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Il Lambrusco e le giovani leve (parte 2ª)

Sorbara e Modena

Ecco la seconda parte (qui trovate la prima) relativa al “Progetto Giovani”, voluto dal Consorzio del Lambrusco, per presentare il futuro dei vini prodotti con questi vitigni, visto dalla parte delle nuove leve di produttori.

Qui andremo ad analizzare le denominazioni Lambrusco di Sorbara e Lambrusco di Modena.

Nel frattempo abbiamo ricevuto il comunicato che annuncia che giovedì 25 giugno, i CDA dei tre consorzi emiliani Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini DOP Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e Consorzio di Tutela Vini del Reno D.O.C. hanno dato parere favorevole, all’unanimità, alla loro fusione e che a settembre l’assemblea plenaria di tutti i soci dovrà sancire la definitiva incorporazione nell’unico Consorzio di Tutela del Lambrusco DOC.

Il vitigno
Il Lambrusco di Sorbara, oltre ad essere utilizzato nell’omonima denominazione, entra a far parte di altri due vini a Doc: Modena e Reggiano, il vitigno è anche ammesso in una ventina di vini ad indicazione geografica, tra Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.
Coltivato principalmente nella pianura tra i fiumi Secchia e Panaro, ne risultavano 1.600 ettari secondo il censimento agricolo del 2010.
Rispetto alla maggior parte dei vini prodotti con gli altri Lambrusco quelli prodotti con il Sorbara si caratterizzano per un color rubino scarico, spesso tendente al rosato, una struttura più leggera ed una buona vena acida.
E’ inoltre un vitigno da pianura, contrariamente al Grasparossa che s’è ben acclimatato in collina.

Le denominazioni

Lambrusco di Sorbara Doc
la denominazione s’estende sul territorio di dodici comuni situati a nord e ad est della città di Modena, oltre al Lambrusco di Sorbara, vitigno principale, è ammesso sino al 40% di Lambrusco Salamino.
Quest’ultimo è inoltre utile per l’impollinazione, essendo il Lambrusco di Sorbara una varietà dal polline sterile.

Modena Doc
Questa denominazione si sviluppa su buona parte del territorio della provincia di Modena, sia a nord che a sud della città, al suo interno sono previste numerose tipologie di vini prodotti con diversi vitigni, sia a bacca bianca che a bacca rossa, tra quest’ultimi sono numerose le tipologie di Lambrusco utilizzabili.

I vini in degustazione
In questa terza tornata del “Progetto Giovani” sono stati messi in degustazione otto vini: sei Lambrusco di Sorbara e due Modena (tipologia Lambrusco), tutti i vini erano comunque frutto di uve Sorbara in purezza.
L’ordine di servizio è quello stabilito dal Consorzio.

 – Cavicchioli U. & Figli: Lambrusco di Sorbara Doc Metodo Classico Brut “Rosè del Cristo” 2016
Nata nel 1928, a San Prospero, comune situato a poco più di una decina di chilometri a nord di Modena, ad opera di Umberto Cavicchioli, l’azienda Cavicchioli U. & Figli dispone di circa 90 ettari a vigneto nel territorio del Sorbara, tra i fiumi Secchia e Panaro.
Nel 2010 è stata acquisita dal Gruppo Italiano Vini.

Il vino
Le uve per la produzione del vino in degustazione provengono da un singolo vigneto situato in località Cristo, situato a 200 metri dall’argine del fiume Secchia, su suolo sabbioso, messo in origine a dimora nel 1981 con sistema d’allevamento a GDC (Geneva Double Courtain) e potatura a Cordone speronato.
La vendemmia s’effettua verso la metà del mese di settembre, dopo la pressatura, con brevissimo contatto con le bucce, il mosto fermenta in acciaio, formata la cuvée il vino viene posto a rifermentare in bottiglia, dove sosta per 36 mesi sui lieviti.

Carlo Cavicchioli

Il progetto per questo vino è nato nel 1998 e la prima annata messa in commercio è stata la 2003.
Carlo Cavicchioli ha presentato azienda e vino.

Dal color rosa molto scarico, di stile provenzale, tra il salmone scarico ed il color cipria, molto bello il perlage, con bollicine sottili, numerose e persistenti.
Intenso ed elegante al naso, ampio e complesso, si colgono sentori di lieviti, di piccoli frutti rossi, agrumi, accenni di nocciole tostate.
Deciso l’ingresso di bocca, con effervescenza esuberante, sapido, salino, diremmo quasi salato, asciutto, con accenni tannici, buono il frutto (frutti di bosco ed agrumi maturi), lunghissima la sua persistenza.
Un prodotto notevole.
In vendita presso lo shop aziendale a € 22,50

 – Cantina della Volta: Lambrusco di Sorbara Doc Rosè Brut Metodo Classico 2015
Avevamo scritto poco più di un paio di mesi addietro in merito a questo vino ed agli altri Metodo Classico prodotti da quest’azienda.
Qui, senza doverci ripetere potete trovare il tutto.
Andiamo quindi unicamente a riassaggiare questo vino per verificare quanto scritto in precedenza.
Vino ed azienda sono stati presentati da Giovanni Angiolini.

Giovanni Angiolini

Il colore è rosa pallido, luminoso, ricorda la cipria.
Elegante al naso, dove rimanda a piccoli frutti di bosco, sentori di lieviti, di crosta di pane ed a note d’agrumi.
Decisa ma cremosa l’effervescenza, fresco, verticale e nettamente sapido, quasi salino, tornano i sentori di piccoli frutti rossi, le note agrumate e gli accenni tostati del pane, lunghissima la sua persistenza.

 – Soc. Agr. Il Borghetto – Ventiventi: Lambrusco di Modena Doc Spumante Brut Metodo Classico Rosè “Ventiventi”
Iniziamo dal nome dell’azienda, che è quello della via dove sono nati il nonno ed il padre di Andrea Razzaboni, il giovane che s’è incaricato di presentare vino ed azienda.
Si tratta di un’azienda giovane, il cui progetto è del 2013, nel 2016 è stato messo a dimora il vigneto ed il vino che andremo ad assaggiare è frutto della prima vendemmia.
Ventiventi è invece il nome della cantina e ricorda l’anno in cui è stata ultimata la struttura ed è iniziata l’attività, ovvero il 2020.
Sono 45 gli ettari in proprietà, dei quali 18 a vigneto, mentre quest’anno saranno messi a dimora altri 11 ettari, i suoli sono di natura argillosa.

Il vino
Il vigneto di provenienza delle uve è allevato a Guyot, con densità di 3.000 ceppi /ettaro, la vendemmia è meccanizzata.
La fermentazione si svolge in vasche d’acciaio, il vino viene quindi posto in bottiglia ed aggiunto di mosto per la rifermentazione, con sosta sui lieviti per dieci mesi.

Nel bicchiere troviamo un vino dal color salmone scarico tendente al cipria, con buona effervescenza.
Bello ed elegante il naso, con sentori di lievito, piccoli frutti rossi e nocciole tostate, accenni di pesca e d’agrumi.
Fresco e decisamente sapido alla bocca, quasi salino, asciutto e succoso, tornano i piccoli frutti rossi, fragoline di bosco e lamponi uniti ad accenni agrumati e di pesca matura, molto lunga la sua persistenza.

 – Cantina Zucchi: Lambrusco di Sorbara Doc Spumante Rosé Brut “Rito” 2019
La storia di quest’azienda, situata a San Lorenzo, frazione del comune di San Prospero, inizia nel 1950, con la messa a dimora dei primi dieci ettari da parte dei nonni di Silvia Zucchi, il padre di Silvia iniziò quindi con la fermentazione in autoclave.
Attualmente i vari Lambrusco prodotti vengono spumantizzati, oltre che con il Metodo Charmat anche con il Metodo Classico e con l’Ancestrale.

Il vino
La vendemmia viene leggermente anticipata per mantenere l’acidità, dopo la pressatura il mosto viene posto direttamente in autoclave -dove rimane per circa due mesi- per la spumantizzazione tramite Metodo Charmat.

Silvia Zucchi

Seppur molto giovane, Silvia, che ha presentato vino –prima etichetta prodotta interamente da Lei- ed azienda, è ormai alla sua decima vendemmia.

Color rosa intenso, brillante, cerasuolo, quasi rubino scarico, buona l’effervescenza.
Intenso al naso dove emergono sentori di caramella ai frutti di bosco, lampone, granatina, ciliegia, big bubble.
Asciutto al palato, con bella vena acida, fruttato (fragola e ciliegia), tornano i sentori di caramella, buona la sua persistenza.

 – Tenute Campana: Lambrusco di Sorbara Doc Frizzante Secco Rosato “Dei Tenori”
180 ettari, di cui 28 a vigneto, nel parco naturale del fiume Secchia, costruita attorno ad un lago di proprietà.
Azienda entrata recentemente nella produzione diretta di vino, anche se l’attività agricola risale ai primi dell’’800, i primi imbottigliamenti sono relativi all’annata 2017, mentre prima si vendevano le uve.
Sono tre i vini prodotti: Pignoletto di Modena, Lambrusco di Modena ed il Sorbara frutto della nostra degustazione, tutti sotto l’etichetta “Dei Tenori”.

Sergio Campana

Il vino
La presa di spuma avviene in autoclave, col metodo Charmat.
Vino e azienda sono stati presentati da Sergio Campana.

Si presenta con un color melograno, limpido e luminoso.
Mediamente intenso al naso, pulito e fresco, si colgono sentori di frutti di bosco, caramella al lampone ed alla ciliegia, pompelmo rosa maturo.
Fresco alla bocca, sapido, fruttato (torna la ciliegia), con sentori di granatina e vena acida spiccatamente agrumata (arancio maturo), lunga la sua persistenza.

 – Soc. Agr. Paltrinieri: Lambrusco di Sorbara Doc Frizzante Secco “Leclisse”
L’azienda Paltrinieri nasce nel 1926, dispone di 17 ettari a vigneto nella zona del Cristo di Sorbara.
Sono 180 mila le bottiglie prodotte, tra cui cinque diversi Sorbara in purezza.

Il vino
Le uve provengono dal Vigneto del Cristo, considerato un Cru del Sorbara, il suolo è sciolto e limoso, i sistemi d’allevamento sono il GDC ed il Sylvoz con resa per ettaro di 12° q.li.
Il mosto viene vinificato in bianco, segue la presa di spuma in autoclave per una durata di tre mesi.

Giovanni Paltrinieri

Vino e azienda sono stati presentati da Giovanni Paltrinieri.

Dal color rosa intenso, con leggeri riflessi ramati, limpido.
Mediamente intenso al naso dove presenta sentori di frutti di bosco, accenni di lieviti e note d’agrumi e d’erbe aromatiche.
Intenso al palato, fresco, decisamente sapido, quasi salino, con note agrumate d’arancio maturo e di pompelmo, accenni di mela rossa e di ciliegia, bella la vena acida e lunghissima la persistenza.

 – Marchesi di Ravarino: Lambrusco di Sorbara Doc Frizzante Secco Metodo Ancestrale “Baby Magnum” 2018
Affascinante, come d’altra parte lo sono quelle di altre aziende vitivinicole, la storia della Marchesi di Ravarino, il cui podere, dal nome di Castel crescente, si trova sul sito di un antico accampamento romano, podere che viene citato sin dal 1200.
L’azienda è stata fondata nel 2010 con l’impianto di cinque ettari a vigneto e sin da subito si è optato per una conduzione in regime biologico, la prima vinificazione è stata effettuata nel 2017.

Nicola e Angelo Ravarino

Il vino
Iniziamo da nome curioso, dovuto al fatto che i primi imbottigliamenti sono stati effettuati unicamente in Magnum, quindi, una volta deciso anche per le bottiglie non rimaneva che chiamarle piccole Magnum, ovvero “Baby Magnum”.
I vigneti si trovano su suoli di natura argillosa, calcarei, la vendemmia s’è svolta al partire dal 1° ottobre.
Dopo una breve sosta sulle bucce avviene la fermentazione, bloccata tramite abbassamento delle temperatura quando ancora ci sono circa 10 gr. di zucchero, il vino è stato quindi posto in bottiglia nel mese di marzo per la rifermentazione (Metodo Ancestrale).
Vino biologico, se ne producono annualmente circa 20 mila bottiglie, vendute in enoteca a circa 14 euro.
Vino ed azienda sono stati presentati da Nicola Marchesi.

Il colore è un mix tra il rosa antico di buona intensità ed il granato scarico.
Discretamente intenso al naso dove emergono sentori di piccoli frutti rossi, frutti di bosco maturi, soprattutto lampone e di ciliegia.
La nota data dai lieviti è ben presente al palato unitamente ad un bel frutto (frutti di bosco) e ad agrumi maturi (pompelmo rosa), il vino è sapido e con bella vena acida, buone sia che struttura come pure la persistenza.

 – Francesco Bellei & C.: Lambrusco di Modena Doc  Frizzante Secco “Ancestrale” 2019
Fondata da Francesco Bellei nel 1920, e situata a Bomporto, il marchio Bellei è stato acquisito dalla Cavicchioli nel 2004.
Negli anni ’70 Giuseppe Bellei, dopo numerosi viaggi nella Champagne produsse il “Brutrosso”, uno spumante Metodo Classico, nel 2000 è stato reintrodotto il Metodo Ancestrale con tappatura a corona, per eliminare le problematiche dovute all’utilizzo del sughero in questa tipologia di vino.

Il vino
Le uve provengono da vigneti inerbiti situati nei comuni di Bomporto e San Prospero, su suoli alluvionali, sabbiosi.
La prima fermentazione avviene in vasche d’acciaio, mentre la rifermentazione si svolge in bottiglia tramite l’utilizzo di lieviti indigeni.
La tappatura è effettuata con tappo a corona.

Carlo Cavicchioli

Il vino è etichettato come Modena Doc, poiché quando è iniziata la sua produzione il disciplinare del Sorbara non prevedeva l’utilizzo della chiusura tramite tappo a corona, anche quando questo è stato modificato, ammettendo questa tipologia di tappo, si è deciso di mantenere la vecchia denominazione.
Si è occupato della presentazione di azienda e vino Carlo Cavicchioli.

Iniziamo dall’annotazione in retroetichetta “Si consiglia di agitare prima di versare”, seguiamo le indicazioni e troviamo nel bicchiere un vino dal color rosa intenso, quasi granato scarico, con, naturalmente, una leggera velatura.
Intenso al naso, dove i sentori di lieviti sono netti e danno quasi una sensazione di “birrosità”, si colgono inoltre note di ciliegia e di frutti di bosco, accenni speziati e d’agrumi.
Sapido, di buona struttura, nuovamente “birroso”  e con sentori di lieviti e note tanniche, tornano gli accenni agrumati uniti a ricordi di maggiorana, lunga la sua persistenza.
Lorenzo Colombo