Taste Alto Piemonte 2024
Il Nebbiolo dell’Alto Piemonte al Castello di Novara
50 aziende, in rappresentanza delle 10 denominazioni dell’Alto Piemonte che utilizzano il vitigno Nebbiolo erano presenti dall’11 al 13 maggio, presso il Castello di Novara, per presentare le ultime annate dei loro vini a base Nebbiolo, ma non solo.
Gli ettari totali di Nebbiolo nell’Alto Piemonte nel 2020 risultavano essere 412, qui il vitigno prende il nome locale di Spanna e, solamente nelle Valli Ossolane, quello di Prunent.
Noi ci siamo stati sabato 11 e, dopo la mattina dedicata all’assaggio presso i banchi dei produttori, dove ci siamo focalizzati soprattutto sui Gattinara, nel pomeriggio abbiamo prenotato due slot per degustare, comodamente seduti in un’apposita sala riservata una selezione di vini d’annate diverse.
Erano 49 i vini che si potevano degustare, uno per ciascuna azienda, suddivisi in: 8 Colline Novaresi, bianchi, rasati e rossi, 3 Coste della Sesia, 5 Boca, 5 Bramaterra, 3 Fara, 7 Gattinara, 9 Ghemme, 4 Lessona, 3 Sizzano e 2 Valli Ossolane Nebbiolo.
Noi ne abbiamo assaggiati 31, abbiamo infatti tralasciato i Colline Novaresi ed i Coste della Sesia, oltre ai Gattinara già assaggiati nel corso della mattinata ed ai quali dedicheremo uno specifico articolo.
Ecco le nostre impressioni (i vini sono stati degustati alla cieca):
– Boca
Situata in provincia di Novara, la denominazione si sviluppa sul territorio di cinque comuni, per un’estensione di poco meno di 16,5 ettari per una produzione di 588 ettolitri di vino (2020).
Il vitigno principale è ovviamente il Nebbiolo che dev’essere presente nei vini per un minimo del 70% e per un massimo del 90%, gli altri vitigni utilizzati sono Vespolina e Uva Rara.
E’ la denominazione che meno ci ha entusiasmato, tanto che dei cinque vini degustati ne andiamo a menzionare unicamente uno.
– Boca Doc 2020 – Carlone Davide
85% nebbiolo, 15% Vespolina, vinificazione in vasche d’acciaio, affinamento per 34 mesi, 18 dei quali in botti di rovere di Slavonia, sosta in bottiglia per almeno quattro mesi.
Granato di discreta intensità.
Buona intensità olfattiva, sentori di rose, note balsamiche.
Rose, note aromatiche, ci ricorda un Ruchè. 84-85/100
– Bramaterra
41,5 ettari suddivisi sul territorio di sette comuni, cinque in provincia di Biella e due in quella di Vercelli, la produzione nel 2020 è stata di 929 ettolitri.
Anche in questo vino il Nebbiolo non può essere utilizzato in purezza, deve infatti costituire dal 50% all’80% del blend, le altre uve utilizzabili cono la Croatina (max.30%) e Uva Rara e Vespolina per un massimo del 20% tra tutte e due.
Dei cinque vini assaggiati ne menzioniamo tre, uno dei quali con una valutazione decisamente elevata.
– Bramaterra Doc 2020 – Antoniotti Odilio
70% Nebbiolo, 30% Croatina, 7% Vespolina, 3% Uva Rara, vinificazione in tini di cemento interrati, affinamento per 30 mesi in botti di rovere e per sei mesi in bottiglia.
Rubino-granato luminoso di media intensità.
Bel naso, intenso, fresco, fruttato, note balsamiche, elegante.
Buona struttura, sapido, fresco, succoso, buona vena acida, tannino in equilibrio, bel frutto, buona persistenza. 88-89/100
– Bramaterra Doc 2018 – Roccia Rossa
80% Nebbiolo, 15% Vespolina, 5% Croatina, vinificazione in acciaio, affinamento per 24 mesi in botti di rovere francese da 22 ettolitri seguiti da 12 mesi in bottiglia.
Granato non molto intenso, unghia aranciata.
Buona intensità olfattiva, radici, fiori appassiti, note balsamiche.
Fresco, sapido, accenni aromatici di rose, succoso, lunga la persistenza su sentori di liquirizia. 87/100
– Bramaterra Doc 2019 – Le Pianelle
80% Nebbiolo, 10% Croatina, 10% Vespolina, vinificazione in tini aperti di rovere, affinamento per 18 mesi in botti di rovere da 15 ettolitri.
Granato trasparente di media intensità.
Media l’intensità olfattiva, leggere note speziate e di legno, balsamico, tannino deciso, un poco asciugante, sentori di radici e di bastoncino di liquirizia, buona la persistenza. 84-85/100
– Fara
Si tratta della più piccola tra le 10 denominazioni del Nord Piemonte, sono infatti solamente meno di 4,5 gli ettari vitati, distribuiti sul territorio di due comuni, Fara e Briona, in provincia di Novara, la produzione nel 2020 è stata di 139 ettolitri.
Il Nebbiolo deve costituire dal 50% al 70% del blend, mentre Vespolina ed Uva Rara nel loro insieme devono essere presenti tra il 30% ed il 50%.
Tre i vini degustati e tutti e tre ci sono piaciuti.
– Fara Doc 2015 – Castaldi Francesca
70% Nebbiolo, 30% Vespolina, vinificazione in acciaio, affinamento per 24 mesi in botti di grandi dimensioni e per sette anni in bottiglia.
Granato luminoso non molto intenso, unghia aranciata.
Buona intensità olfattiva, frutto rosso macerato, note balsamiche, fiori appassiti.
Buona struttura, tannino deciso, radici, pellicina di castagne, buona vena acida, lunga la persistenza. 87/100
– Fara Doc “Barton” 2021 – Boniperti Gilberto
70% Nebbiolo, 30% Vespolina, vinificazione in acciaio, affinamento per 18 mesi in botti di rovere francese d 21 ettolitri seguito da quattro mesi in bottiglia.
Granato scarico con riflessi color rubino.
Buona intensità olfattiva, frutto rosso dolce e maturo, leggere note balsamiche. Discreta struttura, radice di liquirizia, buona vena acida, bel frutto, buona la persistenza. 86-87/100
– Fara Doc “Lochera” 2020 – Cantinoteca dei Prolo
70% Nebbiolo, 30% Vespolina, vinificazione in vasche di cemento, affinamento per 36 mesi in tonneaux per il nebbiolo ed in barriques per la vespolina.
Granato luminoso e trasparente di media intensità.
Buona intensità olfattiva, frutto rosso macerato, fiori appassiti.
Asciutto, tannino deciso ed un poco astringente, legno percepibile, radice di liquirizia, pellicina di castagne, buona la persistenza. 86/100
– Ghemme
Ghemme, unitamente a Gattinara e ad Erbaluce di Caluso costituisce una delle tre Docg dell’Alto Piemonte, la sua superficie vitata che conta 56,5 ettari, s’estende sul territorio dei comuni di Ghemme e Romagnano Sesia, entrambi in provincia di Novare, nel 2020 sono stati prodotti 1.850 ettolitri di vino.
La denominazione permette l’utilizzo del vitigno Nebbiolo in purezza, si può altresì utilizzare sino al 15% di Vespolina ed Uva Rara.
Siamo stati molto soddisfatti dalla degustazione dei vini di questa denominazione, dei nove assaggiati ne andiamo a citare ben otto, almeno la metà dei quali con punteggi elevati.
– Ghemme Docg “Vigna Ronco al Maso” 2020 – Platinetti Guido
Nebbiolo in purezza, vinificazione in acciaio, affinamento per 20 mesi in botti da 30 ettolitri seguiti da nove mesi in bottiglia.
Granato trasparenti di media intensità.
Buona intensità olfattiva, note balsamiche, radice di liquirizia, buona eleganza. Buona struttura, succoso, asciutto, bella trama tannica, radice di liquirizia, bella vena acida, lunga la persistenza. 89-90/100
– Ghemme Docg 2018 – Filadora
Nebbiolo in purezza, vinificazione in acciaio, affinamento per 30 mesi in botti di rovere seguiti da 12 mesi in bottiglia.
Granato luminoso di media intensità.
Buona intensità olfattiva, balsamico, buona eleganza, speziato.
Buona struttura, bella vena acida, tannino deciso ed un poco asciugante, radice di liquirizia, lunga la persistenza. 88-89/100
– Ghemme Docg “Oltre il Bosco” 2019 – Brigatti Francesco
Nebbiolo in purezza, vinificazione in vasche di cemento, affinamento per 24 mesi in botti da 25 ettolitri seguiti da 12 mesi in bottiglia.
Granato luminoso di discreta intensità.
Buona intensità olfattiva, frutto rosso macerato, mela matura.
Discreta struttura, tannino un poco asciugante, radice di liquirizia, mela, buona la persistenza. 88/100
– Ghemme Docg “Balsina” 2019 – Ioppa
Nebbiolo 85%, Vespolina 15%, vinificazione in acciaio, affinamento per 48 mesi in botti da 25 ettolitri seguita da 12 mesi in bottiglia.
Granato-rubino luminoso di media intensità, molto bello.
Intenso al naso, balsamico, frutto rosso maturo, buona eleganza, spezie dolci. Buona trama tannica, asciutto, pellicina di castagne, bella vena acida, liquirizia, lunga la persistenza. 87-88/100
– Ghemme Docg “Ai Livelli” 2018 – Mazzoni Viticoltori
Nebbiolo in purezza, vinificazione in acciaio, affinamento per 18 mesi in tonneaux, per altri 18 mesi in botte grande di rovere, a seguire sei mesi in bottiglia.
Granato trasparente di media intensità, unghia aranciata.
Buona intensità olfattiva, legno percepibile, radice di liquirizia, buona eleganza. Discreta struttura, asciutto, bella vena acida, radice di liquirizia, buona la persistenza. 87-88/100
– Ghemme Docg “Vigna Carelle” 2017 – Mirù
Nebbiolo in purezza, vinificazione in acciaio, affinamento per 36 mesi in botti grandi di rovere, a seguire sei mesi in bottiglia.
Granato trasparente non molto intenso, unghia aranciata.
Discreta intensità olfattiva, buona eleganza, balsamico, fiori secchi.
Media struttura, succoso, tannino asciutto, radici, bella vena acida, buona la persistenza. 87-88/100
– Ghemme Docg “Vigna Pelizzane” 2016 – Torraccia del Piantavigna
Nebbiolo in purezza, vinificazione in acciaio, affinamento per 48 mesi in botti grandi di rovere e per almeno sei mesi in bottiglia.
Granato luminoso non molto intenso.
Buona intensità olfattiva, frutti rossi leggermente macerati, note balsamiche, fiori appassiti, buona eleganza.
Buona struttura, tannino deciso, pellicina di castagne, un poco astringente, bella vena acida, radice di liquirizia, buona la persistenza. 86-87/100
– Ghemme Docg “Chioso dei Pomi” 2016 – Rovellotti Viticoltori in Ghemme
85% Nebbiolo, 15% Vespolina, vinificazione in acciaio, affinamento per 36 mesi in botti di rovere svizzero del Jura di grandi dimensioni e per almeno nove mesi in bottiglia.
Granato luminoso di discreta intensità.
Media l’intensità olfattiva, note balsamiche e di spezie dolci, frutto dolce, legno dolce.
Discreta struttura, legno in evidenza, tannino un poco allappante, pellicina di castagne, buona la persistenza. 84-85/100
– Lessona
Questa denominazione porta il nome dell’unico comune nel quale può essere prodotta, siamo in provincia di Biella dove si trovano i 17 ettari rivendicati.
Anche qui è permesso l’utilizzo del Nebbiolo in purezza, con la possibilità di aggiungere sino ad un 15% tra Vespolina ed Uva Rara, la produzione nel 2020 è stata di 510 ettolitri.
Quatto i vini assaggiati, tutti degni di nota e con valutazioni più che lusinghiere.
– Lessona Doc “Tanzo” 2013 – Pietro Cassina
Nebbiolo in purezza, vinificazione in acciaio, affinamento per 60 mesi in botti di grandi dimensioni e per altri 60 mesi in bottiglia.
Granato di discreta intensità.
Intenso al naso, frutto rosso macerato, note balsamiche, fiori secchi, pot-pourri.
Discreta struttura, succoso, tannino leggermente asciugante, accenni di legno dolce, bella vena acida, lunga la persistenza. 89-90/100
– Lessona Doc “Vino Biologico” 2020 – La Badina
Nebbiolo in purezza, vinificazione in acciaio, affinamento per 24 mesi in botti di rovere di grandi dimensioni.
Granato non molto intenso.
Buona intensità olfattiva, fiori secchi, accenni speziati, buona eleganza.
Fresco, balsamico, bella trama tannica, buona vena acida, lunga persistenza su sentori di radici di liquirizia. 88-89/100
– Lessona Doc “San Sebastiano allo Zoppo” 2016 – Tenute Sella
Nebbiolo 90%, Vespolina 10%, vinificazione in acciaio, affinamento per 48 mesi in botti di rovere.
Granato scarico, unghia aranciata.
Intenso al naso, balsamico, legno dolce, buona eleganza.
Buona struttura, leggeri accenni aromatici, legno dolce, bella trama tannica, buona vena acida, lunga la persistenza. 88-89/100
– Lessona Doc 2020 – Massimo Clerico
Nebbiolo in purezza, vinificazione in acciaio, affinamento per 12 mesi in barriques e per altri 12 mesi in botti di grandi dimensioni.
Granato di media intensità, unghia aranciata. Buona intensità olfattiva, frutto rosso macerato, legno dolce, buona eleganza. Asciutto, media struttura, legno percepibile, leggermente asciugante, buona vena acida, buona la persistenza. 85-86/100
– Sizzano
Sono meno di sette gli ettari vitati di questa denominazione situata nel solo territorio del comune di cui porta il nome e sono stati 228 gli ettolitri prodotti nel 2020.
Anche qui il Nebbiolo ha un margine d’utilizzo: dal 50% al 70%, Vespolina e Uva Rara debbono concorrere dal 30% al 50% complessivamente, inoltre possono essere utilizzati sino ad un massimo del 10% altri vitigni a bacca rossa (non aromatici) ammessi dalla regione Piemonte.
Dei tre vini degustati ne abbiamo selezionati due.
– Sizzano Doc 2020 – La Riviera
Nebbiolo 60%, Uva Rara 30%, Vespolina 10%, vinificazione in acciaio, affinamento per 30 mesi in botti di grandi dimensioni.
Rubino-granato di discreta intensità.
Buona intensità olfattiva, frutto rosso maturo, accenni speziati e di radici.
Buona struttura, leggere note piccanti, frutto rosso speziato, buona trama tannica, buona la persistenza. 86-87/100
– Sizzano Doc “Magnum” 2020 – Paride Chiovini
Nebbiolo 70%, Vespolina 25%, Uva rara 5%, vinificazione in acciaio, affinamento per 24 mesi in botti di rovere e per tre/quattro mesi in bottiglia.
Rubino con riflessi color granato, discreta l’intensità.
Mediamente intenso al naso, frutto rosso dolce e maturo, note balsamiche. Buona struttura, accenni piccanti, frutto rosso macerato, spezie dolci, buona vena acida, tannino leggermente asciugante, buona la persistenza. 85-86/100
– Valli Ossolane Nebbiolo Superiore
Questa denominazione verte sul territorio di 17 comuni nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola, vi si possono produrre vini bianchi, rossi e con la menzione del vitigno Nebbiolo, in questo caso il vitigno dev’essere presente per almeno l’85% del blend, si possono altresì utilizzare sino al 15% vitigni a bacca rossa non aromatici ammessi dalla regione Piemonte.
Per quqnto riguarda il Nebbiolo la superficie vitata ammonta a circa sei ettari e la produzione nel 2020 è stata di 272 ettolitri.
– Valli Ossolane Doc Nebbiolo Superiore “Prunent” 2020 – La Cantina di Tappia
Nebbiolo (Prunent) in purezza, vinificazione in acciaio, affinamento per 12 mesi in barriques usate.
Rubino-granato luminoso di media intensità.
Intenso al naso, frutto rosso maturo, accenni balsamici e speziati.
Buona struttura, frutto rosso speziato, accenni di legno, tannino leggermente asciugante, liquirizia, buona vena acida, lunga la persistenza. 86/100
Lorenzo Colombo
Nota: le foto delle bottiglie sono tratte dai siti aziendali, di conseguenza le annate riportate in etichetta non corrispondono a quelle dei vini degustati.
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