissimo e luminoso il colore, molto bello.
Intenso al naso, elegante, balsamico, frutta rossa matura e dolce, prugna secca.
Buona la struttura, sapido, accenni piccanti, bella trama tannica, note di liquirizia, leggeri accenni vegetali, lunga la persistenza su sentori di radice di liquirizia.
Lorenzo Colombo