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Ferrari: degustando con Ruben Laurentis

E’ entrato più di trent’anni fa alla Ferrari, da oltre venti ha preso il posto che fu di Mauro Lunelli, lo storico enologo dell’azienda, ora ricopre il ruolo di direttore di produzione delle Cantine Ferrari ed è inoltre il responsabile tecnico di tutte le Tenute Lunelli.

Questo tanto per inquadrare Ruben Laurentis, che gentilmente in un pomeriggio di metà luglio, s’è intrattenuto con noi per oltre tre ore (non ci siamo minimamente accorti del tempo che passava) facendoci assaggiare, commentando e chiedendoci impressioni sui principali vini dell’azienda, alcuni dei quali non ancora in commercio.

Le basi

Per prima cosa sono arrivate tre bottiglie anonime, bianche, trasparenti, con le scritte: base Lunelli, base Perlé Nero e base Nature.
Si tratta dei vini fermi -le basi spumante per l’appunto- che andranno a formare i rispettivi Trento Doc che usciranno tra sette anni.
Ovviamente non siamo in grado di immaginare come saranno quei vini finiti, questo è il lavoro di Ruben e degli enologi che si occupano di Spumanti Metodo Classico.
A noi sta solamente il compito di cercare di tradurre in parole le sensazioni che quei prodotti, al loro stato iniziale ci hanno trasmesso.

Nettissime le differenze organolettiche tra i tre, ad iniziare dal colore che, seppure con una foto sfocata è ben distinguibile; verdolino quello del futuro Lunelli, paglierino scarico quello che diventerà poi il Perlé Nero, paglierino-verdolino quello del futuro Nature.
Questo è dovuto principalmente ai vitigni utilizzati: Chardonnay per il Lunelli ed il Nature, Pinot nero per il Perlé Nero ed alla prima fermentazione.

La base del Lunelli si presenta intensa ed elegante al naso, dove di colgono un frutto giallo e note vanigliate.
Spiccata l’acidità alla bocca (come potrebbe essere altrimenti?), agrumato (arancio) con un bel frutto giallo ed una lunghissima persistenza.

Anche quella del futuro Perlé Nero è molto intensa al naso, verticale e con spiccate note minerali.
Acidissimo al palato, verticale, con sentori di pompelmo e limone maturo.

La base del Nature, molto elegante al naso, s’esprime su sentori affumicati e tropicali, e con note di pompelmo rosa.
Fresco alla bocca, dove si coglie nuovamente il pompelmo unito ad un leggero sentore dato dal legno.

Sia chiaro, quanto sopra riportato non avrà nulla (o poco) a che vedere con quelli che saranno i prodotti finiti, prodotti che ci auguriamo di potere assaggiare tra qualche anno.

E’ quindi iniziata la degustazione vera e propria, con un’orizzontale dell’annata 2006.

 – Perlé
Da uve Chardonnay, sosta sui lieviti in bottiglia per almeno cinque anni; prodotto per la prima volta nel 1971.

Il colore è giallo dorato.
Intenso al naso, con decise note tostate e sentori di canditi.
Cremoso e succoso, con una netta nota sapida, quasi salina, lunghissima la persistenza su note tostate.

Perlé Rosé Riserva
80% Pinot nero e 20% Chardonnay costituiscono questo vino che s’affina in bottiglia per almeno cinque anni; i vigneti sono collocati tra i 300 ed i 600 metri d’altitudine.

Color rame-aranciato, molto intenso.
Buona l’intensità olfattiva, vi si colgono sentori di tabacco e fieno.
Molto intenso anche al palato, strutturato, tostato, lunghissima la sua persistenza.

 – Perlé Nero Riserva
Si tratta dell’unico Blanc de Noirs prodotto dall’azienda, da uve Pinot nero in purezza, provenienti da vigneti di Villa Margon, Maso Orsi e Maso Valli, tutti sopra i 400 metri d’altitudine.
Prodotto per la prima volta nel 2002, s’avvale d’una sosta sui lieviti in bottiglia d’almeno sei anni.

Il colore è giallo dorato.
Complesso al naso, presenta gradevolissime note evolutive che s’esprimono in leggeri e piacevoli accenni ossidativi (mela) e sentori di tamarindo, uniti ad una nota tostata.
Intenso al palato, di buona struttura, sapido (quasi salino), con acidità spiccata e note tostate.

 – Riserva Lunelli – 
Chardonnay in purezza -da vigneti di proprietà- affinato in legno per questo vino che s’avvale di una sosta sui lieviti in bottiglia per almeno sette anni. La prima annata di produzione è stata la 2002.

Color giallo dorato.
Bel naso, intenso, elegante, complesso, con sentori di mela matura.
Cremoso al palato, anche se con effervescenza decisa, sapido, note tostate ed accenni di legno, lunghissima la sua persistenza.

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore
Ottenuto dalle migliori selezioni di uve Chardonnay provenienti da vigneti di proprietà situati sino a 600 metri d’altitudine.
Prodotto per la prima volta nel 1972, s’avvale di un sosta sui lieviti in bottiglia decennale.

Color giallo dorato luminoso.
Intenso al naso, fine, elegantissimo, sentori d’agrumi e di frutta candita.
Decisa l’effervescenza al palato, sapido, lunghissima la sua persistenza, dotato di un’eleganza difficile da descrivere.

Dopo questa prima batteria di vini si è un poco andati indietro nel tempo, con il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004.

Il colore è giallo dorato, intenso.
Elegante e complesso al naso dove emergono sentori di canditi.
Decisa l’effervescenza al palato, belle la vena acida, si colgono note tostate s’una lunga persistenza.

Arriviamo infine a quello che sarà (o potrebbe essere) il Giulio Ferrari Collezione 2001, un vino prodotto in pochissime e selezionate annate ed in un numero limitato di bottiglie, diciotto gli anni sui lieviti; il vertice della spumantistica dei F.lli Lunelli (e quasi certamente di quella italiana).

Il vino che Ruben ci sta facendo assaggiare infatti è una prova di dosaggio finale di questo spumante; sono stati provati tre diversi dosaggi per questo vino che ancora non è in commercio. Quello che ci viene proposto (e che assai probabilmente sarà il prescelto) prevede 1,5 gr/litro.

Il vino è di un color oro antico, molto intenso.
Elegante al naso, non estremamente intenso, dove si colgono accenni di miele.
Alla bocca è molto intenso, verticale, minerale, quasi tagliente nella sua spiccata vena acida(ricordiamo che deve ancora rimanere alcuni mesi in bottiglia prima d’essere commercializzato), la persistenza poi è lunghissima.

E’ infine giunta l’ora d’andarcene, abbiamo rubato sin troppo tempo a Ruben, che però prima di lasciarci ci propone un ultimo vino.
Si tratta del Giulio Ferrari Rosé 2007
Ottenuto da uve Pinot nero più una piccola percentuale di Chardonnay provenienti da vigneti di proprietà.
Almeno dieci gli anni di sosta in bottiglia per questo vino alla sua seconda annata di produzione.

Il colore è ramato-aranciato.
Delicato ed elegante al naso dove si percepiscono sentori di tabacco dolce e piccoli frutti di bosco.
Intenso al palato, dotato di buona struttura, sapido, cremoso, elegante, con bella vena acida e lunga persistenza.

Commiato migliore non poteva esserci per questo giorno (16 luglio 2019) da evidenziare sul calendario, che ci ha gratificato con un’esperienza a dir poco emozionante.
Lorenzo Colombo