Friuli Isonzo Rosso 2018 – Vignis di Marian
Nel mese di gennaio avevamo pubblicato una recensione relativa ad una micro-verticale (erano solamente due le annate assaggiate) del Friuli Isonzo Rosso Doc di Vignis di Marian, l’azienda di Franco Visentin (vedi).
In conclusione del nostro articolo avevamo scritto che non è certo facile capire l’evoluzione stilistica di un vino in due sole annate, anche perché tra i due vini assaggiati le differenze erano molte, a partire dalla percentuale dei due vitigni (Merlot e Cabernet sauvignon) e dal periodo di sosta in barriques.
Ci chiedevamo quindi quale direzione avrebbe preso Franco in futuro.
La risposta non è tardata ad arrivare, infatti Franco ci ha fatto pervenire due bottiglie del vino dell’annata 2018, che ora andiamo ad assaggiare.
Anzitutto vediamo come è stato prodotto: le percentuali delle uve non cambiano rispetto all’annata 2017, ovvero 70% Merlot e 30% Cabernet sauvignon, per quanto riguarda l’affinamento, dopo dieci mesi passati in vasche d’acciaio il vino passa in barriques usate (2°, 3° e 4° passaggio) dove sosta per 12 mesi.
Prima dell’assaggio una curiosità, il vino del 2019 tornerà ad essere composto dai due vitigni in parti uguali, questa scelta a prima vista potrebbe essere interpretata come il fatto che Visentin non ha le idee ben chiare su cosa fare, in realtà non è così, infatti Franco ha deciso di produrre una piccola partita di vino da Merlot in purezza e questo fa si che non ce ne sia a sufficienza per utilizzarlo nel Friuli Isonzo Rosso.
Ne parleremo comunque a tempo debito, infatti il vino non è ancora in bottiglia e sarà disponibile unicamente tra un anno.
Friuli Isonzo Rosso 2018
Nel bicchiere si presenta con un color rosso rubino luminoso di discreta intensità.
Intenso e fruttato al naso, frutta rossa, ciliegia e prugna, spezie dolci, vaniglia, legno dolce, accenni di viola.
Intenso anche al palato dove si colgono accenni piccanti che rimandano al pepe ed al peperone, dotato di buona struttura senz’essere pesante, equilibrato e succoso, con bella trama tannica, sentori fruttati-speziati (vaniglia e cannella), note balsamiche e di cioccolato, leggeri accenni vegetali, lunga la sua persistenza.
Cercando di fare un raffronto con le due annate assaggiate in precedenza (per un riscontro più oggettivo i vini andrebbero naturalmente assaggiati nello stesso momento, altrimenti il tutto si riduce ad un raffronto tra ricordi o su quantomeno su ciò che s’era scritto allora) possiamo dire che siamo di fronte ad una via di mezzo tra il vino del 2017 e quello del 2016.
La freschezza riscontrata nel 2017 c’è tutta, ma (complice?) il maggior tempo di sosta in barriques, l’apporto del legno, anche se non invadente, in questo vino si sente. Si tratta di un legno gentile, nulla che rimandi al tostato o all’affumicato, solamente una sensazione decisa di spezie dolci, che a volte tende a coprire leggermente il frutto (ed è un peccato, trattandosi di un bellissimo e nitido frutto), probabilmente occorre solamente aspettare, attendiamo quindi con fiducia che con il trascorrere del tempo questa nota s’attenui per rendere il tutto più armonico.
Lorenzo Colombo
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