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Dieci anni di Premio Gambelli

Giulio Gambelli

Il Premio Gambelli (vedi) è giunto al suo decimo anno.
Istituito in memoria di Giulio Gambelli il (non) enologo, maestro del Sangiovese e riservato agli enologi under 40 (i primi anni era riservato agli under 35), ha visto premiati nel corso degli anni undici giovani enologi (nel 2017 ne sono stati premiati due, avendo ottenuto un identico punteggio) che incarnano la visione dei vini che fu di Gambelli, ovvero massima espressione di vitigno e territorio.

Il premio Gambelli
La degustazione dei campioni (ogni enologo deve presentare tre vini) viene effettuata a bottiglie coperte da un panel composto da 10 tra giornalisti soci ASET (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana) e componenti del Gruppo IGP (I Giovani Promettenti), alcuni dei quali sono anche componenti di ASET tramite un doppio punteggio in centesimi, il primo punteggio riguarda la qualità dei vini, il secondo  la loro “gambellianità”.
(Il concetto di “gambellianità” è definito come massimo rispetto per la materia prima, e individua un prodotto che esprima in maniera chiara e netta sia i vitigni di provenienza che il territorio di origine) (Articolo 3 del regolamento)

Firenze vista da Villa Bardini

Per festeggiare il decennale del premio l’ASET ha organizzato presso Villa Bardini (meravigliosa la vista che si gode su Firenze) una conferenza di presentazione alla quale è seguita la degustazione (riservata ed a numero chiuso) dei vini prodotti dagli enologi premiati.
Ovviamente non potevano essere gli stessi vini che hanno valso loro il premio, essendo in alcuni casi passati diversi anni, c’è inoltre da dire che alcuni di questi enologi hanno cambiato azienda, si è quindi trattato di degustare le loro ultime produzioni.

Dieci i vini assaggiati (mancava purtroppo il Don Anselmo 2016 dell’azienda Paternoster prodotto da Fabio Mecca, ultimo vincitore del premio nel 2022) presentati direttamente dai loro creatori.

Ecco quant’abbiamo degustato in ordine di servizio (tra parentesi l’anno in cui hanno vinto il premio)

 – Terre d’Argilla Colli Euganei Manzoni Bianco Doc 2021 – Enologo Diego Bonato (2017)
Color verdolino scarico, luminoso.
Intenso al naso, fruttato, mela e pera, agrumato, leggere note floreali ed accenni minerali, verticale.
Fresco e succoso, sapido, si percepisce la mineralità data dal Riesling, con spiccata vena acida e leggere note d’idrocarburi, lunga la sua persistenza.
Vino ancora molto giovane.

 – “Particella 928” 2018 – Cantina del Barone – Enologo Luigi Sarno (2018)
Giallo paglierino di media intensità.
Non andiamo a descriverlo causa bottiglia problematica.

 – Riecine Chianti Classico Docg 2018 – Enologo Alessandro Campatelli (2021)
Granato-rubino luminoso di discreta intensità.
Intenso al naso, alcolico, frutto rosso speziato, note balsamiche.
Discretamente strutturato, con bella trama tannica, elegante e verticale, bel frutto speziato, liquirizia, lunghissima la sua persistenza.

 – Levigne Chianti Classico Riserva Docg 2016 – Istine – Enologa Angela Fronti (unica donna vincitrice del premio, nel 2019)
Granato di media intensità con riflessi color rubino.
Bel naso, intenso e balsamico, legno dolce, frutta appassita, buona l’eleganza.
Dotato di buona struttura, succoso, accenni di legno dolce, frutto rosso speziato, lunghissima la persistenza su sentori di radice di liquirizia.

 – Brunello di Montalcino 2017 – Bonacchi – Enologo Ivan Misuri (2020)
Color granato di media intensità con unghia aranciata.
Intenso al naso, legno dolce, note balsamiche, liquirizia, cuoio.
Dotato di buona struttura, con frutto rosso dolce, speziato, asciutto, legno ancora percepibile, radice di liquirizia su lunga persistenza.

 – Brunello di Montalcino “Lupi e Sirene” 2017 – Podere Le Ripi – Enologo Sebastian Nasello (2016)
Granato luminoso di media intensità.
Intenso al naso dove troviamo un bel frutto rosso e leggeri accenni piccanti e leggermente pungenti.
fresco e succoso, con tannino deciso, sentori di radice di liquirizia su lunga persistenza.

 – Barbaresco Docg 2018 – Francesco Versio (2015)
Color granato molto scarico, unghia aranciata.
Bel naso, intenso ed elegante, fiori appassiti e leggere note balsamiche.
Fresco, balsamico, delicato, elegante, di media struttura, bel frutto e lunga persistenza.
Vino che non conoscevamo, dotato di grande eleganza e notevole qualità. Ci è piaciuto moltissimo.

 – Barbaresco Roncaglie Riserva Docg 2015 – Socrè – Enologo Fabrizio Torchio (primo vincitore del premio, nel 2013)
Granato-aranciato di media intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, frutto rosso maturo, note balsamiche e di legno dolce.
Tannino deciso, legno ancora percepibile, frutto rosso, bastoncino di liquirizia, lunghissima la persistenza.
Altro vino di notevole qualità.

 – Vino atto a divenire Roero Riserva Valmaggiore 2019 – Valfaccenda – Enologo Luca Faccenda (2017)
Molto bello il colore, granato luminoso.
Pulito al naso, nitido, frutto rosso, ciliegia, leggere note speziate, accenni balsamici.
Fresco e succoso, dotato di buona struttura, asciutto, con tannino deciso, sentori di radici e di bastoncino di liquirizia, lunga la sua persistenza.

 – “Gian Luca Colombo” Barolo Docg 2018 N.I.C.B.A.B. – Enologo Gian Luca Colombo (2014)
Granato scarico, luminoso, unghia aranciata.
Di media intensità olfattiva e buona eleganza, fiori appassiti e liquirizia.
Sapido, succoso ed elegante, dotato di notevole equilibrio, bel frutto, buona trama tannica e lunga persistenza.
Gli ultimi quattro vini, a base nebbiolo, sono quelli che in assoluto abbiamo preferito.
Lorenzo Colombo