Fattoria La Leccia: i colori del Sangiovese
All’inizio era il gelato.
Si, perché la Fattoria La Leccia appartiene alla famiglia proprietaria del marchio Sammontana.
I tre fratelli Bagnoli: Renzo, Sergio e Loriano acquistarono infatti il podere negli anni Settanta con l’iniziale idea di farne una casa di campagna per tutta la famiglia nei luoghi d’origine del loro padre Romeo, lasciando la gestione della tenuta a degli affittuari.
Nel 2013 la terza generazione dei Bagnoli decise di gestire direttamente la produzione, nasce così la Fattoria La Leccia, un’azienda con una grande impronta femminile, infatti della parte agricola e della cantina se ne occupa Paola, Sibilla gestisce la comunicazione e Angelica la parte amministrativa, mentre l’unico maschio della famiglia è Lorenzo, il tutto con il supporto dell’enologo Gabriele Gadenz.
L’azienda dispone di 80 ettari, 20 di quali a vigneto, situati tra i 200 ed i 300 metri d’altitudine sulle colline nei dintorni di Montespertoli, sui tipici suoli di alberese, inoltre ci sono 3.500 piante d’olivi di diverse cultivar: Moraiolo, Frantoio, Leccino ed una rara varietà chiamata Madonna dell’Impruneta.
Sin da subito si è puntato molto sulla sostenibilità in tutti gli aspetti produttivi, dalla vigna, condotta in regime biologico senza utilizzo di materiali non biodegradabili, in cantina sono state ripristinate ristrutturandole le vasche di cemento più piccole senza usare resine in modo da permettere al vino una “respirazione” naturale e si lavora molto sulle microvinificazioni di singole parcelle.
Abbiamo avuto il piacere di poter assaggiare alcuni dei vini prodotti in occasione di un pranzo stampa presso il Ristorante Bu:r, a Milano, in abbinamento alle preparazioni dello chef Eugenio Boer.
Prima della degustazione dei vini abbiamo però preso parte ad un simpatico gioco nel quale ciascun invitato era chiamato a comporre il proprio personale blend partendo da quattro vini base Sangiovese dell’annata 2019 frutto di diversi affinamenti: botte da 30 hl di rovere di Slavonia, botte da 30 hl di rovere francese, tonneaux francesi ed infine vasca d’acciaio.
Prima di potere effettuare il blend i vini sono stati ovviamente assaggiati, abbiamo così potuto toccare con mano (in verità con occhi, naso e bocca) le differenze, anche sostanziali, che il frutto dello stesso vigneto acquisisce dipendentemente dal contenitore d’affinamento.
Il primo campione (Slavonia) si presentava con un color rubino-purpureo luminoso, intenso al naso, con sentori di frutta rossa speziata e chiodi di garofano, strutturato al palato, sapido e succoso, con note piccanti e di frutto rosso speziato.
Il vino affinato in botti francesi aveva un colore abbastanza simile al precedente, dove però la nota purpurea virava più sul violaceo, intenso al naso, fruttato (ciliegia) e con note autunnali, un poco meno strutturato ma più fresco rispetto al primo campione, con leggere note aromatiche ed accenni piccanti, lunga la sua persistenza.
Cambia la tonalità nel vino affinato in tonneaux, siamo infatti su un color granato-rubino luminoso, intenso al naso, dove i sentori conferiti dal contenitore più piccolo virano su spezie dolci, noce moscata e cannella, Discretamente strutturato presenta un tannino leggermente legnoso ed un poco verde.
L’ultimo vino, quello affinato in acciaio si presenta con un color granato-rubino di buona intensità, discretamente intenso al naso vira curiosamente su sentori vanigliati e di noce moscata, oltre che di ciliegia, alla bocca troviamo un vino fresco, delicato, caratterizzato da un bel frutto e da sentori di spezie dolci, molto bella la sua trama tannica.
Passiamo ora ai vini degustati:
– Vino Spumante Metodo Classico Rosato Pas Dosé “Rubedo” 2016
Prodotto con uve Sangiovese allevate a Cordone speronato, la vendemmia s’effettua con leggero anticipo sulla maturazione dell’uva, la fermentazione alcolica si svolge in vasche d’acciaio e dopo circa sei mesi s’assembla la cuvée per la spumantizzazione che prevede una sosta in bottiglia di almeno 36 mesi, ai quali ne seguono ulteriori quattro dopo il degorgment prima della commercializzazione.
3.500 le bottiglie prodotte.
Il colore è un rosa pallido con sfumature giallastre.
Intenso al naso dove presenta sentori di lieviti, crosta di pane piccoli frutti rossi ed accenni vegetali.
Cremoso al palato, asciutto, fresco e verticale, mediamente strutturato, sapido ed agrumato, vi ritroviamo le leggere note vegetali, buona infine la sua persistenza.
– Igt Toscana Trebbiano “Cantagrillo” 2018
Da uve Trebbiano toscano provenienti dal territorio di Montespertoli, i vigneti sono allevati a Cordone speronato con densità di 4.200 ceppi/ettaro e con una resa di 70 q.li/ha, la vendemmia s’effettua a fine ottobre con parte delle uve che vengono parzialmente appassite in campo utilizzando la tecnica del taglio del tralcio in modo da non perdere acidità.
Anche la vinificazione di questo vino è particolare, circa metà delle uve vengono criomacerate mentre l’altra metà subisce una macerazione sulle bucce di 3/4 giorni, anche la fermentazione alcolica è suddivisa un due parti, metà del mosto fermenta infatti in acciaio e l’altra metà in barriquese e botticelle di varie essenze, tra le quali acacia, gelso e ciliegio, oltre al rovere, dove il vino sosta per sei mesi sulle fecce fini, infine l’assemblaggio del vino viene effettuato circa dieci mesi dopo la vendemmia.
Prodotto per la prima volta nel 2014, ne sono state imbottigliate in quest’ultima annata 2.500 bottiglie.
Il colore è giallo paglierino intenso a conferma della macerazione delle uve.
Mediamente intenso al naso dove si propone con sentori di frutto giallo maturo e d’erbe officinali.
Strutturato ed asciutto, con leggeri accenni tannici, tornano i sentori di frutta gialla sulla lunga persistenza.
– Chianti Superiore Docg “Villa Domini” 2019
Prodotto con uve Sangiovese in purezza provenienti da vigneti situati su suoli argillosi con media presenza di calcare, allevati a Cordone Speronato ed a Guyot, con densità di 4.200 ceppi/ettaro.
La vinificazione e l’affinamento si svolgono in vasche d’acciaio dove il vino sosta per sette/otto mesi sulle proprie fecce fini.
Circa 5.000 le bottiglie prodotte.
Si presenta con un color rubino, luminoso e trasparente.
Intenso al naso, dove si coglie un bel frutto rosso (ciliegia), leggermente speziato.
Fresco e succoso alla bocca, leggermente piccante, vi ritroviamo il frutto percepito al naso unito a leggeri sentori speziati, lunga la sua persistenza.
– Vin Santo del Chianti Doc “Sua Santità” 2005
Frutto di un blend tra 80% Trebbiano toscano e 20% Malvasia del Chianti che s’avvale di un affinamento in caratelli da 100 litri ed in barriques per 15 anni.
Il colore è ambrato luminoso.
Al naso si colgono netti sentori di mallo di noci e fichi secchi.
Sensazioni che ritroviamo alla bocca nette e decise, dove la sua spiccata vena acida compensa e s’armonizza la dolcezza del vino, lunga la sua persistenza.
Lorenzo Colombo
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