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Il Pinot nero nel mondo attraverso i vini di Pellegrini

Il Pinot nero, pur non essendo il più diffuso è certamente uno dei più interessanti -se non il più interessante- vitigno internazionale a bacca nera del mondo.

Diffuso in (quasi) tutto il mondo, dove, secondo i dati dell’OIV relativi al 2017 se ne contavano 112.000 ettari, si trova ormai in tutti i continenti dove la sua superficie è in continua crescita (nel 2000 erano poco meno di 69.000 ettari).

Durante una delle Masterclasses tenutesi lo scorso 14 maggio in occasione della presentazione del Catalogo Pellegrini, presso il Wine Resort Borgo Condé, a Forlì, abbiamo avuto la possibilità di assaggiare sei vini provenienti da cinque diversi paesi -e di annate diverse- scoprendo così le sfumature che questo vitigno è in grado di dare a seconda della zona di provenienza e del sistema di vinificazione.

Abbiamo così degustato vini provenienti dalla Francia (Borgogna), Stati Uniti (Oregon), Argentina (Mendoza), Nuova Zelanda (Marlborough) e Italia (Alto Adige), trovando da un parte un filo conduttore dato dall’eleganza che questo vitigno porta nel suo DNA e dall’altra una stilistica interpretativa piuttosto diversa che ci ha dato vini più sottili, come nel caso dei due provenienti dalla Borgogna, ed altri più strutturati come quello dell’Oregon, della Nuova Zelanda e anche dell’Alto Adige; anche le note fruttate percepite -piccoli frutti di bosco e ciliegia- hanno assunto diversi gradi di maturità a seconda delle zone di provenienza e dei sistemi di vinificazione.

Ecco le nostre impressioni, i vini sono elencati in ordine di servizio.

 – Domaine Bousquet – Pinot Noir Reserve Organic Grapes 2021
In Argentina si trovano circa 2.000 ettari di Pinot noir, 600 dei quali sono collocati nella regione di Tupungato, nell’area vitivinicola di Mendoza, dove si trova l’azienda Domaine Bousquet -fondata nel 1990 da Jean Bousquet, originario di Carcassonne- con le sue vigne situate a 1.200 metri d’altitudine.

Vinificato nello stile borgognone, il vino s’affina per 10 mesi in rovere francese.

Color rubino-granato scarico.
Buona l’intensità olfattiva, pulito e di buona eleganza, presenta sentori di frutti di bosco e leggeri accenni speziati.
Fresco e succoso, sapido e balsamico, buon frutto, spezie dolci e legno dolce, buona la persistenza.

 – Clos- Henri – Waimaunga   Pinot Noir 2020
Anche qui si tratta di una proprietà francese, Henri Bourgeois ha infatti fondato Clos Henri nel 2001, acquistando 90 ettari nella Wairau Valley situata nel nord della regione vitivinicola di Marlborough, dove si trova poco meno della metà dei 5.500 ettari di Pinot nero della Nuova Zelanda.

Il nome del vino deriva dalla glaciazione Waimaungan avvenuta nel Pleistocene.

Color rubino luminoso di buona intensità.
Intenso al naso, balsamico, legno dolce e spezie dolci, bel frutto, piccoli frutti rossi maturi, ciliegia.
Intenso, balsamico, buona trama tannica, accenni piccanti di pepe, legno dolce percepibile, frutti rossi maturi, buona la persistenza.

 – Domaine Jaeger Defaix – Rully 1er Cru Préaux 2021
Ci spostiamo ora in Francia e precisamente in Borgogna, dove il Pinot noir è il vitigno principe a bacca nera, qui si trova circa un terzo dei 31.600 ettari del vitigno del paese.

Il vino in degustazione appartiene all’AOC Rully, situata nel nord della Côte Chalonnaise, denominazione nella quale si produce più vino bianco che rosso.
Hélène Jaeger-Defaix ha ereditato nel 2003 la vigna nel 1er Cru Préaux da dove provengono le uve per la produzione di questo vino che s’affina in legno per 18 mesi.

Granato molto scarico con riflessi color rubino.
Bel naso, elegante, di media intensità, balsamico, vanigliato, bel frutto, buona complessità.
Fresco, succoso e sapido, presenta leggere note piccanti, buon frutto, accenni di vaniglia, leggeri sentori di legno, buona la sua persistenza.

 – Domaine Arnoux – Beaune 1 er Cru Les Cent Vignes 2021
Siamo ancora in Borgogna, nella Côte  de Beaune e precisamente a Chorey-Lès-Beaune, qui risiede l’azienda Domaine Arnoux che possiede circa 20 ettari di vigneti ripartiti in diversi comuni.

Le uve per la produzione di 1 er Cru Les Cent Vignes provengono da un vigneto messo a dimora nel 1988, situato a 225 metri d’altitudine con esposizione Sud-Est su suolo argilloso-calcareo coperto da limo.

La fermentazione prevede una macerazione per circa tre settimane, mentre l’affinamento si svolge per 12 mesi in botti il 20% delle quali nuove, dopo l’assemblaggio seguono quattro mesi in tini.

Color rubino di media intensità.
Bel naso, delicato ed elegante, mediamente intenso, piccoli frutti di bosco, leggerissime note vanigliate.
Fresco, succoso, elegante, bel frutto, note vanigliate, leggeri accenni piccanti, bell’equilibrio complessivo, buona la persistenza.

 – Authentique Wine Cellars – Keeler Estate Vineyard Pinot Noir 2018
Ci spostiamo negli Stati Uniti, secondo paese, dopo la Francia, per diffusione del Pinot nero che risulta essere il terzo vitigno (da vino) più diffuso, dopo Chardonnay e Cabernet sauvignon, se ne trovano infatti (sempre secondo i dati riferiti al 2017) ben 25.000 ettari.
Nonostante la maggior parte della superficie vitata con questo vitigno si trovi in California, i risultati più interessanti s’ottengono probabilmente nell’Oregon soprattutto nella Willamette Valley dove se ne trovano circa 4.500 ettari e dove ha sede l’azienda Authentique Wine Cellars.

L’azienda, acquistata nel 1990, si trova a Amity, 60 chilomet5ri a sud di Portland, le uve per la produzione di questo vino provengono da un vigneto gestito in biodinamica, situato nell’Eola-Amity Hills AVA, esposto a Sud-Ovest su suoli sedimentari di un antico fondale oceanico.
La sua vinificazione è molto complessa ed avviene, utilizzando il 20% delle uve a grappolo intero, in tini di rovere, demi muid, botti da 500 e 600 litri, anfore di produzione italiana, acciaio, il 40% del vino s’affina in barrique francesi a grana fine.

Color rubino di discreta intensità.
Intenso al naso, frutto rosso, ciliegia matura, vaniglia, note balsamiche, legno dolce.
Dotato di buona struttura, note piccanti e pepate, legno dolce, accenni di fumo, buona la trama tannica e lunga la persistenza.

Infine andiamo ad assaggiare un vino italiano, e precisamente altoatesino, si tratta dell’Alto Adige Aegis Riserva Mazon 2017 di Kollerhof.

In Alto Adige ci sono 580 ettari di Pinot nero, a fronte dei 4.700 che si trovano in Italia, la maggior parte dei quali sono situati in Oltrepò Pavese dove ce ne sono quasi 3.000.
La zona altoatesina maggiormente vocata è sempre stata considerata quella di Mazzon (Egna), anche se, con l’innalzamento climatico le vigne migliori si trovano un poco più in alto, a Gleno, altra zona che sta diventando sempre più interessante per questo vitigno si trova sulla sponda opposta dell’Adige.

La famiglia Visentin, proprietaria di Kollerhof, dispone di 4 ettari di vigne a Mazzon, a 500 metri d’altitudine.
La Riserva Aegis viene fermentata in acciaio e poi s’affina per 18 mesi in barriques di rovere francese.

Color granato di discreta intensità.
Bel naso, intenso, speziato, frutto rosso, ciliegia, spezie dolci, legno dolce.
Intenso e strutturato, decise note piccanti, frutto rosso maturo e speziato, lunga la persistenza.
Lorenzo Colombo