Lorenzo Colombo Blog Io e il vino
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“Il Prescelto” 2012

Ci sarà del Mourvedre nelle circa 240 bottiglie che riporteranno in etichetta la scritta “Il Prescelto 2012”.

La scelta di questo vino –si tratta di centottanta litri affinati in cigarillo- è avvenuta venerdì 10 marzo, durante una cena-degustazione presso il Castello degli Angeli, a Carobbio degli Angeli, da parte di una quarantina tra giornalisti del vino, enologi, produttori ed amici dell’azienda.

In corsa per l’ambito titolo c’erano quattro vini: un Cabernet sauvignon affinato in tonneaux, un Merlot in barrique, ed un Petit Verdot ed un Mourvedre affinati in cigarillos da 180 litri.

Ovviamente la degustazione è avvenuta alla cieca ed “Il Prescelto” è stato selezionato tramite votazione s’una scheda dove venivano elencati i quattro vini -distinti da colori diversi- in ordine di gradimento.

E’ quella de “Il Prescelto” ormai una tradizione dell’azienda Castello degli Angeli; il primo vino a potersi fregiare di questo nome in etichetta è stato, nel 1999, il Cabernet sauvignon, che abbiamo avuto poi il piacere di degustare durante la cena, trovandolo ancora fresco e vivo, connotato da un spiccata vena vegetale che rimandava al peperone (i vigneti erano stati piantati solamente da tre anni -nel 1996- e quindi si trattava della prima vendemmia, da viti assai giovani), e con un legno ancora non completamente assorbito (ma anche qui pensiamo che le responsabili siano le barriques, probabilmente, allora nuove).

Sono poi seguiti lo Syrah nel 2000, il Sangiovese nel 2003, il Mourvedre nel 2004, il Petit Verdot nel 2005, ancora lo Syrah nel 2006 e 2007, il Cabernet sauvignon nel 2008, di nuovo Syrah nel 2009 ed è infine il Merlot nel 2011 che lascia lo scettro al vincitore di quest’edizione.

L’azienda Castello degli Angeli nasce nel 1996, ad opera di Mauro Taiariol che chiama al suo fianco, per impostare l’azienda, Rainer Zierock.
Quest’ultimo, professore tedesco, visionario e sognatore ancor più di Taiariol imposta i vigneti (meno di due ettari, su pendenze estreme, situati sul Colle Santo Stefano, dominato dal Castello) con criteri molto rigidi e con una densità d’impianto impressionante (sino a 10.000 ceppi/ettaro), per la scelta dei vitigni si sbizzarisce, optando comunque per quell’d’origine francese, quindi Chardonnay, Viognier e Mouscat a Petit grain per quelli a bacca bianca e Cabernet sauvignon, Merlot, Syrah, Petit Verdot e Mourvedre per le bacche nere.
Un numero impressionante di vitigni tenendo conto della superficie vitata totale.
Zierock è scomparso alcuni anni addietro, ma la sua visione non è stata tradita dai sui successori, gli enologi  Vanessa Verdoni e Fabio Bigolin.

Molti vitigni e di conseguenza molti vini, abbiamo così tra quelli bianchi il “Dildarra”, da uve chardonnay; l’”Estreta” che ci ha accompagnato nell’apertura della cena (50% Chardonnay e 50% Viognier), il “Prescelto bianco” da uve Mouscat a petit grain, mentre tra i vini rossi troviamo i due Valcalepio Doc “ Barbariccia” (60% Cabernet sauvigno e 40% Merlot) e “Amedeo” (45% Cabernet sauvignon e 55% Merlot), quindi “Il Frate” (50% tra Cabernet sauvignon e 50% altri vitigni a bacca rissa) ed infine “Il Prescelto” vino da monovitigno che può essere Cabernet sauvignon, Merlot, Syrah o Mourvedre in base  alla degustazione di cui sopra.

Tenendo conto che la produzione totale è di circa 5.000 bottiglie/anno, ciascun vino viene prodotto in poche centinaia di bottiglie, creando non poche difficoltà di gestione per Verdoni e Bigolin, oltre per chi dovrà poi imbottigliare questi vini.
Lorenzo Colombo
pubblicato in origine su www.vinealia.org