IGP: Oltrepò, un mare in tempesta!
Per fortuna ci sono i fari
Tranquilli, la riunione annuale di Winesurf che si è svolta in Oltrepò Pavese non è stata così piena di assaggi da farmi credere di vedere un mare dove invece è tutto un susseguirsi di colline.
Qui nascono i problemi, relativi a come controllare questa marea.



Frecciarossa
Per anni semplicemente non è stata controllata e quindi la stragrande maggioranza del vino prodotto era venduto sfuso o se si imbottigliava, spuntava (e purtroppo spunta anche adesso) prezzi bassissimi.
Ma ogni mare che si rispetti, specie quello verde dei vigneti dell’Oltrepò, per essere “solcato” ha bisogno di indicazioni, di esempi: per questo sono fondamentali i fari e oramai in Oltrepò ce ne sono diversi, alcuni anche da molto tempo anche se ben pochi lo sanno.



Redazione WineSurf
Un faro che esiste da quasi un secolo è Frecciarossa, cantina “Con un grande avvenire dietro le spalle” mutuando il titolo della famosa autobiografia di Vittorio Gassman. Infatti quando Valeria Radici, titolare dell’azienda, ci ha mostrato i passaggi storici di questa cantina (esportava negli Stati Uniti negli anni Trenta del secolo scorso!) siamo rimasti stupiti del coraggio e della lungimiranza. Poi siamo rimasti stupiti dei vini, che riescono a declinare il riesling, la croatina e soprattutto il pinot nero con affinata maestria.
Un territorio che, anche e soprattutto attorno al Distretto del vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese (che ringraziamo!), sta cercando di crescere. E un modo per crescere è “La Mossa perfetta”, cioè un marchio che raccoglie una serie di piccoli produttori sul concetto di “Bonarda angelica” e cerca di fare massa per presentare quella che dovrebbe essere la vera immagine di questo vino.
Ne abbiamo degustate diverse è siamo convinti che un vino del genere non possa rimanere nel dimenticatoio, perché unisce piacevolezza a grande adattabilità gastronomica, senza considerare il prezzo incredibilmente interessante.
A proposito di bollicine, quelle prodotte da Cristian Calatroni ci sono sembrate avere un grande futuro. Probabilmente perché rappresentano una ricerca certosina che parte dai vigneti, privilegiando quote attorno ai 500 metri e terreni particolarmente adatti. Cristian in realtà, come altri produttori di qualità, non va a cercare di piantare dove non c’era vigna ma semplicemente sfrutta vecchi vigneti esistenti. L’azienda è piccola ma ha le idee chiarissime: le sue bollicine tra qualche anno saranno contese tra gli appassionati, ricordatevelo.
L’azienda della famiglia Calatroni e tante altre piccole cantine, molte riunite attorno al grande faro del Distretto del vino di Qualità, dimostrano che l’Oltrepò Pavese ha al suo interno tutto quello che serve per affermarsi come territorio di alta qualità riconosciuta e finalmente far calmare le pericolose maree al suo interno.
Carlo Macchi