In sei per il Pinot Nero

I sei soci fondatori – con la presenza del direttore del Consorzio Oltrepò, Carlo Alberto Pannont e dell’enologo Donato Lanat – hanno presentato a Milano il PINO’ CLUB, la prima associazione di produttori di Pinot nero, rosso Doc dell’Oltrepò pavese.
Secondo solo alla Borgogna a livello europeo, in Oltrepò ben 2.500 ettari – sui circa 4mila in Italia  – sono attualmente vitati a pinot nero; su questi pendii, caratterizzati da terreni marnosi e calcarei (ideali per accogliere questo difficile quanto affascinante vitigno) e da un microclima particolarmente fresco la notte che ne consente la lenta maturazione e lo sviluppo elegante ed ottimale dei profumi, molte aziende hanno investito nella coltivazione del pinot nero, individuando i cloni migliori per la sua vinificazione in rosso e costruendo sul pinot nero il proprio blasone enologico. Le diverse altitudini dei vigneti – dai 100 ai 600 mt slm – vanno inoltre a caratterizzare le differenziazioni tra i vini.
Vinificato in rosso, infatti, questo vitigno esprime vini raffinati, dal forte appeal e dall’inconfondibile eleganza.
Fermamente conviti delle potenzialità del loro territorio, e di questo difficile vitigno, i sei fondatori del Pinò Club hanno deciso di unire le proprie forze, le proprie esperienze e anche le proprie diversità, per concretizzare un progetto di valorizzazione e crescita di questo importante rosso che rappresenta una delle espressioni più interessanti ed autentiche del territorio d’Oltrepò.
Conte Vistarino, Frecciarossa, La Versa, Marchese Adorno, Tenuta Il Bosco e Tenuta Mazzolino sono le sei aziende che hanno ideato e dato vita all’Associazione Pinò Club, la prima nel territorio, animati dalla volontà di identificare così in un unico vino il punto di riferimento e il prodotto di eccellenza dell’Oltrepò Pavese.
Un gruppo compatto di produttori dunque, una èlite enologica, con un unico comune denominatore: la produzione di Pinot nero di altissima qualità.

 

Tre gli obiettivi fondamentali che il Pinò Club intende realizzare: promuovere, difendere e valorizzare l’immagine e la visibilità del Pinot nero vinificato in rosso come prodotto di eccellenza dell’Oltrepo’ Pavese; costituire un fronte comune che si adoperi per la diffusione e la conoscenza delle tecniche di coltivazione e lavorazione del vitigno pinot nero ai fini di un miglioramento qualitativo generale nella produzione del Pinot nero doc dell’Oltrepò; promuovere l’adozione di standard qualitativi che garantiscano l’elevata qualità del Pinot nero e sensibilizzare i produttori in tal senso.
Tra i progetti futuri dell’associazione, infatti, c’è l’allargamento a nuovi soci e ad aziende che lavorano con convinzione per la qualità sul territorio e credono profondamente nel vino Pinot nero Doc O.P.
Ma anche la collaborazione ed il dialogo con gli enti e le istituzioni presenti sul territorio, in primis con il Consorzio di tutela dell’Oltrepò Pavese, l’organizzazione di workshop ed aggiornamenti sulle innovazioni tecnologiche e produttive, viaggi di studio ed occasioni di incontro con i colleghi viticoltori (in Italia e all’estero) al fine di acquisire e scambiare esperienze culturali e professionali, la partecipazione come gruppo compatto ed unito ad eventi e manifestazioni.

Si è infine potuto assaggiare il frutto del lavoro di questi sei produttori, ognuno dei quali presentava i vini di tre diverse annate – qualcuno di quattro – dandoci così la possibilità di poter degustare, oltre alle ultime annate in commercio, anche prodotti di vendemmie ormai lontane, come ad esempio il “Giorgio Odero” 1996 di Frecciarossa.
Ma ecco l’elenco completo dei Pinot Nero in degustazione:
“Pernice”, di Conte Vistarino, proposto nelle annate 2003, 2004 e 2005.
“Giorgio Odero”, di Frecciarossa: annate 1996, 2004, 2005 e 2006.
“Liutajo del Re” – I Roccoli – di La Versa: annate 2003, 2004 e 2006.
“Pinot Nero”, di Marchese Adorno: annate 2005 e 2006; e Rile Nero: annate 2005 e 2006.
“Poggio Pelato”, di Tenuta Il Bosco: annate 1998, 2003, 2004 e 2005.
“Noir”, di Mazzolino: annate 2003, 2004 e 2005.
Non abbiamo per la verità effettuato molti assaggi, ma tra i vini degustati ci sono particolarmente piaciuti:
Giorgio Odero 2006: pulito, fruttato e fresco.
Liutaio del Re 2004: dal buon frutto maturo.
Conte Vistarino 2005: vino dalla buona struttura, che abbiamo apprezzato soprattutto alla bocca.
Noir 2003: strutturato e complesso.
Poggio Pelato 1998: complesso, morbido e rotondo.
Si tratta certamente di impressioni veloci, non trattandosi certamente di una degustazione tecnica, ma piuttosto di un piacevole accompagnamento ai manicaretti preparati da Ivan Musoni, chef del Ristorante Ca’ Vegia di Salice Terme.
Rimaniamo quindi in attesa di vedere i futuri e concreti sviluppi di questa nuova associazione.
Lorenzo Colombo

 

pubblicato in origine su www.vinealia.org

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